Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 13 Giugno, 2016
Nome: 
Umberto D'Ottavio

A.C. 2656-3247-A

Grazie signora Presidente. La professione dell'educatore, che è oggetto di questo provvedimento, insieme a quella del pedagogista, è nata e si è evoluta dentro le funzioni e le attività che, nel corso del tempo, sono state date ai servizi sociali e sanitari. Questa figura, insieme alle altre, ha dato un senso a parole come riabilitazione ed educazione, personalizzando gli interventi. L'educatore è quella figura che si fa carico dei problemi della persona; ovviamente non è l'unico, però è quella figura che si fa carico dei problemi della persona ed è con lui o e con lei se piange, se non ce la fa, se riesce e se ha bisogno di un abbraccio o di un sorriso. Gestire, organizzare e coordinare un intervento è il suo compito e ha bisogno di una solida preparazione, una cornice teorica di riferimento che orienta l'agire, dando il giusto peso alla parte emotiva di un lavoro che ha a che fare con le persone. 
L'educatore è diventato, nel corso del tempo, la figura alla quale è affidata alla lotta al disagio e i processi di disgregazione sociale, da un lato, e, dall'altro, la garanzia dell'esigibilità di alcuni diritti. Educare, riabilitare, sostenere è l'esatto contrario di condannare, reprimere, isolare. È per questo che per raggiungere i risultati che il nostro Paese si è posto, anche nell'ambito dell'Unione europea, abbiamo bisogno di un professionista adeguatamente formato. Oggi è già così in molte parti del nostro Paese, ma assistiamo ancora a situazioni che lasciano perlomeno perplessi. La legge chiarisce ulteriormente che per quel tipo di attività è necessaria la laurea triennale. 
Devo dire che questa legge ha un assoluto bisogno ed avrà un assoluto bisogno di essere seguita non solo nella fase di approvazione, ma soprattutto per l'attuazione; è necessario chiudere quei corsi che giocano con la parola educazione, ma che soprattutto giocano con le persone, che hanno bisogno di specialisti adeguatamente formati e non di «corsetti» così, per dare magari sotto l'egida del – come dire ? – mercato del lavoro, la speranza di professionalità a chi non la potrà ottenere in quattro o cinque mesi. 
La legge chiede alle università di favorire l'attivazione di corsi di laurea interdipartimentali o interfacoltà, come già avviene per esempio a Torino. Io voglio citare questo esempio perché, per quanto mi riguarda, è un bell'esempio positivo e lo avete sentito anche nel corso del dibattito; qualcuno avrebbe voluto la creazione di un profilo professionale unico, ma nella discussione e nel rispetto di tutte le opinioni, dall'approvazione di questa legge io credo che possiamo affermare, rovesciando un po’ l'impostazione che fin qui è stata data, che la professione di educatore professionale d'ora in avanti – quindi l'educatore professionale – si concretizza in due figure: da un lato, l'educatore professionale socio-pedagogico e, dall'altro, l'educatore professionale socio-sanitario, ma educatori professionali entrambi. 
Il tema che abbiamo voluto affrontare, partecipando anche a numerosi incontri, dibattiti e discussioni, è quello di parlare ai giovani che vogliono intraprendere questa professione e noi, secondo me, con questa legge diamo a questa professione, e ai giovani che vorranno intraprenderla, chiarezza nella propria impostazione ed anche chiarezza abbiamo fatto, secondo me, per quanto riguarda chi è già in servizio, perché non sono state poche le preoccupazioni. 
Abbiamo scritto, per esempio, che a chi abbia 10 anni di servizio o a chi abbia cinquant'anni di età, la qualifica viene attribuita direttamente. 
È stato già lungo il dibattito intorno a questa discussione. Io vorrei concludere questo breve intervento dicendo che credo debba essere apprezzata la chiara volontà politica, che mi sembra tra l'altro ampiamente condivisa, di portare, con questo provvedimento la forte volontà di rilanciare i servizi sociali e sanitari, anche qui, da questa discussione, mandando un messaggio, ai nostri amministratori locali e del terzo settore, di tornare ad investire nei servizi e di considerare la dotazione nei servizi di adeguate figure professionali, per esempio come quella dell'educatore professionale, la migliore garanzia di risultati utili a migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e della deputata Santerini).