Sull'ordine dei lavori
Data: 
Martedì, 5 Dicembre, 2023
Nome: 
Chiara Gribaudo

A.C. 1275-A​ e abbinate

Grazie, Presidente. Io mai avrei pensato di togliere la firma da una proposta di legge parlamentare, perché chi vi parla ha presentato una proposta sul salario minimo in tempi non sospetti, nel 2018; e chi vi parla sa bene - perché è da qualche anno che frequento queste Aule parlamentari - quanto sia faticoso vedere arrivare in Aula una legge di iniziativa parlamentare. Ma la cosa che più mi rammarica, in questa vicenda, è che si scelga, appunto, non solo di svilire il Parlamento, ma, forse per la prima volta da quando ne faccio parte, di svilire anche la Commissione lavoro. Infatti, Presidente, abbiamo iniziato a lavorare sulle proposte diverse dell'opposizione un anno fa. Ricordiamolo: un anno fa abbiamo calendarizzato e, poi, fatto le audizioni e iniziato una discussione nella Commissioni di merito, cioè la Commissione lavoro, di un provvedimento che riguardava il salario minimo.

E lo voglio dire, oggi, lo voglio ribadire, perché - e qui c'è una grande differenza, evidentemente, tra come concepiscono la politica la destra, la sinistra e il centrosinistra -, di nuovo chi vi parla aveva sottoscritto una proposta, voi ne eravate convinti e su questo abbiamo fatto una discussione anche quando la proposta era a prima firma di Giorgia Meloni, sul tema dell'equo compenso per i professionisti. Allora, guardate che il tema è lo stesso, signori e signore della maggioranza, perché, quando si parla di equo compenso, si parla di compensi equi per i professionisti. Su quello abbiamo fatto una discussione di merito, anche laddove la proposta di legge veniva, in parte, dalla minoranza, perché c'erano anche proposte di legge dall'allora maggioranza. Abbiamo fatto una discussione di merito, tra l'altro l'avete approvata quando siete arrivati poi voi al Governo, cambiando e snaturando il valore di quella proposta politica, rendendo ancora una volta i professionisti più deboli rispetto al contraente, ancora una volta sono stati indeboliti e, in questo caso, state facendo la stessa cosa: indebolite ancora una volta i lavoratori più poveri, quelli più in difficoltà, quelli meno tutelati, quelli che non hanno comunque una contrattazione collettiva di riferimento.

Aggiungo che ancora una volta scegliete di non affrontare un tema che, invece, ci portava a superare una divisione del lavoro novecentesca, perché continuare a contrapporre i professionisti e il lavoro subordinato e parasubordinato, non parlando di equo compenso e di salario minimo legale, non ci consente di fare un avanzamento di qualità nella discussione dei salari nel nostro Paese ed è un errore madornale, soprattutto perché quella discussione noi l'abbiamo fatta nella Commissione di competenza. Rinunciamo, cioè, a valorizzare - colleghi e colleghe - il nostro lavoro parlamentare in virtù di una delega in bianco, di una delega per titoli che sappiamo benissimo che non risponderà alle esigenze di quei quasi 4,5 milioni di lavoratori nel nostro Paese e tra quei 4,5 milioni di lavoratori ci sono soprattutto giovani e donne, non smetto di ripeterlo, perché su quel tema noi abbiamo una grande responsabilità storica.

Allora, è inutile parlare di orgoglio del nostro Paese, quando l'orgoglio del nostro Paese è anche rappresentato dai lavoratori tutti; lo ripeto, dai lavoratori tutti, che siano autonomi, che siano subordinati, che siano dipendenti. Noi non stiamo facendo l'interesse dei più deboli e questa è una vergogna di cui voi portate la macchia.