Discussione generale
Data: 
Lunedì, 20 Ottobre, 2014
Nome: 
Pippo Civati

A.C. 275-A ed abbinate

Signor Presidente, onorevoli colleghi, esponenti del Governo, riprendo da Francesco Sanna un'espressione che mi è molto piaciuta: questa è una legge di rilevanza costituzionale. Io penso che dobbiamo soffermarci su questo elemento prima di incominciare ad entrare nel merito perché in questi anni e anche in questi ultimi minuti si è avuta l'impressione che il conflitto di interessi riguardasse una sola persona e, invece, sappiamo che è norma che riguarderebbe molti, moltissimi, le posizioni di tanti che si spendono in politica e che lo vogliono fare al di sopra di ogni sospetto, che lo sappiano fare al di sopra di ogni sospetto. Vorrei rassicurare l'onorevole Palese che non si tratta di una norma di ascendenza sovietica – dice che è peggio fuori microfono –, ma io invece penso che sia una norma necessaria, liberale, che assicura la migliore concorrenza, la possibilità di essere trasparenti nell'esercizio delle funzioni a cui siamo chiamati, a cui saranno chiamati altri, soprattutto nel rapporto controverso in questo Paese tra la società politica e quella economica. E questo riguarda anche la fiducia dei nostri concittadini, il fatto di superare – penso che sia un compito per tutti – il disamore, la disillusione, l'equivoco nel quale cadiamo di fronte a scandali che si ripetono e ai quali sembra non esserci fine. Poi tornerò sulla fattispecie e sul carattere soggettivo delle proposte che farò. Il parlamentare, come ricordo, rappresenta la nazione e il senso repubblicano di molti interventi di oggi credo che vada sottolineato. 
La questione essenziale, secondo me, è per un altro motivo che riguarda l'attualità politica. Noi siamo alle prese con un percorso di riforme, tentate già da tre Governi a questa parte, in campo costituzionale ed elettorale. Non è un passaggio banale, ovviamente, ma il conflitto di interessi dovrebbe arrivare insieme o addirittura precedere queste riforme. E la sua approvazione stessa ci direbbe della qualità e della serietà del percorso di riforme più di ogni altra cosa, forse, e sarebbe un modo per valutarle davvero con grande precisione. E, quindi, io, nonostante i toni che non condivido, non ho nessun problema a riconoscere alle opposizioni di avere insistito per portare questo oggetto all'attenzione dell'Aula. Non è questo il punto. Credo che sia davvero un fatto che deve riguardare tutti i gruppi politici, ad esempio nel momento in cui si stabilisce che non ci sono più i rimborsi elettorali o si va verso un loro superamento. Ci sono questioni che sono sempre più d'attualità e di attenzione per il nostro lavoro. Ricordo, peraltro, che lo stesso gruppo del PD, il mio gruppo, nella discussione della legge elettorale si era esplicitamente impegnato ad arrivare ad un'approvazione di una legge sul conflitto di interessi nel discutere gli emendamenti presentati dalle minoranze. Quindi, quando ci sono degli impegni, credo che tutti siamo chiamati a rispettarli e quando vengono pronunciati in quest'Aula a maggior ragione. 
Veniamo al punto. La «bozza Sisto» è un testo tecnico, mi viene da dire, che riprende in modo soltanto molto parziale le proposte contenute nei testi presentati dai gruppi parlamentari, a cominciare, se posso, dal mio. È una ripresa per sottrazione in alcuni casi perché sono letteralmente scomparsi i punti che per me sono rilevanti. Io credo, però, che se ci vogliamo impegnare con proposte emendative integrative incisive questo testo possa tornare a funzionare e possa dare anche soddisfazione alle richieste che sono venute negli interventi precedenti dei nostri colleghi. I miei punti, i punti su cui soffermerei la vostra attenzione, sono, innanzitutto, il punto di vista soggettivo. La legge restringe ai membri del Governo e ai componenti delle autorità indipendenti la norma. Io credo che dobbiamo provare ad approfondire la questione che riguarda il parlamentare e so che su questo c’è stata una discussione molto forte in Commissione con il presidente Sisto che ha definito le mie considerazioni anticostituzionali. Spero che non lo siano, però vi è il punto di coprire anche le posizioni dei parlamentari e io arrivo a dire – e su questo sono in una posizione abbastanza isolata nel mio gruppo – anche del Presidente della Repubblica. Credo che sia un punto importante nella riflessione che stiamo facendo. Ovviamente, con le dovute modulazioni dell'intervento perché non si tratta di funzioni del tutto analoghe, quelle che ho citato, tra Parlamento, Governo e Presidenza della Repubblica. 
Le incompatibilità, secondo punto, dovrebbero essere indicate in modo più chiaro e razionale. Secondo: gli elenchi che sono presenti nelle proposte di legge che la Commissione ha valutato e dovrebbero riguardare anche quello che succede post-incarico (mi pare un punto anche questo nodale). 
L'astensione, poi, per i casi in cui è prevista, deve essere obbligatoria, precisamente disciplinata dall'Autorità a cui è affidato il controllo, per evitare problemi applicativi che invece abbiamo visto, come è stato ricordato dallo stesso Sanna, nella legge Frattini. 
Su questo anch'io però sono d'accordo: è inutile creare una nuova Agenzia. C’è l'Antitrust, io credo che abbia maturato l'esperienza e la capacità necessarie per affrontare anche questo compito, non è il caso di duplicare o di moltiplicare le sedi di questo tipo, ma di farle funzionare e di ascoltarle magari, poi, quando vengono in Commissione a dirci delle cose, come è recentemente capitato per lo «sblocca Italia». 
Ovviamente per fare questo bisogna anche valutare se è il caso di potenziare l'organico, se consentire a questa agenzia di valutare in profondità le questioni che le stiamo sottoponendo o che le sottoporremo. In caso di conflitti di interessi patrimoniali, la soluzione che avevo proposto nella mia proposta di legge era quella di un blind trust all'americana, sul modello anglosassone. 
Ho visto che questa proposta peraltro è presente anche nel testo di Bressa, che ricordo, per gli storici presenti in aula, che peraltro risale a legislature precedenti, quindi non è che proprio siamo sempre i primi ed arrivare sulla scena della storia. Magari qualcuno prima di noi se ne era occupato con alterne fortune. Dicevo che anche nel testo Bressa è presente, c’è una valutazione che è stata posta all'attenzione del presidente Sisto su un'ipotesi di gestione fiduciaria. Io sono, sarei molto rigoroso su questo punto: il concetto di cecità, che è spiacevole, ovviamente in questo senso invece va sottolineato fino in fondo. 
Da ultimo: io credo che anche sulle sanzioni dovremmo fare uno sforzo ulteriore. Il motivo per cui sono stati presentati tanti emendamenti credo che sia proprio nella ricerca di soluzioni migliori da parte di tutti e non banalizzerei né il numero né la consistenza, altrimenti non si capisce bene nemmeno quale sia la funzione del Parlamento. 
Dicevo però che la questione delle sanzioni va verificata: così è troppo tenue e secondo me non coglie l'obiettivo ed il senso del provvedimento che stiamo discutendo. 
Ovviamente c’è un'ultima preghiera da parte mia, al di là degli aspetti tecnici e dell'impossibilità che c’è stata di discutere gli emendamenti in Commissione: che questa riforma, che io reputo altrettanto importante delle altre di cui parliamo spesso, veda la luce in tempi ragionevoli e prima di tornare a votare. Non so quando, non conosco né l'ora né il giorno delle prossime elezioni, però posso chiedere con grande sincerità che non possiamo perdere questo treno, non lo possiamo fare per conto degli elettori, parlo di quelli del Partito Democratico, ma penso per il bene della Repubblica, per superare proprio quell'equivoco e quell'alibi che ci accompagna da tempo. 
Ripeto: il conflitto di interessi non è questione personale, non riguarda gli eredi (perché qualcuno sospetta che ci siano anche quelli): riguarda un paese, riguarda la sua democrazia, la qualità della sua democrazia e la concorrenza, che in politica diventa un fatto fondamentale, anche perché stabilisce chi vince e chi perde (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).