Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 28 Aprile, 2016
Nome: 
Alfredo Bazoli

A.C. 3672

Grazie, Presidente. Mentre il dibattito pubblico anche in queste ultime settimane e in questi ultimi giorni sembra per lo più dominato dalla questione vecchia e un po’ frusta del rapporto tra la politica e la giustizia, ora gli echi di inchieste più o meno rilevanti che lambiscono in qualche caso anche il mondo della politica e anche in quest'Aula si ha spesso l'impressione che il tema giustizia venga più brandito come arma di lotta politica nella convinzione, che io credo peraltro miope e velleitaria, che ciò sia la via più semplice per il consenso, mentre tutto questo accade noi cioè la maggioranza, il Governo, il nostro partito, il Partito Democratico continuiamo invece silenziosamente passo dopo passo, metro dopo metro, a costruire e a pavimentare la strada sulla quale far transitare una macchina della giustizia più veloce ed efficiente nell'interesse dei cittadini, delle imprese e del Paese. Lo facciamo consapevoli che per risolvere un problema endemico, quello della inefficienza della giustizia, affrontato in passato in modo episodico, frammentato, inadeguato ci vuole un ventaglio di interventi perché a problemi complessi si risponde con soluzioni complesse, non basta la bacchetta magica. Facciamo questo percorso di riforma della giustizia affrontando quindi i problemi a tracentosessanta gradi, occupandoci cioè di organizzazione, di risorse umane ed economiche, di struttura dei processi, di norme e disciplina sostanziale, di modalità ed esecuzione delle sanzioni, confortati dai risultati che danno ragione del nostro sforzo e del nostro lavoro. Oggi questo percorso si arricchisce di un ulteriore, piccolo ma non per questo meno importante tassello: la riforma organica della magistratura onoraria, una riforma attesa da tempo se si pensa che le leggi istitutive dei giudici onorari di tribunale e dei giudici di pace rispettivamente del 1998 e del 1991 avevano espressamente previsto che la disciplina dovesse trovare compiuta attuazione in un riordino complessivo del loro ruolo e delle loro funzioni e che da allora ad oggi si è andati avanti con il troppo frequente e abusato strumento delle proroghe. Ma questa riforma è attesa e importante anche se si pensa – lo hanno ricordato tutti quelli che sono intervenuti prima di me – quale funzione abbia assunto oggi complessivamente il personale della giustizia interessato da questo provvedimento cioè i giudici onorari del tribunale, i viceprocuratori onorari e giudici di pace, destinatari di attribuzioni e compiti sempre più rilevanti e significativi per la corretta amministrazione della giustizia. Ebbene finalmente con questo provvedimento legislativo si sana una lacuna che il nostro ordinamento si trascinava da oramai vent'anni e più e si dota la magistratura onoraria di una disciplina organica coerente e funzionale al ruolo ricoperto. E voglio ricordare, anche se per sommi capi, gli interventi più significativi, i principali profili di novità del disegno di legge delega che oggi approviamo. Mi riferisco alla unificazione della magistratura giudicante onoraria, mediante il superamento della distinzione tra giudice di pace e Got e l'istituzione del giudice onorario di pace; l'introduzione di uno statuto unico della magistratura onoraria in ordine alle modalità di accesso, alla formazione, al tirocinio, alla durata e alla decadenza dell'incarico, alla revoca e alla dispensa dal servizio, alle incompatibilità e ai trasferimenti, alla responsabilità disciplinare e alla disciplina dell'indennità; una riorganizzazione dell'ufficio del giudice di pace posto sotto il coordinamento del presidente del tribunale; l'istituzione di una specifica struttura organizzativa dei vicepretori onorari presso le procure; una rideterminazione del ruolo e delle competenze dei magistrati onorari con una estensione delle loro competenze sia in campo civile sia in campo penale e una specifica attribuzione di funzioni nel funzionamento dell'ufficio del processo, una delle misure organizzative più rilevanti per dare efficienza al nostro sistema. 
Oggi quindi – concludo – con l'approvazione di questo disegno di legge delega ci sentiamo orgogliosamente artefici di un ulteriore piccolo pezzo della strada sulla quale camminerà una giustizia più efficace e capace di rispondere alle attese e alle esigenze di un Paese moderno e democratico. Per questo daremo il nostro voto convinto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).