Discussione sulle linee generali
Data: 
Mercoledì, 17 Febbraio, 2016
Nome: 
Giuseppe Romanini

A.C. 3119-A

Grazie, signor Presidente. Il disegno di legge che abbiamo in esame è un atto particolarmente atteso dal mondo agricolo perché affronta, come dice anche il suo articolato titolo, diverse questioni che da tempo cercano una soluzione e un adeguamento alle mutate condizioni nazionali e internazionali entro le quali si svolge la pratica agricola. 
È un provvedimento approvato in prima lettura dal Senato, che tuttavia la Commissione agricoltura della Camera ha modificato in modo significativo. Si può dire che anche in questo caso il lavoro parlamentare è stato determinante per ottenere un risultato migliore. Io esprimo una valutazione complessivamente positiva del provvedimento, ma vorrei sottolineare tre peculiari caratteri che a me paiono particolarmente significativi: il primo è quello che prendo dalle disposizioni in materia di prodotti derivati dalla trasformazione del pomodoro. Si tratta di disposizioni specifiche sulla definizione dei prodotti derivati dalla trasformazione e sono disposizioni attese da tempo dal settore della trasformazione, perché ridefiniscono le caratteristiche qualitative in ragione del cambiamento avvenuto nel corso degli anni e che ha visto la cessazione del pagamento del premio europeo accoppiato. Diciamo che vogliono vestire con norme adeguate la qualità e la distintività del prodotto italiano, che rappresenta il 55 per cento della produzione europea con un impatto sul settore agricolo di estrema rilevanza e cercando di sottrarlo, per quanto possibile, alla genericità del mercato internazionale delle commodities. Applicano secondo me con coerenza, anche in questo comparto, le linee condivise per lo sviluppo di un sistema agricolo ed agroalimentare che vale 260 miliardi, contribuendo con il 17 per cento al PIL nazionale e lo fanno, prima di tutto, a partire dalla distintività e dalla qualità delle sue DOP e IGP, che sono i suoi veri punti di forza. Proprio oggi si svolge qui a Roma la Giornata nazionale della qualità agroalimentare, nel corso della quale viene presentato il XIII rapporto ISMEA, che è un'indagine socio-economica dei comparti alimentari, vitivinicoli, DOP e IGP. 
Prendo spunto da questo evento per sottolineare altri due elementi che caratterizzano il provvedimento in esame. Signor Presidente, quando si parla di distintività e biodiversità della nostra agricoltura non si può dimenticare che la prima biodiversità che occorre salvaguardare è quella degli agricoltori. Per garantire il mantenimento delle caratteristiche peculiari della nostra agricoltura, fatta di diversità territoriali, climatiche e culturali, occorre garantire, prima di tutto, il ricambio generazionale. Quello della carenza dei giovani in agricoltura è un problema che ha natura europea e che, tuttavia, in Italia ha caratteristiche di una vera emergenza. Nella mia regione, ad esempio, che è una regione con spiccata vocazione agricola, si calcola che quasi il 20 per cento della superficie coltivata sia lavorata da agricoltori ultrasessantacinquenni senza prospettive di successione e che i giovani – e per giovani intendiamo quelli fino a 40 anni – arrivano a rappresentare meno dell'8 per cento degli imprenditori agricoli. Se non vogliamo che la nostra agricoltura si trasformi in un'agricoltura dellecommodities dobbiamo salvaguardare la peculiarità e la diversità degli operatori, favorendo l'ingresso di giovani nel settore primario; è quello che cerca di fare questo provvedimento con le norme all'articolo 6, società di affiancamento per le terre agricole, e all'articolo 10, con l'istituzione della Banca delle terre agricole. 
Non è la prima volta che si interviene, pensiamo a Campo libero, per dare una mano ai giovani in agricoltura e tuttavia queste due norme sono particolarmente innovative. La prima interviene per favorire i processi di affiancamento economico-gestionale nell'attività dell'impresa agricola, con l'obiettivo di affiancare gli agricoltori ultrasessantacinquenni, o pensionati, e i giovani non proprietari di terreni agricoli di età compresa tra i 18 e i 40 anni, anche organizzati in forma associata; la seconda istituisce presso l'ISMEA la Banca delle terre agricole, un databaseaccessibile gratuitamente da parte di tutti gli utenti registrati, con l'obiettivo di costruire un inventario dei terreni agricoli disponibili a causa dell'abbandono dell'attività agricola e di prepensionamenti. È una norma che prende spunto da esperienze positive, come quella della regione Toscana ed è auspicabile che possa servire per il superamento di uno dei principali ostacoli che deve affrontare il giovane che aspira a diventare agricoltore, cioè quello della disponibilità dei terreni. 
Bene, Signor Presidente, anche solo per questi tre aspetti della legge in esame, che ne denotano le caratteristiche di intrinseca coerenza con le politiche agricole di questo Governo e di questo Parlamento, io auspico che l'Aula si associ con un voto ampiamente favorevole.