Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 14 Ottobre, 2015
Nome: 
Caterina Pes

A.C. 350-910-2040-3019

Grazie, Presidente. La prima cosa importante di questa legge è il suo nome: si chiama legge sulla continuità degli affetti. Abbiamo creato un percorso che dall'affido può condurre all'adozione – dove se ne verifichino le circostanze –, condotto a passo di bimbo, seguendo il suo tempo e il ritmo della sua vita.
È difficile normare gli affetti, è complicato più che redigere un bilancio aziendale: dentro ci sono mille aspetti da considerare perché in ballo c’è la vita delle persone. Credo che questa legge, proprio perché sancisce il principio della continuità affettiva, piegando le rigidità di una norma ai diritti del cuore, sia una legge giusta, sia una legge empatica, profonda, perché somiglia alle cose della vita. Infatti, signor Presidente, con questa legge abbiamo abbattuto un muro odioso che divideva i bambini dai loro affetti, dando priorità assoluta alla loro storia personale. Abbiamo mandato avanti una legge buona, che per la prima volta mette al centro i bambini e non gli interessi e i bisogni degli adulti, non volendo rischiare ancora che gli oltre 14 mila minori in affido in Italia debbano ricominciare il loro odioso giro di affetti, magari strappati a famiglie che li hanno amati per anni e che poi non rivedranno mai più.
Il 64 per cento dei bambini resta nella famiglia affidataria oltre i due anni e in molti casi anche quattro: un tempo che a noi può sembrare breve, ma per un bimbo è un'eternità. Infatti, vede, nei primi quattro anni di vita un bambino cresce tra i 6 e gli 8 centimetri ogni anno e, fino agli 11 anni, in media cresce 5 centimetri ogni anno. Mai più nella vita di un essere umano ci sarà un simile esplosivo cambiamento, mai in nessun altro momento della vita c’è tanto bisogno di stabilità, di sicurezza, di casa. Ogni anno sono più di 3 mila i bambini che vivono questi momenti di confusione. Consentire loro, che sono già in credito di sofferenze con la vita, di avere una serena integrità nella continuità dei loro affetti, facendo in modo che coloro che conoscono come genitori lo diventino per sempre, una volta per tutte, senza fare un periodo di prova che li lascerebbe sul pavimento dell'abbandono ancora una volta, è una grande e importante conquista.
  Voglio precisare – è già stato detto – che gli istituti dell'affido e dell'adozione sono differenti e questa legge non ne modifica gli impianti. L'affido è un atto di grande generosità, che, per sua natura e sempre nel rispetto del bambino, è temporaneo. Ci sono situazioni difficili per cui risulta necessario l'allontanamento dei minori dai genitori biologici, che possono e devono restare presenti nella vita del piccolo. L'adozione è, al contrario, un atto definitivo, senza ritorno, come sono i legami più profondi della nostra vita. Ma l'adozione, ne siamo consapevoli, è un istituto che ha bisogno di essere rivisto sotto molti aspetti. Abbiamo detto anche questo oggi.
  Così come siamo consapevoli che non possiamo permetterci un'altra sentenza di condanna dalla Corte europea e che certamente dobbiamo intervenire sulla cosiddetta adozione mite, che altro non è che la possibilità che il bambino possa avere una famiglia allargata, dove non esiste qualcuno che non si possa conoscere né, forse, nominare, dove non ci sono i buchi neri del passato, dove la sterilizzazione degli affetti di origine sia un lascito del tempo che fu.
  Siamo consapevoli, Presidente, del fatto che abbiamo ancora molto da fare e che questa è la prima tappa di un percorso che dovrà cambiare le norme in vigore. Infatti, semplicemente sono cambiate le famiglie, sono più allargate, sono più capaci di condividere legami e affetti mettendo ordine tra passato e presente. Dobbiamo fare uno sforzo culturale in questa direzione, coscienti che spesso la società è più pronta della politica alle novità. In questo caso possiamo dire di essere in equilibrio perché questo è un Parlamento che sui diritti civili, sulla vita quotidiana delle persone sta facendo molto.
  Quella che ci accingiamo a votare è una buona proposta di legge, Presidente, un primo passo da cui dobbiamo partire con la promessa che, il giorno dopo la sua approvazione, lavoreremo perché nessun bambino sia discriminato. Penso ai bambini che oggi sono in affido a coppie non sposate o a single. Il prossimo passo è pensare a come risolvere queste situazioni, che sono meno frequenti ma certamente non meno significative agli occhi di chi ha la responsabilità di essere un legislatore della Repubblica.
  Siamo convinti che aver introdotto il concetto della tutela dell'integrità affettiva sarà una rivoluzione etica e morale anche nei tribunali, anche per questi bambini. La continuità affettiva è, infatti, un messaggio a quanti operano nel campo e nella gestione degli affidi e delle adozioni. Nel frattempo, una volta affermato in modo forte il principio della continuità degli affetti, sarà più facile per i giudici applicare l'articolo 44 della legge sulle adozioni che prevede il ricorso all'adozione nei casi speciali. Il Partito Democratico vigilerà sul destino di ognuno di questi bambini, nessuno escluso, tutti speciali.
  In conclusione, Presidente, abbiamo scelto di stare dalla parte dei bambini, non da quella degli adulti come si faceva un tempo. Infatti fino ad oggi questi bambini erano precari della famiglia, venivano dati in affido, magari per anni: il tempo di fare i conti su dove ci si trova e sulle ragioni per cui la nostra storia personale ci rende diversi dagli altri, giusto il tempo per affezionarsi ed iniziare a considerare l'eventualità che i tuoi genitori possano esistere davvero per il futuro, che arriva il turno di un'altra famiglia, quella adottiva. In quei casi il passato dei bambini ancora una volta spariva. In questo modo, in nome di una legge, il bambino senza più passato perdeva tutte le sue abitudini (pensiamo ai più piccoli), i suoi riti, i suoi profumi, i suoi colori. Troppo dolore c'era in questa modalità perché non scegliessimo la continuità degli affetti. Perché, signor Presidente, nella vita ci sono anche dolori evitabili e quelli abbiamo il dovere morale di risparmiarli a bambini che hanno già sofferto tanto.