Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Martedì, 5 Luglio, 2016
Nome: 
Sebastiano Barbanti

A.C. 3209

Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi dispiace constatare come, quando lei è alla Presidenza di quest'Aula, in quest'Aula è concesso di tutto e di più, andando al di fuori di qualunque canone di buonsenso e di buona logica. È impossibile che lei non abbia speso neanche una parola per richiamare quello che poco fa il collega Bianconi ha pronunciato in quest'Aula; è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato Bianconi) ! Le parole che sono state pronunciate, che sviliscono così il ruolo della donna, soprattutto in un mondo in cui, ogni due giorni, una donna è vittima delle violenze, sono parole inconcepibili, che, come partito, condanno fermamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Così come è inconcepibile che lei consenta a un suo collega di partito di uscire totalmente al di fuori della dichiarazione di voto, andando a infangare il nome del Presidente del Consiglio, leggendo articoli di giornale, in quest'Aula, e uscendo totalmente al di fuori del merito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !  Adesso, se mi è concesso, tornerei sul merito dell'argomento, evitando la rassegna stampa che si fa la mattina in ben altre assise. Direi, sostanzialmente, che il comparto dei confidi ha evidenziato, Presidente... posso parlare ?  Innanzitutto, il comparto dei confidi ha evidenziato in questi ultimi anni un marcato deterioramento delle garanzie rilasciate; sappiamo che quest'indebolimento non è dovuto soltanto alla crisi economica, ma anche alla crescita dei fallimenti delle imprese che, ovviamente, hanno comportato l'insolvenza dei confidi, perché quelli sono soldi che sono stati dati alle imprese e non c’è merito creditizio costituito a priori che possa decidere se un'impresa fallisce o meno, così come gli incrementi dei costi operativi, per il fatto di rientrare nella categoria dei confidi vigilati o nei requisiti di Basilea che comportano l'obbligo di una maggiore patrimonializzazione, così come il progressivo inaridirsi delle risorse pubbliche tradizionalmente assegnate a questi intermediari grazie a Camere di commercio, regioni e così via. Eppure, a seguito di Basilea 2, ai confidi vigilati e per le garanzie a prima richiesta fu dato un importante riconoscimento, ovvero le garanzie si annoveravano tra gli strumenti dicredit risk mitigation, quindi, sostanzialmente, era possibile avere una ponderazione ridotta per gli intermediari che usufruivano di questa tipologia di garanzia; purtroppo, per i ripetuti downgrading del merito creditizio del debito sovrano italiano, questi fattori di ponderazione, questo vantaggio è andato via via assottigliandosi fino quasi ad annullarsi, tanto più che adesso, questa ponderazione, è risalita al 100 per cento; di più, le banche, le imprese possono rivalersi direttamente, utilizzare direttamente le garanzie fornite dal Fondo centrale di garanzia che, a tutt'oggi, pondera a zero questi rischi e, quindi, i confidi si trovano, sostanzialmente, in una posizione di spiazzamento. Non sono problematiche a sé stanti, devono essere affrontate e risolte, non perdendo di vista, mai, l'obiettivo finale che è quello che l'attività dei confidi deve contribuire, in maniera durevole, alla necessità di finanziamento delle piccole e medie imprese. 
Colleghi, non votare positivamente su questo provvedimento, significa essere contro le piccole e medie imprese, soprattutto le più piccole e le più nuove, significa destinarle a un rapido fallimento o spingerle nelle braccia dell'usura. Le imprese associate ai confidi, infatti, hanno dei tassi di default inferiori a quelle non associate e questa differenza è molto più marcata nelle regioni meno sviluppate, dove, per un imprenditore, il mancato accesso al credito è più costoso che in quelle sviluppate. 
Per le piccole e medie imprese nuove, infatti, la disponibilità di adeguate garanzie rappresenta, spesso, un elemento importante per l'accesso al credito, anche alla luce del fatto che le asimmetrie informative e i costi associati al reperimento delle informazioni su queste imprese sono superiori. Queste imprese hanno una storia creditizia più breve, sono sconosciute alle agenzie di rating, hanno da rispettare regole contabili meno rigide e, quindi, è molto più difficile trovare informazioni su di esse, ecco che, quindi, il ruolo dei confidi di agenti di sviluppo risulta particolarmente prezioso in funzione anticiclica. Non votare positivamente a questo provvedimento, significa ridurre il potere contrattuale delle imprese nei confronti delle banche, perché i confidi stipulano delle convenzioni con le banche, si fanno forti del loro numero delle imprese, e, quindi, riescono a spuntare un tasso d'interesse che è più basso, a tutto vantaggio delle imprese. 
Non votare positivamente a questo provvedimento significa voler impedire il rafforzamento patrimoniale dei confidi, e cosa significa ? Meno patrimonio significa meno garanzie rilasciate e significa, per i confidi vigilati, meno credito erogato. Non penso sia questo che si voglia. Non votare positivamente a questo provvedimento significa mpedire la razionalizzazione e la valorizzazione delle attività svolte dai soggetti operanti nella filiera della garanzia e della controgaranzia; filiera che è importantissima, perché innesta un circolo virtuoso che consente alle imprese sane di andare avanti. Una delle chiavi di successo dei confidi risiede proprio nel fatto di una sorta di controllo incrociato tra le imprese; le imprese aderenti ai confidi si conoscono, hanno un patrimonio informativo interno che aiuta a ridurre le asimmetrie informative; molte di queste informazioni non sono a conoscenza neanche delle banche; un controllo del genere, fatto da questi due soggetti, sicuramente migliora quella che è la valutazione del merito creditizio e, inoltre, funziona il cosiddetto peer monitoring, ovvero le imprese, all'interno dei confidi, si controllano a vicenda, anche perché molte volte sono concorrenti, e, visto che i soldi sono delle imprese dentro i confidi, nessuna di queste imprese vuole che venga erogata una garanzia o un credito a un'impresa concorrente che, magari, non è sana e non è virtuosa. Non votare positivamente questo provvedimento significa impedire ai confidi di sviluppare strumenti innovativi, forme di garanzia e servizi che rispondono alle nuove esigenze delle piccole e medie imprese e dei professionisti. In particolare, mi riferisco alla possibilità per i confidi di rilasciare garanzie a favore di soggetti che vogliono entrare nel capitale delle imprese, la cosiddetta garanzia equity; ciò sarebbe utile anche per incentivare le piccole e medie imprese a trovare strumenti alternativi al credito bancario. Stiamo inseguendo da almeno un paio d'anni una forma di disintermediazione del canale bancario; poco fa, chi mi ha preceduto, ha anche detto che, purtroppo, siamo ancora bancocentrici; questo è uno strumento che potrebbe consentire di iniziare una strada per la disintermediazione dal credito. Ovviamente, e lo dico a scanso di equivoci, è impedito, ed è espressamente normato nel criterio di delega, ai confidi di poter trattare derivati o strumenti finanziari complessi. 
Non votare positivamente a questo provvedimento significa evitare che si proceda a una semplificazione, a una razionalizzazione degli adempimenti a carico dei confidi. Avere meno duplicazioni, più semplificazione, più razionalizzazione significa avere meno costi da far gravare sui confidi e, quindi, di converso, anche sulle imprese. E questo è importantissimo, in un momento in cui molte persone ancora si lamentano e molti partiti politici si lamentano del costo eccessivo del credito. Non votare positivamente a questo provvedimento significa essere contro la trasparenza e l'efficienza. Sì, perché, finalmente, verrà realizzata una misurazione dell'impatto generato dalla garanzia, soprattutto, con riferimento alla valutazione di efficacia degli interventi pubblici; sapremo che cosa significa erogare e come finiscono queste garanzie. 
Quindi, e mi avvio alla conclusione, Presidente, da un lato, abbiamo il mantenimento di un sistema obsoleto, inefficace, non più strumentale alle esigenze del sistema produttivo, dall'altro, abbiamo, invece, la possibilità di potenziare questo sistema, rendendolo più efficiente, più snello, più veloce, più economico, più virtuoso, insomma, più vicino ai bisogni delle tante piccole e medie imprese italiane. Questo è il sistema che vogliamo per l'Italia e per questo annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).