Relatore
Data: 
Lunedì, 15 Settembre, 2014
Nome: 
Vincenzo Amendola

A.C. 2125

Signor Presidente, colleghi deputati, l'Accordo italo-bosniaco nel settore della cultura, dell'istruzione e dello sport tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Bosnia Erzegovina costituisce la base necessaria per ogni iniziativa e progettualità nel campo culturale, formativo e sportivo con questo Paese, che riveste un ruolo centrale nei Balcani occidentali.
  I rapporti tra Italia e Bosnia in questi campi sono antichi e strutturati e si caratterizzano, ancora oggi, per la vivacità degli scambi e delle iniziative comuni, anche se si rende necessaria una loro intensificazione e razionalizzazione, anche nella prospettiva di fornire una risposta efficace alla forte richiesta di cultura e di lingua italiana in Bosnia Erzegovina.
  L'Accordo è volto, altresì, a favorire l'integrazione della Bosnia Erzegovina nei processi di integrazione europea e nel quadro della cooperazione regionale, incoraggiando la partecipazione bilaterale nel contesto di programmi multilaterali promossi dall'Unione europea, nonché da specifici organismi regionali, quali l'Iniziativa centro europea e l'Iniziativa adriatico ionica. Attraverso questa intesa diventerà più agevole operare congiuntamente per la conservazione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, inclusi archivi, musei, biblioteche, contrastando, anche mediante scambio di informazioni fra le rispettive forze di polizia, i trasferimenti illeciti di beni culturali.
  I programmi di cooperazione verranno definiti dall'apposita commissione mista, che potrà avvalersi dell'ausilio di esperti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e delle altre amministrazioni competenti, in ragione delle materie trattate.
  L'Accordo costituisce, inoltre, un valido strumento volto ad assicurare la protezione dei diritti d'autore e della proprietà intellettuale, in ottemperanza alle norme internazionali e nazionali. Particolare attenzione viene riservata alla salvaguardia dei diritti umani e alla lotta contro ogni forma di discriminazione e di intolleranza. Infine, l'Accordo prevede specificatamente una stretta collaborazione nei settori dell'informazione, dell'editoria e delle attività sportive.
  Attualmente, nel settore universitario l'insegnamento della lingua italiana è incoraggiato tramite l'erogazione di un contributo, fornito annualmente dal Ministero degli affari esteri, a sostegno delle attività dei lettorati e delle cattedre italiani attivi presso le università di Banja Luka, Sarajevo e Zenica. Questa attività di promozione ha reso, già da alcuni anni, l'italiano la seconda lingua straniera più studiata in Bosnia, dopo l'inglese.
  Gli oneri di attuazione dell'Accordo, dettagliati nella relazione tecnica, sono stimati in 440.920 euro nel 2014 e nel 2015 e in 448.640 euro a decorrere dal 2016.
  Alla loro copertura si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma fondi di riserva e speciali della missione fondi da ripartire dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. Come sappiamo, la ratifica di questo Accordo cade in una congiuntura politica ed economica drammatica per la Bosnia Erzegovina. Sul versante del processo di integrazione europea, il 14 aprile scorso i Ministri dell'Unione europea hanno respinto la richiesta croata di assegnare uno status speciale alla Bosnia per accelerarne il percorso di integrazione europea, anche se hanno adottato un programma per sostenere la crescita del Paese. La Presidenza di turno dell'Unione europea da parte del Paese sta attivamente operando per superare questa impasse, emblema di un'Europa che manca, e per un'accelerazione sul piano dell'integrazione europea di tutti i Paesi dei Balcani occidentali. Pesa sicuramente il nodo della struttura istituzionale del Paese, delineata dall'Accordo di Dayton del 1995, che ostacola fortemente il processo di integrazione. Si tratta di un assetto estremamente complesso, con ben poca collaborazione tra i diversi livelli di governo, che ha già costretto la Commissione europea a congelare una parte dei fondi di preadesione per il periodo 2007-2013, rischiando di mettere a repentaglio anche la partecipazione degli studenti bosniaci al programma Erasmus. A questa pesantissima situazione politico-sociale, oggetto di violente contestazioni nei mesi scorsi, si somma l'emergenza prodottasi con le alluvioni. La ricostruzione, però, è prioritaria anche nei rapporti con il nostro Paese e per questi motivi raccomando vivamente all'Aula l'approvazione di questo disegno di legge.