Data: 
Mercoledì, 6 Giugno, 2018
Nome: 
Walter Verini

Grazie Presidente. Siamo preoccupati per i silenzi e per le cose dette anche sui temi della giustizia, della lotta alla corruzione e alle mafie. Noi non guardiamo acriticamente al lavoro fatto negli anni scorsi, però ci saremmo aspettati un impegno a proseguire, pur con le possibili correzioni, su una strada che ha visto Governo e Parlamento impegnati, per riforme di sistema, del penale e del civile, del fallimentare, sull'abbattimento del pregresso, sulla velocizzazione dei processi e delle procedure, sulle risorse umane, dai magistrati al personale di cancelleria. È il PD, Presidente, a sfidarla a proseguire lungo la strada della lotta alla corruzione. Quelli passati sono stati gli anni dell'aumento delle pene per questi reati, dell'introduzione dell'autoriciclaggio, della ripenalizzazione del falso in bilancio, dei reati ambientali, della tutela dei segnalatori di reati, della valorizzazione dell'ANAC o del reato di depistaggio, del voto di scambio politico-mafioso. Mi consenta, non abbiamo atteso l'arrivo degli avvocati del popolo per muoverci su questi terreni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Limitarsi, come lei ha detto, a prevedere un aumento, sine die, della prescrizione o a ipotizzare figure, che più che agenti sotto copertura rischiano di essere agenti provocatori, appare una scorciatoia, che giustamente le ha fatto meritare in queste ore le pesanti critiche dell'avvocatura, a partire dalle camere penali.

Lei poi ha parlato di aggressione ai patrimoni mafiosi, ignorando la storica riforma di pochi mesi fa (di pochi mesi fa!) del codice antimafia dei beni confiscati, sostenuta da movimenti come Libera e ispirata a personalità che stanno nel DNA del Partito Democratico, come Pio La Torre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e al lavoro di magistrati, come Giovanni Falcone.

Forse lo ha fatto perché il MoVimento 5 Stelle si oppose a quella riforma e la Lega si astenne. Ma ci saremmo piuttosto aspettati da lei un impegno ad applicarla prima possibile, per colpire davvero i patrimoni delle mafie, dimostrare che le aziende assegnate a lavoratori e a cooperative funzionano e stanno sul mercato meglio di quando le gestiscono le mafie. E lo diciamo al suo Ministro dell'interno: l'obiettivo principale del sequestro dei beni confiscati non è fare cassa, ma fare investimento sulla legalità, sul riscatto sociale, su una convivenza civile, senza ricatti e violenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E a questo proposito la invitiamo anche a fare la sua parte, perché al più presto venga calendarizzata la ratifica del Trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi, siglato dal precedente Governo, per colpire davvero le latitanze di persone legate alle mafie e alla criminalità, che allo stato non possono essere estradate. Ci sono depositate due leggi, due proposte, una del precedente Governo e una nostra, con la collega Quartapelle. Le si approvi prima possibile!

La legittima difesa, poi, è un tema reale, ma non si deve pensare di cavalcare così le paure, a volte vere, reali, ma a volte solo percepite, mandando messaggi tesi alla diffusione delle armi, della difesa fai da te, cancellando ogni proporzione tra difesa e offesa, tra pericolo reale e reazione. Dove queste cose esistono, come negli Stati Uniti, la criminalità, gli omicidi e le stragi, in famiglia o nelle scuole, aumentano. Altro che sicurezza!

Queste cose, infine, sono purtroppo coerenti con altre da lei dette, sul tema delle carceri, trattate come se fossero solo un problema edilizio. Noi purtroppo - e ho finito Presidente - non siamo riusciti a portare in fondo la riforma. Dovreste e potreste farlo voi. In ogni caso non permetteremo che si cancelli ogni idea di carcere come rieducazione e reinserimento. Pene certe sì, ma anche lavoro, formazione e cultura. Lei non ha parlato di queste cose, istruzione e cultura. Sono fondamentali per un Paese che guarda al futuro, ma anche per evitare degrado disgregazione, e sono fondamentali, perché, durante la pena, avere la possibilità di studiare, lavorare e prendere un diploma significa non tornare a delinquere. Non lo dimentichi, Presidente. Noi non lo dimenticheremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).