Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 25 Gennaio, 2016
Nome: 
Filippo Fossati

A.C. 259-A ed abbinate​

Grazie, Presidente. Io direi che il principale pregio di questa proposta di legge, che andiamo a discutere e ad approvare in Aula, è il tentativo di dare un ordine alle cose e di fissare questo ordine sulla base di un principio che è il principio della sicurezza del paziente nel sistema sanitario, nel suo percorso diagnostico e terapeutico. Detta in parole semplici, l'obiettivo della legge è dare delle indicazioni e costruire delle premesse perché si possano, sempre meglio, fare le cose per bene nel sistema sanitario. Fare le cose per bene nel sistema sanitario è importante intuitivamente, vuol dire salvare e migliorare la vita delle persone. Fare le cose per bene significa seguire un percorso che va dalla diagnosi alla terapia, passando per l'assistenza. È un percorso molto lungo perché niente è un fatto isolato nella vita sanitaria di una persona, quindi è un percorso lungo che dura tutta la vita e ha momenti di intensità diversa, qualche volta di grande intensità, come il momento dell'intervento chirurgico o di altre terapie molto invasive. Tutto questo percorso il paziente ha diritto di svolgerlo in strutture adeguate, sempre adeguate, e sotto la cura e con il rapporto con professionisti preparati. Questo obiettivo, questa pratica, sono la pratica di prevenzione, si potrebbe dire di prevenzione primaria. È la ricerca della qualità della cura che deve essere caratteristica di un sistema pubblico e che in questo Paese abbiamo praticato con luci ed ombre, con grande fatica, ma quando leggiamo poi i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità e di altre agenzie internazionali, vediamo che passi avanti ne abbiamo fatto tantissimi, fino ad essere riconosciuti come uno dei sistemi più efficienti, più efficaci, anche per quello che riguarda gli esiti dei casi, dei momenti di acuzie nella vita sanitaria di un paziente. È un sistema sanitario che non ha altri obiettivi se non obiettivi di salute e questo è il grande pregio che non possiamo mai perdere di vista del sistema sanitario pubblico. 
Poi c’è il caso, il caso che fa emergere il problema, l'evento avverso, la morte non prevista e qui interviene la legge e interviene soprattutto con la costruzione di un sistema di analisi del rischio, di analisi dell'errore e del quasi errore, per intervenire preventivamente sui difetti strutturali, organizzativi o sulla inadeguatezza delle professionalità impiegate. È un sistema delle analisi del rischio che la legge disegna perché possa essere applicato su tutto il territorio nazionale e su tutte le strutture, impiegando competenze, professionalità e facendone un punto di valutazione anche dell'efficienza delle aziende sanitarie. Qui noi dobbiamo chiarire bene anche alcuni punti della legge, spiegarli e chiarire bene. Per esempio, il valore di questa struttura organizzativa che noi proponiamo sarà un valore grande se si potrà fare l’audit, la ricerca del rischio, l'analisi del fatto avverso, con la riservatezza necessaria, perché noi abbiamo bisogno di un sistema in cui gli operatori e le strutture sappiano, vogliano e si misurino, con le eventuali manchevolezze in modo sereno e in modo coraggioso e radicale. Molto poi si parlerà, e abbiamo cominciato a sentirlo anche nelle relazioni dei relatori sia di maggioranza, che di minoranza, del tema della responsabilità professionale e non ci sottrarremo. Ma io vorrei chiarire un punto: dalla legge emerge un fatto, io credo, incontestabile e cioè che i cittadini che ritengono di aver subito un danno si presenteranno alla struttura sanitaria, pubblica o privata, per iniziare immediatamente un contenzioso in cui sarà la struttura sanitaria, pubblica o privata, a dover provare che tutti i suoi professionisti e tutte le sue strutture hanno fatto le cose giuste secondo la legge nella vicenda che interessa questo cittadino. Il punto è che, dal punto di vista della certezza, della velocità e dell'accuratezza con cui si tratta il cittadino che ha avuto un danno, si avrà un miglioramento straordinario rispetto all'attuale sistema. 
Noi dobbiamo rafforzare il sistema, abbiamo sostanzialmente utilizzato in questi ultimi anni, nella confusione normativa, uno strumento solo per garantire la sicurezza, oltre naturalmente alla bontà degli sforzi organizzativi del pubblico, abbiamo utilizzato la minaccia penale sul professionista. Noi dobbiamo capire con ragionevolezza e senza estremismi che la minaccia penale sul professionista non ha funzionato come strumento per garantire una maggior sicurezza sui cittadini, perché è inefficace, oltre che, in parte, ingiusto. Inefficace perché la minaccia induce a non fare, a non rischiare, a scaricare la responsabilità, mettendo a rischio nella latenza e nel rinvio – allora sì – la vita del paziente e comunque sempre la qualità della vita del paziente. Si è abusato della minaccia in questo Paese ? Sì, si è abusato della minaccia, avete visto tutti i video dove si invitava il cittadino a riprendere i materiali sanitari degli ultimi dieci anni e rivolgersi all'avvocato per vedere se si trovava qualcosa. Siamo arrivati a questo tipo di livello, a questo tipo di minaccia latente che gravava sul lavoro dei professionisti. Ma non si è abusato soltanto nei fatti, si è anche costruita una filosofia sbagliata. Il rapporto che abbiamo tentato di costruire, che l'organizzazione moderna della sanità ritiene di dover costruire e anche le linee a cui pensa l'onorevole Colletti e a cui alcune forze politiche sono più vicine, e a cui anch'io mi sento vicino, si riferiscono alla medicina narrativa, allaslow medicine; il ragionamento è tutto teso a ricostruire un rapporto di fiducia, un rapporto di alleanza tra medico e paziente. Quella della lotta alla malattia, della lotta alla patologia, della costruzione di una gestione equilibrata e sostenibile della propria salute per migliorarla, è una grande impresa ed è un'impresa collettiva che vede prima il cittadino paziente, poi l'operatore sanitario, a partire dal medico, poi le strutture e poi, per l'80 per cento, il resto delle organizzazioni pubbliche o private che decidono dell'inquinamento invece che dell'alimentazione o delle determinanti appunto non sanitarie che informano la salute di ognuno di noi. Questa è la grande battaglia per la sconfitta della malattia, anzi per la promozione di una migliore salute. E nell'impresa, che è un'impresa così complessa, c’è l'errore, ce ne sono tanti, tanti soggetti sbagliano a partire, qualche volta, dal cittadino stesso nell'andare avanti nel percorso. Io penso che la XII Commissione forse ha qualche competenza nell'intervenire su questo aspetto, visto che il 70 per cento delle cause e dei contenziosi si riferisce a problemi e a difetti dell'organizzazione della struttura, invece che del preteso errore, del presunto errore, del sanitario. Ecco, noi abbiamo da ristabilire questo tipo di rapporto e da consentire ai partecipanti all'impresa della salute anche dei margini di errore che vanno evitati preventivamente e poi colpiti, sempre riparati nel danno che possono produrre, sul piano penale, quando si tratta di una colpa evidente, di una colpa grave o di un atteggiamento doloso, naturalmente non fuori di queste fattispecie. 
Naturalmente, ed è l'ultima frase che dico, questo non sarebbe possibile se non avessimo inserito nella legge alcune altre novità sul tema della trasparenza e dell'informazione, perché quando parlo dell'alleanza tra medico e paziente non mi riferisco più all'alleanza gerarchica della persona a cui affidiamo le nostre vite senza sapere, i cittadini di oggi sono cittadini esigenti che si devono poter informare e che devono avere a disposizione tutti i dati; le strutture saranno obbligate a mettere in rete i contenziosi che stanno gestendo e gli esiti del contenzioso; noi andremo a pubblicare le linee-guida, vedremo poi la forma esatta con cui lo faremo, per evitare ogni problema e ogni ridondanza, ma saranno a disposizione delle persone le linee-guida patologia per patologia per sapere qual è il necessario e corretto percorso diagnostico, assistenziale e terapeutico. Quindi, informazione e trasparenza per consentire un'alleanza tra medico e paziente che si basi sulla consapevolezza e sulla voglia di arrivare al comune obiettivo che è quello della promozione di una miglior salute per gli individui e per la collettività (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).