Discussione generale
Data: 
Venerdì, 27 Ottobre, 2023
Nome: 
Maria Stefania Marino

A.C. 752-A

Signor Presidente, membri del Governo, colleghe e colleghi, buongiorno. Oggi, dopo svariati mesi di lavoro, approda in discussione generale la proposta di legge sull'imprenditoria giovanile in agricoltura, proposta che, sin dall'inizio della discussione in Commissione, ha visto il pieno sostegno e la collaborazione del nostro partito e di tutte le forze politiche di opposizione.

La proposta di legge che siamo chiamati a discutere oggi è il primo, forse l'unico, intervento legislativo che arriva ad approdare in Aula dopo che la costante proposizione da parte del Governo di decreti di urgenza ci ha esautorati del tutto dal potere legislativo. La proposta di legge proposta dalla maggioranza, sebbene risultante incompleta, sembrava, quantomeno, partire da alcune premesse condivisibili. Infatti, l'individuazione della fascia di età alla quale i sostegni sarebbero andati era coerente con i dati di lettura macroscopica del tessuto sociale italiano, così come lo era l'individuazione della finalità per cui i finanziamenti sarebbero stati erogati.

La proposta di legge, inoltre, richiamava opportunamente la necessità di evitare contrasti con la legge europea sul rispetto della concorrenza, richiamo di essenziale importanza, viste le svariate condanne europee relative alla frequente e inopportuna elusione della normativa in questione. Anche l'iniziale previsione dello stanziamento di un fondo da 100 milioni, seppure ancora insufficiente, poteva considerarsi coerente con la situazione finanziaria italiana. Ma ci si era illusi, signor Presidente, che si potesse addivenire a una legge condivisa, ci eravamo sbagliati, perché il Governo, come sempre, ci ha bruscamente svegliati.

Come dicevo, la proposta di legge era strutturata sul presupposto che ne sarebbe derivato lo stanziamento di un fondo di 100 milioni di euro, cifra già di per sé non bastevole a far fronte all'esigenza di sviluppo dell'imprenditoria agricola giovanile, ma che comunque avrebbe rappresentato un ammontare accettabile che, se ben utilizzato, avrebbe potuto essere, se non una chiave di svolta del settore, quantomeno un interessante punto di partenza a favore dell'imprenditoria agricola giovanile. Tale fondo però è stato arbitrariamente ridotto, passando dagli appena citati 100 milioni annui agli attuali 15 milioni di euro, cifra già di per sé ridicola. Ma lo è ancor di più se rapportata a quella inizialmente immaginata e all'effettivo e reale bisogno. Ma non finisce qui perché gli obiettivi che i colleghi di maggioranza vorrebbero realizzare con solo 15 milioni di euro sono nell'ordine: l'acquisto di beni e strutture necessarie per l'avvio dell'attività; l'acquisto di beni strumentali; l'ampliamento dell'attività minima produttiva; l'acquisto addirittura di complessi aziendali già operativi. A questo punto, mi corre l'obbligo di chiedere alle forze di maggioranza come concretamente ritengano di poter riuscire a realizzare anche soltanto uno di questi ambiziosi obiettivi, potendo contare soltanto su un fondo di 15 milioni di euro. Anche agli occhi più inesperti che sappiano esercitare un minimo di logica è oltremodo evidente che si tratta di una carta straccia e di una mera presa in giro per i tanti giovani agricoltori, che aspettavano questa legge come una grande opportunità, che purtroppo è stata a loro sottratta. Sapete, ho riflettuto in merito all'enorme quantità di riforme del tutto miopi rispetto alla situazione dei giovani o addirittura apertamente deleterie riguardo alle loro necessità e su talune dichiarazioni di forze di maggioranza che, in maniera più o meno palese, sembrano accusare i nostri ragazzi di essere troppo scansafatiche, di non la avere volontà di lavorare e di non essere abbastanza coraggiosi da investire, dichiarazioni che in realtà non fanno che nascondere un sottotesto che lascia trapelare un'idea secondo la quale i nostri ragazzi, per dimostrare la voglia di lavorare, dovrebbero consentire a farsi sfruttare e sottopagare. E in conseguenza di questo, se fossi una malpensante, potrei pensare che questa manovra, come vero obiettivo, voglia far dimenticare tutte queste sballate e malfatte scelte politiche, tentando di ingannare i giovani italiani con una riforma che, ad un occhio non attento, vorrebbe apparire come a loro favore. Con i soliti metodi propagandistici quindi, per deviare dalle reali intenzioni di questa maggioranza, si decide di sottoporre all'attenzione della Commissione un disegno di legge di tutto rispetto, salvo poi stravolgerlo riducendo, fino quasi ad annullarli, i fondi necessari alla sua attuazione e apportando tutta una serie di altre modifiche dalla discutibilissima portata innovatrice. C'è una seconda modifica comunque che salta alla mia attenzione in modo particolarmente sgradevole: nel testo originario era prevista infatti l'individuazione delle modalità e dei criteri per la ripartizione delle risorse attraverso un processo di concertazione tra Stato, regioni e province autonome, in esito al quale dare vita a un decreto ministeriale, previsione questa che ritenevo anch'essa importantissima in ragione del fatto che l'agricoltura è un'attività che vanta un così stretto legame con i territori di cui è sostanzialmente la specificazione e sembrerebbe quantomeno opportuno valutare le reali necessità verso le quali dirottare i fondi con chi i territori li vive giornalmente. Anche questa previsione è stata abrogata dalle proposte emendative delle forze di maggioranza. Di ciò purtroppo non sono particolarmente stupita, considerata la tendenziale assenza di volontà da parte dei Ministri del Governo Meloni di dialogare con gli enti territoriali. Ovviamente il potere in oggetto rimane adesso del tutto affidato all'arbitraria ed inappellabile decisione dei Ministri Lollobrigida e Giorgetti, così come a loro rimarranno affidate - perlomeno me lo auguro - le conseguenze politiche di come questi fondi verranno utilizzati. Non mi capacito di come questi errori, correttamente evitati durante la stesura del testo originale, siano stati poi scientificamente inseriti dalle forze di maggioranza in sede emendativa. Non vorrei pensare che si tratti della dimostrazione dell'ennesima scaramuccia interna tra forze di governo, anche se chissà. Come dicevo all'inizio comunque, fin da subito, era evidente l'assenza di alcune disposizioni essenziali, che avrebbero potuto imprimere una fortissima portata innovativa a una proposta di legge diretta ai nostri giovani. Prima di introdurre questa seconda parte del tema, considerato il tempo a disposizione e con il vostro permesso, vorrei fare anche un'altra premessa. La prima premessa è che l'Italia ha aderito, con il voto contrario di Fratelli d'Italia, alla strategia europea Farm to fork, una strategia lungimirante e progressista, che si inserisce in un contesto generale di transizione green e tecnologica del settore agroalimentare e che però, essendo direttamente applicabile, avrebbe dovuto vedere un recepimento con una specifica normativa interna degli Stati membri. In ragione di ciò, avevo sottoposto alla vostra attenzione un ordine del giorno in merito alla necessità di implementare in tempi celeri la strategia in oggetto. Tale ordine del giorno - lo rammento a tutti noi - ha ricevuto parere positivo del Governo e voto favorevole da parte di tutte le forze politiche, sia della maggioranza, sia dell'opposizione. La strategia comunque vanta alcuni interessantissimi obiettivi di fondo, da realizzare attraverso l'implementazione di 27 azioni, che incidono su tutti gli aspetti dei processi produttivi, che vanno dalla produzione, alla manipolazione, fino alla vendita, all'acquisto e all'eventuale spreco dei prodotti agroalimentari europei. Per fare questo, la Commissione europea si pone l'obiettivo di intervenire su moltissimi temi, tutti di essenziale importanza, molti dei quali presenti anche nei programmi dell'attuale compagine di Governo, dal dimezzamento dei pesticidi chimici, oggi utilizzati, alla creazione di un mercato tendente alla salubrità generale dei prodotti in esso presenti, fino alla tutela potenziata della denominazione dei prodotti di dominio e alla sicurezza alimentare. Mi è capitato, non troppo tempo fa, di fare un intervento in merito, in cui riferivo una mia preoccupazione relativa all'attuazione di questa strategia, a motivo della complessità di azioni da attuare a cura delle imprese agricole attualmente esistenti per il raggiungimento di tali obiettivi, complessità direttamente connesse ai fondi necessari alla transizione e non sempre nella disponibilità delle imprese e alla difficoltà per le imprese stesse di modificare taluni approcci produttivi, che hanno seguito per anni con notevole successo. Si tratta di difficoltà più che comprensibili e che però ci richiamano alla necessità di invogliare le nuove imprese agricole, a partire da giusti presupposti, implementando sin da subito tecniche produttive sostenibili e tecnologicamente avanzate, in modo da garantire con il tempo il naturale ricambio generazionale, che possa loro consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti e non rimanere tagliati completamente fuori dal mercato. Allora, quale migliore occasione di questa per strutturare dei veri incentivi al perseguimento di questa essenziale strategia? Questa infatti era l'occasione perfetta per consentire alla filiera un avanzamento senza precedenti e soprattutto dare sempre un'opportunità ai nostri giovani agricoltori, tuttavia stiamo di nuovo discutendo dell'ennesima, ottima occasione deliberatamente sprecata da una visione miope delle forze di maggioranza, un'occasione della quale voi stessi avete riconosciuto l'estrema e fondamentale importanza, tanto da votare favorevolmente il mio ordine del giorno. Un'altra questione che mi preme ricordare riguarda le agroenergie: anche di questo avevo parlato durante un intervento parlamentare a seguito di un ordine del giorno da me presentato e, ancora una volta, con il parere favorevole del Governo, l'Aula decise di votare a favore. Sono andata a riprendere quell'intervento che riassumerò qui, per riproporlo brevissimamente alla mia memoria e a quella dei colleghi; come ricordavo in quell'occasione, le agroenergie sono - secondo il CREA - la potenziale maggiore fonte d'energia del nostro Paese. Il termine indica la possibilità di creazione di energia al 100 per cento sostenibile, attraverso l'utilizzo degli scarti del settore. Avevo riferito che questa opportunità poteva costituire un'importantissima occasione per due ragioni: si sarebbe potuto contribuire alla sicurezza energetica del Paese e si sarebbe potuto consentire alle imprese agricole di ottenere reddito aggiuntivo. Anche in quell'occasione, prendendo atto delle difficoltà economiche e informative alle quali le imprese sarebbero state sottoposte, avevo chiesto al Governo di implementare gli incentivi economici per la realizzazione di impianti di questo genere, o comunque di predisporre per lo meno una massiccia campagna informativa diretta alle suddette imprese circa la possibilità di procedere con investimenti in questo senso. Con il mio intervento inoltre ricordai che poteva essere difficoltoso convincere le imprese già esistenti a una rivoluzione così massiccia dei metodi produttivi. E' proprio per queste ragioni che un disegno di legge sull'imprenditoria giovanile poteva rivelarsi come il mezzo perfetto per raggiungere l'obiettivo prefissato da quel famoso ordine del giorno.

Ahimè, si tratta soltanto di un'ulteriore occasione sprecata. Ma io, invece, non sprecherò questa occasione che mi servite su un piatto d'argento per dimostrare che è falso ciò che dite, sul metodo utilizzato in Parlamento dalle forze di opposizione. Infatti, al contrario delle vostre strampalate dichiarazioni, vi ho appena dimostrato che l'opposizione del Partito Democratico non è mai stata un'opposizione solo ideologica, ma un'opposizione su contenuti e su temi, contenuti e temi che voi stessi in più di un'occasione avete ritenuto validi e che, però, vi siete rifiutati di implementare.

Ma la verità è una ed è molto semplice: per intervenire in modo incisivo su un settore bisogna prima di tutto avere la contezza dei meccanismi che lo regolano, contezza che evidentemente manca del tutto alle forze di maggioranza e ancora di più al Ministro competente, che, chiamato da questa proposta di legge a individuare, come dicevo prima, i criteri per la ripartizione delle risorse, dimostra, con le sue dichiarazioni, di non avere la benché minima idea persino dei prezzi del settore. Mi riferisco, ovviamente, alle dichiarazioni del Ministro Lollobrigida. Quest'ultimo durante il meeting di Rimini aveva dichiarato, infatti, che i cittadini italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà mangerebbero prodotti di qualità migliore rispetto ai ricchi, salvo, poi, essere stato smentito dalla NADEF del suo stesso Governo, in cui il Ministro dell'Economia e delle finanze, che, per inciso, è il Ministro che concorrerebbe con lui all'individuazione dei criteri per l'erogazione dei fondi, analizzando gli ultimi dati Istat disponibili mette nero su bianco l'assunto secondo cui l'aumento dei prezzi spinge le fasce più povere della popolazione ad acquistare prodotti di qualità inferiore, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini sia di stile di vita che, soprattutto, di salute.

Adesso viene spontaneo chiedersi: cosa succederà affidando la ripartizione dei fondi a un Ministro che si cimenta in dichiarazioni così sbagliate, illogiche e - mi verrebbe da dire - fuori da ogni grazia di Dio? O, forse, dovrei chiedermi cosa succederà affidandola a due Ministri che si smentiscano vicendevolmente in un documento essenziale come la NADEF, oltre ad essere in aperto ed evidente contrasto ideologico sui principi regolatori del settore? Presidente, mi rivolgo a lei: il tema è molto delicato.

Sono madre di due ragazzi giovani e mi trovo costantemente a confrontarmi con i miei figli o con i loro amici. La loro sensazione di essere abbandonati giorno dopo giorno è una delle componenti che maggiormente hanno concorso alla volontà e alla dedizione che ho avuto nel voler essere qui oggi. Il mio obiettivo principale, infatti, era riuscire a far cambiare loro idea, dimostrare loro che la politica si ricorda di loro e non solo per ragioni elettorali o propagandistiche, ma perché riconosce i torti che hanno subito e che subiscono e perché, in fondo, è vero che qui siamo in grande maggioranza adulti, ma è anche vero che molti di noi hanno dentro le proprie case le testimonianze di quanto questa Italia sia poco rispondente alle loro esigenze.

Questa è anche la ragione principale per cui, come vi dicevo all'inizio, in un primo momento abbiamo valutato, come gruppo, di dare voto favorevole alla proposta di legge originaria. Ma voi, colleghi di maggioranza, avete voluto utilizzare ancora una volta i vostri discutibili giochetti e stravolgere il senso del provvedimento originario, calpestando le prerogative del Parlamento con scopi tipici ed esclusivi di tutta la vostra azione politica, cioè quelli di propagandare una presunta competenza che voi stessi sapete di non avere, sventolando davanti agli occhi dei cittadini l'erogazione di fondi che in partenza sapete di non voler erogare e il tutto a danno, sempre e comunque, delle fasce sociali più svantaggiate. Per tutte queste ragioni io e il Partito Democratico non possiamo che votare sfavorevolmente, questa volta, però, con in bocca un sapore ancora più amaro delle altre volte.

Colleghi, avete provato a prenderci in giro e non l'avete fatto soltanto con noi: lo fate ogni qualvolta siete ospiti in TV, in ogni intervento parlamentare, in ogni conferenza stampa, con tutti i cittadini e persino con i vostri stessi elettori. Da sempre avete parlato e parlate per slogan, salvo poi, una volta al Governo, fingere il raggiungimento di obiettivi puntualmente smentiti dai fatti, alle volte persino dagli stessi organi interni del Governo. Per quanto tempo credete di poter andare avanti così? Davvero siete convinti che i vostri elettori non se ne accorgeranno mai? Sul serio pensate che depositare proposte di legge altisonanti e bellissime nasconderà il fatto che siete poi voi stessi a emendarle nel senso opposto a quello per cui sono state presentate? Io non so se questa vostra strategia si rivelerà ancora vincente con gli elettori, ma vi dico qui oggi che lo state facendo in barba al Parlamento e ai vostri stessi parlamentari, costretti a chinare ogni volta la testa di fronte alle angherie dal Governo, e qui voglio ringraziare tutta la Commissione e il presidente. Se questa è la strategia elettorale della quale voi stessi andate fieri, vi lasciamo l'onere di continuare a portarla avanti, perché a noi non appartiene questa cultura, sia che ricopriamo un ruolo di opposizione sia che siamo forza di Governo. Riflettete su ciò che avete fatto con questo provvedimento, non tanto a noi ma a tutti coloro i quali aspettavano di poter costruire un futuro per le loro famiglie e per i loro figli ma voi glielo avete distrutto. Noi potremmo continuare a guardarci allo specchio, non so voi.