Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 24 Ottobre, 2016
Nome: 
Chiara Scuvera

A.C. 1658-A

Signor Presidente, colleghi e colleghe, ancora oggi, troppo spesso, si parla della questione migratoria in termine di emergenza. Si tratta, invece, come ha rilevato l'onorevole Pollastrini, di un fenomeno epocale, determinato soprattutto dall'inaccettabile livello di diseguaglianze che affligge il mondo, diseguaglianza che ha delle precise responsabilità: la guerra, modelli di sviluppo insostenibili, il terrorismo.
Tutto ciò provoca enormi spostamenti di persone da una parte all'altra del mondo, tant’è che Papa Francesco ha richiamato l'attenzione sui rifugiati climatici; e lo stesso concetto di migrazione economica andrà rivisitato, andrà allargato e su questo andranno messe in campo nuove strategie. In questo contesto l'Italia si è distinta per un approccio politico avanzato, improntato alla salvaguardia della vita umana come valore inderogabile. Non si potrà mai finire di ringraziare la nostra Guardia costiera, i nostri volontari, i medici e gli amministratori locali in prima linea: sono il volto di un'Italia solidale e matura, che non si rassegna al fatto che un essere umano possa morire in mare, che un bambino o una bambina possano rimanere senza genitori o affrontare comunque un nuovo Paese senza famiglia. Innanzitutto è per consentire a questa straordinaria rete di persone, di istituzioni, di associazioni, di operare con efficacia e dignità, signor Presidente, che il nostro sistema di accoglienza, complessivamente inteso, deve fare un salto di qualità, con una strategia nazionale che metta al centro le persone, garantendo l'attuazione di quei diritti della personalità, umani, sociali e civili, di cui agli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione. Diritti che innanzitutto la nostra coscienza di cittadini ci chiama a garantire, con tutele più specifiche, quando si tratta dei più deboli, dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che arrivano nel nostro Paese prima del compimento della maggiore età, non accompagnati e soli. I numeri di cui ci ha parlato la relatrice Pollastrini, il dramma umano e politico che riguarda questi ragazzi, richiede al Parlamento una risposta urgente, che consenta, a chi ogni giorno lavora per l'accoglienza, di non assistere impotente all'abbandono o alla disaffezione che potrebbe nascere in questi ragazzi verso il nostro Paese e l'Europa. E noi sappiamo quanto sia importante evitare questo per la pace. La legge Zampa, tra le prime in Europa, si distingue per adeguatezza e organicità della risposta. Ringrazio la prima firmataria, onorevole Zampa, la relatrice onorevole Pollastrini e tutta la Commissione, per avere perseguito con grande determinazione il percorso che oggi ci porta in Aula. Mi permetto di dire, signor Presidente, e per tramite sua anche al Governo, prendiamo questo testo come iniziativa pilota per ragionare, in generale, sul modello di accoglienza che riguarda anche i maggiorenni, e rendere così, ancora più forti, le ragioni che giustamente il nostro Governo sta portando in Europa. C’è bisogno di aggregare, di mettere in campo con continuità le risorse finanziarie, strumentali e umane; puntare sull'istruzione e sulla formazione, dando la possibilità a tanti giovani uomini e giovani donne, ospitati in strutture di accoglienza, di mettere a frutto le proprie capacità, esercitare le proprie competenze, avere un ruolo attivo nella società che incontrano. I comuni stanno già realizzando delle esperienze interessanti in tal senso. Dico, però, che si deve andare oltre la logica del lavoro socialmente utile ed andare verso una solida integrazione, che poggi sulla reale realizzazione dell'individuo. In questo, i nuovi italiani, le nuove generazioni di italiani, possono svolgere un ruolo-ponte essenziale, anche con l'aiuto del vivace associazionismo e dei movimenti cui hanno dato vita. Abbiamo visto il 3 ottobre i nuovi italiani senza cittadinanza, hanno dato una sveglia importante, perché il nostro Paese sia davvero avanzato, progredito e plurale. Ecco, il nostro contesto normativo rispecchi il Paese reale in questo senso. Ecco perché, in tal senso, l'articolo 1 della legge che stiamo discutendo, quando afferma che i minori stranieri non accompagnati sono titolari di diritti di protezione, a parità di trattamento con i minori di cittadinanza italiana o dell'Unione europea, ha un valore estremamente alto, anche nella previsione di una protezione specifica, in virtù della condizione di particolare debolezza. E questo sempre in ossequio all'uguaglianza sostanziale sancita nell'articolo 3 della nostra Costituzione. Ecco perché è fondamentale l'avere, in questa legge, dedicato l'articolo 14 al diritto alla salute e al diritto all'istruzione, prevedendo anche progetti per l'apprendistato e guardando anche al raggiungimento della maggiore età perché il tema, Presidente, è sviluppare percorsi di autonomia come ci insegna ogni giorno l'attivismo degli ex ragazzi fuori famiglia che hanno esperienze simili a quelle di questi ragazzi e che con l'associazione «Agevolando» si sono autorganizzati per dare casa, istruzione e il lavoro ai ragazzi e alle ragazze affidati alle comunità che compiono i diciotto anni perché anche per questi ragazzi poi c’è un «dopo». In tal senso non possono che essere considerate lungimiranti le previsioni dell'articolo 13 recanti misure di accompagnamento verso la maggiore età e misure di integrazione di lungo periodo che stabiliscono che quando un minore straniero non accompagnato, al compimento della maggiore età, pur avendo intrapreso un percorso di inserimento sociale necessita di un inserimento, di un nuovo percorso finalizzato all'autonomia, il tribunale per i minorenni può disporre l'affidamento ai servizi sociali non oltre il ventunesimo anno di età. È fondamentale accompagnare questo percorso di autonomia indipendentemente poi – questo lo rilevo, Presidente – dal fatto che il minore successivamente, nel proprio percorso di vita, nella propria storia possa scegliere di rimanere in Italia o tornare nel proprio Paese di origine. Infatti è importante costruire ponti e sappiamo quanto costruire un legame con l'Europa, un legame reale, un legame di affezione sia importante in questo contesto storico: dialogo, conoscenza reciproca, comprensione delle ragioni dell'altro, delle storie dell'altro. La proposta di legge dà un ruolo centrale alla mediazione culturale non solo nel percorso di crescita e di accompagnamento dei ragazzi ma anche nel procedimento di identificazione perché soprattutto l'identificazione non può essere meramente burocratica ma occorre un approccio multidisciplinare, che infatti come tale è nominato dal provvedimento, e il diritto all'ascolto del minore anch'esso sancito dalla proposta di legge. Una buona accoglienza richiede la messa in campo e la valorizzazione di più professionalità nelle scienze umane e sociali e i nostri giovani laureati in questo senso sono un patrimonio importantissimo. Accogliere non può essere solo dare un posto dove stare ma crescita condivisa e conoscenza. La rete sul territorio deve dare la concreta possibilità di perseguire un disegno e un progetto di crescita anche della comunità che accoglie. La scelta della proposta di legge di avvalersi del modello SPRAR è buona perché bisogna far funzionare innanzi tutto quello che c’è e avvalersi di quanto già si è costruito perché bisogna essere organici, bisogna comporre il sistema. Allo stesso modo, Presidente, è importantissima – per questo credo che questo testo debba essere considerato un testo pilota – la scelta di puntare sull'accoglienza diffusa, basandosi sui ricongiungimenti familiari, potenziando l'affido e la tutela volontaria. Questa dovrebbe essere la strada dell'accoglienza: una strada di cooperazione, un'alleanza istituzionale e sociale che, credo, darà buoni risultati se attuata e se rapidamente attuata in termini di inserimento e anche di efficienza del sistema. I programmi specifici per i minori vittime di tratta, la disciplina speciale dei permessi di soggiorno, le strutture dedicate di prima accoglienza rappresentano non solo una scelta di civiltà ma anche un segnale organizzativo forte che consentirà, come rilevava l'onorevole Pollastrini, di sottrarre terreno alla criminalità, di sottrarre terreno ad organizzazioni senza scrupoli che approfittano dello stato di bisogno e di solitudine dei minori rubando loro l'infanzia o facendoli oggetto di sfruttamento per commettere i loro ignobili reati.
Signor Presidente, non possiamo consentire che in questo Paese bambini e adolescenti scompaiano, vengono sfruttati sul lavoro contro ogni convenzione internazionale e contro ogni nostra legge. È per questo che dobbiamo avviarci alla rapida approvazione alla Camera e auspicare che il Senato proceda altrettanto rapidamente per l'approvazione definitiva e sappiamo che al sistema che noi dobbiamo costruire deve associarsi, come è bene evidenziato dall'articolo 13, una stretta cooperazione internazionale attraverso accordi bilaterali e finanziamento di programmi di cooperazione allo sviluppo nei Paesi di origine per armonizzare la regolamentazione giuridica internazionale e nazionale del sistema di protezione di minori stranieri non accompagnati. Infatti dobbiamo favorire un approccio integrato delle pratiche nel superiore interesse dei minori, prevenendo così la tratta e anche la separazione drammatica dalla propria famiglia. L'approccio a una questione globale non può che essere sovrannazionale. Per questo, signor Presidente, come Paese ci battiamo per normative europee più avanzate e anche di carattere sostanziale perché, per tutelare le persone, si deve andare oltre l'approccio procedurale e, invece, dotarsi di nuovi strumenti di tutela per nuovi diritti per una nuova generazione che non potrà che far crescere l'Europa oltre che il nostro Paese.