Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Martedì, 2 Maggio, 2017
Nome: 
Massimo Fiorio

A.C. 302-3674-A

 

Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, ci sono due modi sostanzialmente per rappresentare, per raccontare l'agricoltura biologica. Il primo fa riferimento a qualche esperienza coraggiosa di pochi, esperienze anche avventurose in qualche modo magari collocate in aree difficili del Paese, produzioni di nicchia, alto valore aggiunto. Poi c'è un altro racconto che vediamo sempre più spesso sui giornali che ci narra, ci racconta i dati di questo settore: 60.000 aziende iscritte al sito della certificazione biologica, di cui 45.000 con metodo esclusivo; la conversione e il passaggio da agricoltura convenzionale ad agricoltura biologica ogni anno dell'ordine di 4.000-5.000 aziende; la SAU, superficie agricola utilizzata, ormai di un milione e mezzo di ettari con un incremento anno per anno dell'8-9 per cento; produzioni importanti cerealicole, ortifrutticole, ulivi, viti, settore zootecnico. Noi registriamo ogni anno un aumento importante: l'ultimo anno del 18 per cento nel settore dei bovini e del 19 per cento nel settore del pollame.

Tuttavia, credo che queste due rappresentazioni in qualche modo non siano sufficienti, sono parziali a loro modo perché, se non inquadrate in un processo più ampio, in una dinamica che sta attraversando questo settore in modo importante rischiano di rimanere a sé stanti. Infatti, è vero che bisogna riconoscere anche l'essere stati pionieri nel settore da parte di quegli avventurosi che si sono cimentati in questo tipo di produzione. Bisogna ricordare in questo momento il rilevante valore economico dell'agricoltura biologica e, soprattutto, la connessione della produzione con la dimensione del consumo. L'evoluzione dei consumi - è stato detto - da parte dei cittadini italiani ma non solo italiani, comunitari ed extra-comunitari per il settore biologico è crescente - lo dico ai colleghi - anche in una fase di crisi economica. L'attenzione rispetto alla salubrità del prodotto e, quindi, all'input minore di chimica nelle produzioni; l'attenzione al rispetto per l'ambiente è crescente.

Ritengo che la discussione sull'agricoltura biologica vada inserita in tale dinamica che vede un patto forte tra produzioni e consumo. Naturalmente l'agricoltura biologica è inserita all'interno e fa riferimento ad un quadro normativo comunitario: in questo momento è quello del regolamento n. 834/2007 che compie ormai dieci anni e che, di Presidenza in Presidenza, non ha avuto una soluzione più moderna. Sappiamo che c'è un dibattito interno tra i Paesi membri che rischia di vedere il nostro Paese e le agricolture mediterranee subalterne ad una visione nord-europea dell'agricoltura biologica, più attenta all'aspetto commerciale e meno attenta alla parte produttiva. Lo dico perché, sottolineandolo, voglio anche in qualche modo incentivare l'attività del Governo e l'attenzione del Ministero sul fatto di presidiare sui tentativi del regolamento in corso. Il Paese, però, non poteva aspettare perché avevamo aspettato troppo il regolamento che non è ancora arrivato e stenta ad arrivare.

In questo quadro il Governo e il Parlamento si sono dati un ordine di lavoro: da una parte, il Governo, con l'approvazione delle linee strategiche nel marzo di quest'anno, ha inserito una serie di misure per incentivare produzioni e consumo di prodotti da agricoltura biologica.

Sappiamo che il Governo - è stato detto e ribadito prima da parte del sottosegretario - sta lavorando a un decreto sul tema dei controlli; è un tema assolutamente delicato, perché è quello che garantisce l'intero sistema e noi dobbiamo ribadirlo: il settore biologico italiano, il settore dell'agricoltura biologica italiana è uno dei più vincolati e uno dei più garantiti rispetto a quello che arriva nel piatto dei nostri consumatori. All'interno del lavoro che sta facendo il Governo, all'attenzione e al dibattito che c'è stato con il lavoro parlamentare, il lavoro su questa legge è stato importante; lo dico perché questa legge in qualche modo coordina anche il tipo di attività e le iniziative del Governo, le coordina dal punto di vista delle risorse che mette a disposizione. Finalmente, con questo provvedimento noi abbiamo la certezza di fondi, abbiamo la certezza di un fondo anche rispetto alle finalità e abbiamo una serie di innovazioni importanti. Prima di tutto, voglio ricordare l'attenzione che è data al settore della ricerca e dell'innovazione, ricerca e innovazione, già, in qualche modo, anticipate nella misura 10 delle linee strategiche messe in campo dal Governo qualche mese fa, ma che rischiano di rimanere lettera morta se non sono attivate attraverso le risorse definite con questa legge. Quando parliamo di innovazione e di ricerca noi parliamo anche di capacità di trasferire innovazioni alle aziende che stanno facendo agricoltura biologica, un trasferimento di ricerca che è fondamentale, anche dal punto del sistema della formazione. Il settore biologico, il settore dell'agricoltura biologica ha bisogno di ricerca e per sostenere quella ricerca c'è bisogno di formazione per la ricerca. Da questo punto di vista l'articolo 8 e l'articolo 9 del testo sono fondamentali.

È un testo, lo voglio ricordare, che rispetto a quando è stato depositato, e parliamo anche della scorsa legislatura, ha fatto, nella discussione avvenuta in Commissione, un notevole passo avanti, un notevole passo avanti in termini di strumenti di innovazione. Lo dico, per esempio, rispetto al tema dell'aggregazione delle aziende, è stato ricordato il tema dell'organizzazione di prodotto, mettere assieme un orizzonte di produzioni anche diversificate in termini di dimensioni aziendali, di dimensioni di numero di produzioni, e questo consentirà un'immissione nel mercato più facilitata e, soprattutto, un'attivazione a quel mondo del consumo che chiede sempre più agricoltura biologica, prodotti da agricoltura biologica. Lo voglio ricordare perché anche rispetto a una visione romantica che qualcuno può avere dell'agricoltura biologica, noi abbiamo cercato di adeguare questo tipo di attività a quello che la modernità in questo momento ci chiede.

Un altro tema importante è quello dei distretti di agricoltura biologica. Lo dico rispetto a quando questa legge è stata depositata, ormai qualche anno fa, in cui eravamo agli esordi di questo strumento; nel frattempo, c'è stato un proliferare importante di questo tipo di attività e la scelta dei territori di dotarsi dello strumento dei distretti, di investire sulla filiera dell'agricoltura biologica nel settore agroalimentare come volano dello sviluppo locale. I percorsi sono stati tanti, quello che possiamo registrare ormai a qualche anno dallo svilupparsi sul territorio di questo tipo di strumento è che le aziende che sono collocate nei distretti biologici hanno un incremento di attività, hanno un incremento di risultato e, quindi, la legge che ora definisce meglio la gestione dei distretti è fondamentale da questo punto di vista.

Voglio ribadire che con questa legge l'agricoltura biologica non è soltanto una questione di tecnica o di processo, è per certi versi anche una scelta di vita da parte di quelle aziende che conducono questo tipo di attività, una scelta che richiede un lavoro tenace e richiede una forte empatia anche con la natura.

Noi riteniamo l'agricoltura biologica un tipo di agricoltura, un tipo di attività all'interno di un nuovo patto tra agricoltura, tra attività produttiva e natura, tra uomo e natura, in cui possiamo rivendicare una novità importante, anche rispetto ad altre iniziative portate avanti dalla Commissione e da questo Parlamento; lo dico perché questa legge si inserisce bene, se non in un nuovo paradigma di agricoltura, dentro un nuovo patto tra uomo e natura, davvero, in una delineazione di un profilo diverso di attività agricola, che ha visto nell'agricoltura sociale, nella legge sulla tutela della biodiversità una prospettiva nuova. Quindi, ribadiamo, con forza, il lavoro condotto dalla relatrice, innanzitutto, e dalla Commissione agricoltura per la definizione di questa legge, sapendo che potrà dialogare con le prossime iniziative da parte del Governo e dotare questo Paese di un sistema innovativo, di un sistema di regole nuovo anche rispetto agli altri Paesi europei. Quindi, convintamente, daremo voto positivo a questo provvedimento e rivendichiamo il lavoro fatto.