Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 18 Aprile, 2017
Nome: 
Luigi Dallai

A.C. 4314-A

Grazie, Presidente. Il disegno di legge n. 4314 va certamente considerato con favore per ciò che le norme stabiliscono e per quello che le stesse sottendono. Attraverso la costituzione dei comitati nazionali e lo stanziamento preposto di circa 3 milioni e mezzo di euro, come ricordato precedentemente, si propone infatti di finanziare iniziative di alto valore culturale e formativo rivolte all'intero corpo sociale attraverso i canali istituzionali della formazione sia scolastica che universitaria e tramite il coinvolgimento degli enti locali.

Sono proposte finalizzate certamente alla migliore conoscenza delle figure degli scienziati, artisti e letterati richiamati dal provvedimento, cioè Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio e Dante Alighieri, ma anche, per loro tramite, destinate ad aprire squarci sulle molte tematiche e le diverse sfaccettature che caratterizzano ciascuna di queste eccezionali personalità e, forse, su come esse possano essere declinate e calate oggi nel nostro contesto storico e sociale.

Parlare di Raffaello e di Lonardo, celebrandone i 500 anni dalla morte, e di Dante, celebrandone i 700 anni dalla morte, vuol dire in realtà partire da figure concrete di uomini per parlare di arte, letteratura, architettura ed ingegneria, ma anche di società, inclusione, frontiere, politica, lingua, formazione e opportunità. Vuol dire, insomma, parlare di territori, di percorsi di identità all'interno di questi stessi territori.

Le cornici cronologiche in cui queste figure sono vissute ed hanno sviluppato il proprio ingegno sono diverse: se Raffaello e Leonardo si iscrivono nel contesto culturale e storico del Rinascimento italiano, Dante, cioè il padre della lingua italiana, è l'espressione del più risalente Medioevo. Differenti sono anche i campi nei quali le personalità eccezionali di Raffaello, Leonardo e Dante svilupparono il loro talento: pittore e architetto il primo; ingegnere, pittore, scultore, maestro di molte e rare virtù il secondo, che si definì “omo sanza lettere”, ma capace di sviluppare dall'esperienza una nuova scienza e di calarla in infinita sperimentazione; letterato, politico, filosofo il terzo, uomo di parte, uomo di pensiero, ma anche d'azione, si potrebbe definire al giorno d'oggi.

Contesti culturali differenti ed anche differenti territori videro questi grandi ingegni varcare continuamente i molti confini che caratterizzavano la vita degli uomini di quel tempo per cogliere opportunità oppure fuggire difficoltà o, ancora, cercare protezione; in alcuni casi, confini che divennero invalicabili, esili assoluti e dolorosi.

Queste personalità, certamente uniche per la loro grandezza e per gli infiniti echi che il loro lascito culturale ha avuto ed ha nella nostra società, possono essere considerate dei paradigmi assoluti, che travalicano per questo il limite imposto dal loro tempo, divenendo per noi tutti - italiani ed europei - riferimenti culturali fondanti della nostra identità. Ripercorrere la vita e le opere di questi grandi uomini ci permette di viaggiare nel nostro Paese, nelle numerose città che essi visitarono, dove svolsero la loro formazione e dove il loro ingegno produsse i suoi meravigliosi frutti.

Seguirne le vicende terrene vuol dire ricordare la peculiarità tutta italiana delle molte municipalità a lungo contrapposte, delle corti del Rinascimento, delle aspre contese politiche, delle relazioni diplomatiche che sono da sempre andate ben oltre gli odierni confini nazionali, legando l'Italia inscindibilmente al resto d'Europa. Dalla loro vicenda umana impariamo che i confini sono un limite all'ingegno e che l'arte è da sempre la nostra prima ambasciatrice. Lorenzo il Magnifico basò sulle indubbie capacità di Leonardo e su quelle degli artisti migliori riuniti presso di lui alcune delicate attività diplomatiche che gli stavano più a cuore.

Ripercorrere le vicende umane di questi artisti vuol dire ricordare che la formazione deve sempre tendere all'eccellenza e, dunque, dobbiamo agire oggi in tal senso. Pur nella loro eccezionalità, le vite di Dante, Raffaello e Leonardo ci insegnano che è cruciale riconoscere e valorizzare il talento. Un tempo furono i principi e i signori a garantire la protezione degli artisti, oggi è dovere ed interesse della Repubblica garantire le migliori opportunità ai talenti in formazione, qualunque essi siano e da dovunque essi provengano.

La loro unicità ci insegna che è fondamentale abbracciare il nuovo e non esserne intimoriti, rompere gli schemi, perché è dalla novità e dalla sperimentazione che si genera conoscenza e progresso. Così nella lingua di Dante, così come nella pittura di Raffaello e nell'espressione artistica ed ingegneristica di Leonardo, noi ancora oggi riconosciamo il segno del nuovo, il suo valore esplosivo, l'importanza fondamentale di una rottura che fa perno sulla tradizione, per poi superarla e andare oltre.

Da questo esempio dobbiamo promuovere anche noi, sempre, un'idea prospettica del sapere e, conseguentemente, pensare che è necessario progettare strumenti innovativi per permettere il pieno dispiegamento del potenziale insito in ciascuno di noi.

Per tutto ciò che abbiamo detto sin qui, plaudendo dunque all'iniziativa e alle disposizioni in essa contenute, ci auguriamo che i comitati previsti da questo provvedimento operino interpretando al meglio gli infiniti motivi di interesse che la celebrazione di queste importanti ricorrenze propone: che esse divengano, cioè, occasione di studio e di riflessione certamente, ma anche di operativa realizzazione di iniziative volte al massimo coinvolgimento del nostro corpo sociale, perché la vera scommessa di capitale importanza per tutti noi è stimolare in ogni occasione il senso critico e, con esso, renderci tutti maggiormente consapevoli della nostra identità, della lunga storia di civiltà che ci ha preceduto, capire da dove veniamo, quali sono i nostri riferimenti culturali e storici. Questo ci permette non solo di capire chi siamo oggi, ma ci aiuta soprattutto ad immaginare dove vogliamo andare.