Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 14 Luglio, 2014
Nome: 
Giuditta Pini

A.C. 360-A 

Signor Presidente, oggi stiamo discutendo una norma che questo Paese aspetta da molto tempo e che probabilmente cambierà, come anche faceva notare l'onorevole Palese, alcune prassi, alcune abitudini e anche un pezzo della cultura in Italia. Però, la cosa più interessante che ho riscontrato cercando di documentarmi in previsione di questo intervento è stata che, in realtà, il problema della discendenza e del fatto che ci sia da generazioni la trasmissione di un determinato cognome di una determinata famiglia in Italia può essere attribuito solo dall'inizio dell'Ottocento, solo con il codice napoleonico, perché prima non c'era l'obbligatorietà del cognome. Anzi, il cognome non esisteva. Molto spesso c'erano discendenze di famiglia, quindi materne e paterne. Faccio l'esempio di due cognomi, come quelli che contengono il famoso «Di» o «De». Noi abbiamo un collega che si chiama De Maria, quindi probabilmente la sua riconoscibilità era dovuta al fatto che fosse discendente da una donna che si chiamava Maria; e abbiamo anche qui, in Aula, seduto, il collega Di Battista, che probabilmente deve tale cognome al fatto che i suoi avi avevano un avo che si chiamava Battista.Quindi, in realtà l'imposizione del cognome paterno è una prassi che si è venuta sviluppando in questo Paese, in molti Paesi, ma in Italia particolarmente, senza mai essere codificata in modo ufficiale; però si è sempre sviluppata per una sorta di comodità, nata prima dal Concilio Vaticano II quando si decise di fare dei registri dei nati e dei matrimoni per evitare che ci fossero consanguineità e poi dopo appunto dagli statuti napoleonici che dovevano trovare il modo di registrare le varie famiglie. 
I cognomi sono una parte molto importante sia della cultura sia del nostro essere e portano con noi la storia di quello che siamo ma anche in parte la storia di dove veniamo, ma spesso non è così, spesso viene preclusa la possibilità per la famiglia materna, per la madre, per tutta la storia che può portare la famiglia materna che ha gli stessi diritti di quella paterna di essere tramandata, viene preclusa la possibilità appunto di tramandare questo cognome di madre in figlio. 
Questa legge, quindi, pone semplicemente delle basi di buonsenso all'interno della nostra legislazione perché all'obiezione sul fatto che si interrompe una discendenza si potrebbe rispondere che si sono interrotte migliaia e milioni di discendenze da parte materna durante tutti questi anni e nessuno ha mai alzato il dito su questo e quindi forse oggi possiamo invece cambiare questa norma. 
Alle varie, invece, perplessità che ci sono in merito al fatto che possa o meno essere opportuna una legislazione come questa, oltre alla sentenza della Corte europea e dell'Europa io credo che ci sia anche una questione semplicemente di contatto con la realtà che le istituzioni stanno riprendendo in questi mesi faticosamente e ognuno di noi, credo, conosca più e più casi di persone che avrebbero voluto dare il nome della madre o che avrebbero voluto dare entrambi i cognomi e che non hanno potuto per una serie di prassi consolidate che sono in realtà diventate leggi nel senso che è diventato quasi impossibile. Addirittura un nostro collega ha dovuto non riconoscere i figli per poter permettere alla madre di dare il loro cognome. 
Quindi, credo che questo momento sia molto importante proprio perché stiamo per cambiare, attraverso una norma, una prassi culturale del nostro Paese che non avrà forse riscontri immediati, forse non ci sarà un immediato cambio e non nasceranno tutti questi bambini a cui non verranno dati tutti i doppi cognomi ma sicuramente la legge e noi legislatori abbiamo il dovere di inserire le norme, come posso dire, i semi che fanno germogliare poi un cambiamento anche culturale. 
Per questo credo che questa norma vada approvata più in fretta possibile perché abbiamo già aspettato fin troppo tempo credo e spero, auspico che possa essere approvata all'unanimità da tutto il Parlamento perché, ripeto, è una norma che pone delle basi e ci fa andare un pochino più all'interno dell'Europa e dei Paesi nostri alleati ed amici. E spero che venga approvata nel più breve tempo possibile perché è già troppi anni, forse più di 200, che il nostro Paese sta aspettando una norma che consenta anche alle mamme di poter dare, ove lo ritengano necessario o dove ci sia l'accordo con il papà, il proprio cognome e quindi la propria discendenza anche ai propri figli.