Data: 
Lunedì, 27 Aprile, 2015
Nome: 
Teresa Piccione

A.C. 3-bis-B ed abbinate

 

Grazie signora Presidente, la legge elettorale è uno degli elementi cardine del sistema di un Paese ed è normale che attorno ad essa si sviluppi un dibattito che raccoglie tanti punti di vista e che ci trova a discutere ormai da più di un anno dentro questo atto da portare avanti e da portare avanti con determinazione, come la sentenza di un anno fa della Corte costituzionale ci obbliga a fare. 
Dispiace che sia stata la sentenza, perché forse avremmo dovuto e abbiamo avvertito da subito la necessità di cambiare questa legge elettorale, il Porcellum, che gli italiani non hanno mai amato e che ha provocato quella distanza che l'onorevole Binetti citava dei cittadini dal voto. 
Allora, credo che noi, oggi, stiamo portando in Parlamento una legge che ha, sì, dei punti di equilibrio e che tiene conto di tante variabili e di tante posizioni. L'Italicum esitato dalla Camera, a mio avviso, manteneva diversi punti di criticità, adesso noi quei punti li abbiamo superati e li voglio ricordare, abbiamo raggiunto un punto di equilibrio che coniuga il candidato del collegio unico, quello che noi chiamiamo il capolista bloccato, con la possibilità di esprimere preferenze per altri candidati. Abbiamo, in queste altre preferenze, inserito la possibilità di votare un uomo e una donna, e quindi di rispondere a quella richiesta che dalla Camera era partita fortemente di raggiungere questo equilibrio di genere all'interno della nuova legge elettorale. Abbiamo la formazione della lista che rispetterà l'alternanza e abbiamo, anche, nella destinazione dei capilista, obbedito a questa necessità di alternare uomini e donne e, quindi, di non avere un insieme di capilista tutti dello stesso sesso nelle circoscrizioni. 
Abbiamo ottemperato a un equilibrio tra governabilità e rappresentanza, se le soglie a cui si faceva riferimento per la partecipazione al Parlamento dell'8 per cento sono diventate il 3 per cento, consentendo alle voci del Paese di trovare posto e cittadinanza dentro quest'Aula e di poter costruire, dal ruolo della minoranza, una visione politica che ovviamente si posizioni in opposizione, mi scusi il gioco di parole, al Governo.
Abbiamo anche stabilito la soglia di accesso per il ballottaggio; io questo lo voglio sottolineare a proposito del riferimento che tante volte ho sentito nei riguardi della legge Acerbo. Quella legge prevedeva che qualora si fosse arrivati al 25 per cento si avevano il 75 per cento dei seggi, mi pare che siamo distanti da queste misure e da questi numeri. È una legge che abbiamo testato con il ballottaggio dei sindaci, è vero, richiama quella, e non mi pare che abbia dato dei grandi guasti, anche quando non ci sono stati apparentamenti come è accaduto a Palermo e io ne sono testimone. Abbiamo anche modificato la legge costituzionale – proprio perché la legge elettorale è sicuramente sostanza materiale della legge costituzionale – perché un partito solo non possa decidere il quorum di elezione del Presidente della Repubblica. Ciò con tanta discussione al nostro interno perché nella prefigurazione che si arrivasse a questo tipo di legge elettorale si salvaguardasse la necessità di eleggere un Presidente maggiormente condiviso e allargato. 
Diceva il relatore che non ci sono leggi perfette ed è vero anche quello che dice l'onorevole Bindi: dobbiamo cercare di farle il meglio possibile, però è anche vero che io reputo questa proposta di legge un punto di equilibrio in cui rappresentanza e capacità dell'Esecutivo di governare, governabilità, si sposano adeguatamente.