Data: 
Lunedì, 15 Settembre, 2014
Nome: 
Vincenzo Amendola

A.C. 2080-A e A.C. 996

 

Signor Presidente, anche questa ratifica – che proviene da lontano, dal 2008, firmata nel maggio del 2008 a Brasilia – ha una rilevanza importante non solo per i rapporti che intercorrono tra l'Italia e il Brasile, anche su tematiche legate al trasferimento di detenuti. L'Italia e il Brasile sono stati anche protagonisti di una querelle ancora non chiusa, rispetto ad un caso molto rilevante per la nostra coscienza e per il nostro lavoro negli anni passati: mi riferisco al caso del terrorista Battisti.
  Il trasferimento nello Stato di cittadinanza del detenuto nel territorio dell'altro Stato contraente determina anche la possibilità di scontare – come diceva giustamente il relatore Porta – la pena comminata nel proprio Paese.
  È un Accordo che, quindi, costruisce un'infrastruttura relativa alle autorità che determinano il processo penale, soprattutto le risultanze dei processi penali, e che avvicina il nostro Paese al Brasile; è un Accordo importante per la storia delle relazioni. Tra i 19 articoli che, in base all'articolo 117 della Costituzione reca questa ratifica, l'articolo 5 determina anche gli ambiti di applicazione: l'Autorità per l'Italia sarà la Direzione della giustizia penale del Ministero della giustizia. Quindi, per il quadro descritto dal relatore Porta e per elementi anche di dibattito che sono intervenuti negli anni passati, io credo che dopo tanti anni sia necessario speditamente conformare il nostro Paese e il Brasile a un rapporto corretto sul trasferimento delle persone condannate.