Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 10 Marzo, 2016
Nome: 
David Ermini

A.C. 2953-A

 

Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge delega sul processo civile è uno dei provvedimenti più importanti che viene esaminato nel corso di questa legislatura, forse avrà meno prime pagine sui giornali o forse ne parleremo poco nei talk show, ma avrà una forte incidenza sulla vita dei cittadini e su quella delle imprese. Sarà decisivo per la ripresa economica e per la crescita, così come tutti indicano nella lentezza del sistema del processo civile una delle cause della mancata crescita degli ultimi anni ed una mancanza di investimenti provenienti dall'estero, così vi è la necessità di dare un impulso forte perché la giustizia civile sia veloce e giusta. Nel corposo testo di legge ci sono molte novità, vi sarà una maggiore competenza per il tribunale delle imprese, che oltre alle cause attuali si occuperà tra l'altro di concorrenza sleale e pubblicità ingannevole, class action e controversie relative anche a società di persone. Saranno riorganizzati i tribunali per i minorenni nei tribunali di giustizia ordinaria e in quelli circondariali, in sezioni, pur specializzati per la persona, per la famiglia e per i minorenni, con particolare attenzione alle vittime vulnerabili. Verrà mantenuta la specializzazione del giudice minorile e del pubblico ministero minorile, nonché la composizione mista del collegio, con togati ed esperti in psicologia. Sarà più snello il processo in primo grado, ferma restando la garanzia del contraddittorio. Sarà creato una sorta di doppio binario a seconda della complessità giuridica della controversia e della rilevanza economica: per le più semplici ci sarà un giudice monocratico con rito semplificato, le altre saranno decise da un collegio con rito ordinario. Si valorizzerà la proposta di conciliazione del giudice, prevedendo che sia valutabile ai fini del giudizio la mancata comparizione delle parti o il rifiuto ingiustificato alla transazione. Ferma restando la conciliazione in sede sindacale delle controversie individuali di lavoro, sarà possibile la negoziazione assistita tramite avvocati, facoltà e non obbligo. Viene abrogato il cosiddetto «rito Fornero» per i licenziamenti illegittimi ex articolo 18, prevedendo per tali casi una corsia preferenziale. Vi sarà una riduzione dei termini per le impugnazioni, con l'eliminazione del termine lungo. Scompare il termine di sei mesi dalla notifica, che invece decorrerà dalla pubblicazione della sentenza. Vi saranno maggiori filtri in appello, vi sarà il giudizio camerale in Cassazione e l'esecuzione forzata sarà più semplice, i beni immobili saranno venduti con modalità telematiche e non potranno essere venduti ad un prezzo inferiore alla metà di quello iniziale. Si prevede l'impignorabilità dei beni di uso quotidiano di modesto valore. Vi sono state in questo dibattito polemiche inutili. I creditori, colleghi deputati, non sono solo le banche, ma è qualsiasi cittadino che ha diritto di esercitare la sua pretesa, decisa con una sentenza. Questi sono imprenditori, famiglie, singoli cittadini. Secondo qualcuno questi non dovrebbero essere tutelati. Ci siamo sempre lamentati che il recupero del credito in Italia non funzionava e che questo bloccava l'economia, con questa delega che diamo al Governo finalmente riusciremo a far funzionare il sistema dell'esecuzione. La rotazione degli ufficiali giudiziari sarà inserita dalla norma, il decreto ingiuntivo sarà più efficace con la possibilità dell'esecutorietà parziale. Vi saranno gli atti più sintetici – vorrei dire, finalmente – con un rafforzamento forte e un grande investimento sul processo telematico. Ci saranno meno liti temerarie, basta con le citazioni o resistenze dilatorie o in malafede, che non solo fanno perdere tempo ai cittadini e allo Stato ma recano danno all'economia. Si pensi – lo dico perché spesso di questa cosa si parla – alle liti temerarie contro i giornalisti e contro la stampa. Vi saranno incentivi infine ai tribunali virtuosi. Signor Presidente, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento. Su questa riforma abbiamo lavorato per oltre sei mesi, abbiamo audito avvocati, magistrati, docenti ed esperti; è stato un lavoro complesso e difficile, dove abbiamo cercato di scrivere una legge che sia dalla parte dei cittadini e non a favore di qualcuno. Purtroppo nel dibattito abbiamo ascoltato difese assurde di uno status quo che non sono accettabili e non è accettabile mantenere questo stato di cose, la giustizia non funziona ma sembra che qualcuno abbia interesse a continuare a non farla funzionare. C’è chi ha davvero dato il peggio di sé in questo dibattito, non guardando in faccia ai cittadini o ai loro problemi, ma cercando di tutelare, in modo fra l'altro anche inusuale, interessi corporativi degni della peggior specie della politica. In alcuni momenti ci siamo sentiti peraltro in imbarazzo per come si affrontavano i temi in discussione, perché fare politica per ottenere un consenso facile ma contingente e limitato oggettivamente fa anche un po’ pena, perché la politica deve volare alto, deve avere una visione alta. Ma forse questo è chiedere un po'troppo, peraltro non comprendendo che, con il mantenimento dello status quo, non si fa un favore ad alcuno, e soprattutto ai giovani, che invece hanno bisogno di un miglioramento generalizzato del sistema, per avere un'occasione di lavoro e di realizzazione dei loro sogni e delle loro aspettative. Da giovani deputati e avvocati, ci saremmo aspettati qualcosa di più. 
Vorrei allora fare un appello, anche perché, prima o poi, le contraddizioni scoppiano, e si vedono: lasciamo da parte per un po’ la rabbia inconcludente, abbandoniamo per un attimo, anche solo per un attimo, la frustrazione e il risentimento, proviamo a lavorare con il sorriso, se vi riesce, e tutti insieme lavoriamo per dare una speranza a chi oggi non ce l'ha, senza falsi retropensieri, che poi immancabilmente portano anche a commettere errori e anche a cadere in immancabili contraddizioni. Cerchiamo di essere liberi e dimentichiamo l'occhio del Grande Fratello che ci spia e che ci guida, proviamo ad aprire gli occhi e a guardare al nostro grande Paese e a come lo vorremmo, proviamo a sentirci liberi senza essere condizionati e non dover essere per forza offensivi o acidi, perché così aumentiamo il gradimento del «grande occhio». Quando torniamo a casa, guardiamo le bellezze dei nostri luoghi e respiriamo l'aria di libertà e ricordiamoci che è davvero bello essere liberi. 
Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.