Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 14 Aprile, 2015
Nome: 
Mara Carocci

A.C. 1949-A

Grazie Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto, e che hanno annunciato il voto favorevole del loro gruppo, hanno ampiamente valorizzato gli aspetti positivi di questo provvedimento. Infatti, questa legge è ampiamente condivisa da quasi tutti i gruppi e anche dal Governo, in quanto intende permettere ai minori che non hanno la cittadinanza italiana, ma vivono regolarmente in Italia, almeno dall'età di 10 anni, di poter essere tesserati con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani, presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o presso associazioni di promozione sportiva. Si intende così recuperare un'assenza che ormai è inspiegabile, cioè l'assenza di una legge nazionale sulloius soli sportivo, potremmo chiamarlo così. Questa assenza risulta fonte di notevoli ostacoli burocratici per le società sportive italiane che intendono far crescere tutti i loro atleti, non solo quelli con cittadinanza italiana. 
Soprattutto, quest'assenza è fonte di penalizzazione e discriminazione per ragazzi e ragazze che in Italia sono nati o sono cresciuti, che vi frequentano la scuola, ma che lo Stato ancora non riconosce come cittadini. Occorre dunque rimuovere le regole e le procedure che impediscono il tesseramento dei giovani non in possesso della cittadinanza italiana nel momento del passaggio dall'attività sportiva di base a quella agonistica. Si intende permettere a coloro che hanno iniziato un percorso sportivo di poter proseguire l'attività, innanzitutto per coltivare il loro talento, ma anche per affermare il valore di integrazione sociale che assume l'attività sportiva non professionale. Ragazze e ragazzi che praticano uno sport, che crescono e si integrano con i loro compagni e compagne, che sperimentano lo spirito di gruppo e di condivisione di regole – come è stato già ben sottolineato – con i loro coetanei e coetanee, attualmente si vedono negare in maniera inaccettabile e discriminatoria questo diritto. Non so se ai colleghi contrari a questa legge è mai capitato di conoscere uno di questi ragazzi. A me è successo: un ragazzino di 14 anni, che gioca a basket, che con le lacrime agli occhi, e con lui sua mamma, mi si è presentato quando gli si è prospettata la difficoltà di proseguire la sua attività sportiva. Ma se lo sport, come siamo convinti tutti, si fonda su valori educativi, sociali e culturali essenziali, se è un importante fattore di inserimento, di accettazione delle differenze e, come dicevamo, di rispetto delle regole, non possiamo che auspicare che anche oggi, in quest'Aula, questa proposta di legge veda la stessa ampia condivisione che ha già ottenuto in Commissione. 
Si intende, infatti, assicurare l'accesso alla pratica sportiva agonistica non professionistica del minore in quanto tale, quindi della persona, pur non entrando il provvedimento nel complesso problema della cittadinanza. 
Detto questo, auspichiamo anche che si tratti di un primo passo verso l'apertura della discussione sull'accesso alla cittadinanza italiana dei minori stranieri stabilmente residenti nel nostro Paese. Per questo motivo, dichiaro il voto convintamente favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).