Discussione sulle linee generali - Relatore
Data: 
Mercoledì, 17 Febbraio, 2016
Nome: 
Nicodemo Oliverio

A.C. 3119-A

 

Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, l'Aula esamina oggi un provvedimento organico per il settore agricolo, che offre risposte concrete ad alcune importanti filiere in difficoltà ed accompagna e meglio definisce il processo di innovazione e di semplificazione del comparto produttivo primario, avviato fin dall'inizio della legislatura e che ha trovato nel Governo Renzi una forte e significativa spinta propulsiva. Questa è per l'agricoltura italiana una legislatura storica, e ciò anche grazie all'azione del Ministro Martina, una legislatura caratterizzata da un grande protagonismo del Parlamento e del Governo in favore del settore primario, che, per decenni, una politica sorda e disattenta ha messo in ombra. 
Il settore primario negli ultimi anni ha svolto un ruolo importante nell'economia e nello sviluppo del Paese e ora ha, anche grazie alle misure contenute nella legge di stabilità 2016, quasi un miliardo di risorse per l'agricoltura: una grande occasione per rafforzare e potenziare filiere, accrescendone la qualità mediante coltivazioni sempre più sostenibili ed attente all'interesse del consumatore. In questa prospettiva, si registra la significativa ripresa del comparto agricolo nazionale, evidenziata soprattutto dall'incremento delle esportazioni agroalimentari. Si tratta di un risultato importante, che premia gli sforzi degli imprenditori agricoli che hanno saputo resistere alla grande crisi economica agganciando la ripresa ben prima di altri comparti economico-produttivi. Basti solo pensare che, nell'ultimo anno, il vino italiano ha superato in quantità e qualità il vino francese. 
Le principali direttrici che hanno orientato la nostra attività legislativa in tema di agricoltura si possono sintetizzare in poche parole: semplificazione burocratica, riduzione del peso fiscale, accesso al credito, sostegno al lavoro in agricoltura, ricambio generazionale, rafforzamento del tessuto produttivo con particolare riguardo alle filiere storiche dell'agricoltura italiana, competitività. Attraversiamo un periodo in cui alle problematiche geopolitiche si sommano quelle climatiche e ambientali. L'insieme di tale tensione rende cruciale una riflessione strategica sulle prospettive dell'agricoltura mondiale, europea e nazionale. 
È del tutto evidente che l'agricoltura non è solo fatica, sudore, imprese, impegno da parte dei coltivatori per far sì che la nostra terra produca i beni alimentari di cui l'umanità necessita per nutrirsi. L'agricoltura, soprattutto nel nostro Paese, è anche una eredità immateriale, è un antico processo culturale, che si trasferisce di generazione in generazione e che, insieme alle tradizionali colture, insieme all'innovazione che si innesta nella tradizione, trasmette l'identità di un popolo, il suo gusto, il senso profondo della sua comunità. Riflettere sul passato e sul futuro del mondo agricolo significa, dunque, riflettere sul futuro dell'umanità, ed è ciò che abbiamo fatto con Expo 2015, un'occasione nella quale l'Italia ha mostrato a livello internazionale di possedere la sapienza e la forza gentile necessarie alla costruzione di quelle politiche globali e locali che devono assicurare l'obiettivo di azzerare la fame di quei popoli sfortunati, promuovere un'alimentazione più sana e sviluppare modelli di agricoltura sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale. 
L'agricoltura è finalmente uscita da una situazione di isolamento e di arretratezza e si mostra ora al Paese come comparto produttivo d'avanguardia, rispettoso dell'ambiente da cui trae linfa, ma, al tempo stesso, generatore di un'immagine Paese esportata in tutto il mondo perché sinonimo di qualità di cibo, di tradizione, di tutela del territorio e del paesaggio. Queste caratteristiche, uniche al mondo, coniugate ad una notevole capacità di innovare e di puntare all'eccellenza in termini di qualità ed esclusività hanno portato le nostre esportazioni a valori record, come non ricordavamo da moltissimo tempo a questa parte. Entrando nel merito del provvedimento, desidero in primo luogo ricordare il proficuo e straordinario lavoro svolto dall'altro ramo del Parlamento durante l'esame in prima lettura. Sono state, in tale occasione, definite disposizioni estremamente innovative e rilevanti per l'agricoltura: penso all'articolo 6, che disciplina le forme di affiancamento tra agricoltori ultrasessantenni o pensionati e i giovani, al fine di incentivare quel ricambio generazionale di cui l'agricoltura ha molto bisogno per accrescere il suo potenziale competitivo; penso, poi, all'introduzione della Banca delle terre agricole, presso l'ISMEA, per meglio coordinare quel processo avviato già in ambito regionale, rivolto all'utilizzazione delle terre incolte o abbandonate a fini produttivi. 
Il concatenarsi, in questi mesi, di provvedimenti legislativi approvati e che hanno riguardato direttamente o indirettamente il comparto, ha richiesto un lavoro di analisi e di approfondimento del testo trasmesso dal Senato, al fine di evitare che potessero verificarsi sovrapposizioni, incongruenze o contrasti con altre riforme poste nel frattempo in essere. Per questo si è ritenuto che la revisione delle norme penali in materia di contraffazione, di cui all'articolo 2 del testo licenziato dal Senato, andava necessariamente coordinata con il lavoro che ha iniziato a svolgere la Commissione di studio per la riforma dei reati agroalimentari, istituita presso il Ministero della giustizia, e pertanto l'articolo 2 è stato soppresso; così come gli articoli 8 e 11 sono stati soppressi in quanto, intervenendo in materia di subappalto e di logistica nel settore agroalimentare, richiedono necessariamente un coordinamento con la riforma del Codice degli appalti in via di definizione. 
In merito alle disposizioni riguardanti la pesca e l'acquacoltura è stato necessario mantenere solo le disposizioni relative alle sanzioni per la pesca illegale, avente un carattere di estrema urgenza e per risolvere il contenzioso che si è aperto con Bruxelles in merito, per esempio, alla cattura delle vongole. Le altre necessarie disposizioni saranno oggetto di approfondimento e di valutazione nell'ambito dell'esame, presso la nostra Commissione agricoltura, delle diverse proposte di legge presentate sulla filiera ittica, su cui il relatore, l'onorevole Agostini, sta facendo un ottimo lavoro. Il relativo iter è già in una fase avanzata, essendo stato già definito un testo unificato e presentate le relative proposte emendative. 
Sono state, invece, introdotte, in maniera speculare rispetto alla pesca illegale in acque marine, specifiche sanzioni per il bracconaggio nelle acque interne: un tema molto caro alle diverse forze politiche, che ha trovato nella riformulazione dell'emendamento Venittelli un punto di storica soluzione. Per la prima volta – e lo voglio sottolineare – viene disciplinata questa illecita e diffusa pratica di pesca nelle acque interne, ed è veramente la prima volta. 
È importante, inoltre, sottolineare come durante l'esame in Commissione sia stata inserita una delega al Governo per la riforma del sistema ippico nazionale. Il comparto si trova in una situazione di grave difficoltà, e, per non disperdere il grande patrimonio di razze e di competenza che caratterizza la filiera, occorre muoversi con urgenza, per assicurare una nuova ed inclusiva forma di governance, capace di risollevare e rilanciare il settore. A tale proposito rivendico, infine, con orgoglio, il lavoro svolto in Commissione con la partecipazione di tutti i gruppi parlamentari per dare una risposta ad alcune filiere che, come l'ippica, si trovano in una situazione di crisi o, al contrario, vivono un momento di espansione a livello commerciale, ma incontrano difficoltà in quanto carenti di una normativa ben definita che regoli il loro agire. 
Naturalmente, mi soffermerò sugli interventi più significativi, mentre per un'analisi completa rinvio alla relazione che consegno alla Presidenza per essere inserita nel resoconto della seduta. 
Pensiamo alla straordinaria esperienza di numerosi birrifici italiani, che hanno, dapprima, sperimentato e, poi, lanciato sul mercato il nuovo prodotto della birra con metodo artigianale. Ad oggi, mancava una definizione legislativa che permetteva loro di poter definire l'attributo artigianale: con il collegato abbiamo colmato questa lacuna, ponendo le basi per un'ulteriore ed efficace valorizzazione, che mi auguro possa avvenire al più presto. 
La produzione della birra, in particolare quella artigianale, soffre, poi, nel nostro Paese, della carenza di materia prima: ogni possibile espansione del settore richiede, quindi, l'avvio di progetti di ricerca per la produzione del luppolo, anche attraverso la ricostituzione del relativo patrimonio genetico e l'individuazione di corretti processi di meccanizzazione. Il collegato, riformulando un emendamento della collega Gagnarli, che ringrazio, prevede un finanziamento specifico per la coltivazione del luppolo. 
Pensiamo alla necessità del settore apistico di avere un sistema di riconoscimento certo dei prodotti. A tal fine, mentre abbiamo approvato modifiche significative nel comparto dell'apicoltura, abbiamo introdotto alcune semplificazioni e, inoltre, talune sanzioni per coloro che non denunciano la detenzione di alveari all'anagrafe apistica. E qui voglio ringraziare, per il suo contributo, il collega Zaccagnini. 
Abbiamo valorizzato la filiera del riso, anche come espressione del valore culturale, paesaggistico ed ambientale di un territorio, tutelandone le varietà tipiche, garantendo la qualità e la tracciabilità e prevedendo la possibile revisione della normativa istitutiva dell'Ente risi nell'ambito della delega al Governo. 
Abbiamo, inoltre, introdotto il principio dell'equilibrio tra i generi, anche per gli amministratori dei consorzi di tutela, prevedendo un percorso di graduale approdo che tiene conto della natura e delle peculiarità delle rappresentanze associative, anche in riferimento alla caratura delle espressioni. Infine, abbiamo reso possibile una maggiore trasparenza nel sistema allevatori. 
Signor Presidente, il collegato all'esame di quest'Aula raccoglie un ampio ventaglio di interventi per l'agricoltura, frutto di numerose ed interessanti audizioni dei rappresentanti delle associazioni e di operatori di alcune filiere, che ringraziamo per il privilegio che ci hanno offerto, e di un costruttivo confronto con il Governo e i gruppi parlamentari per una costruttiva opposizione. Da questo lavoro e con questo metodo è nato il testo del collegato, che fornisce risposte adeguate alle esigenze dei produttori in un momento di espansione del settore e che garantisce la tutela, sia delle filiere produttive, che dei consumatori. Su queste direttive, signor Presidente, abbiamo lavorato e credo che l'Aula non mancherà di sostenerci ulteriormente.