Data: 
Lunedì, 26 Maggio, 2014
Nome: 
Alessandra Moretti

A. C. 831-A ed abbinate

Discussione sulle linee generali

Relatore. Signor Presidente, ringrazio il collega D'Alessandro per la relazione, a cui mi associo, e sottolineo con grande soddisfazione il lavoro condiviso che la Commissione giustizia ha svolto su questo importante provvedimento, insieme al sottosegretario ed insieme alla presidente, onorevole Ferranti, che qui ringrazio, e a tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e anche di opposizione.
  Questo vuole essere un provvedimento che, finalmente, arriva in Aula dopo tanti anni di discussione nel rispetto delle legittime aspettative e anche delle legittime sensibilità che in ciascun gruppo parlamentare sono espresse. Ma il lavoro che la Commissione giustizia ha svolto, anche con riguardo agli emendamenti presentati da tutte le forze politiche, è stato un lavoro teso a sottolineare la coralità del provvedimento, che non vuole essere un provvedimento di una parte soltanto, ma vuole essere un provvedimento di tutto il Parlamento.
  Abbiamo da pochi giorni celebrato i quarant'anni dal referendum sul divorzio. Quella è stata una giornata di festa per la nostra democrazia, quando le donne italiane si mobilitarono tutte e votarono perché, appunto, il divorzio venisse riconosciuto come un diritto. Tutte le donne, trasversali, si mobilitarono, e fu una vittoria importante e noi ricordiamo spesso, infatti, che quella circostanza insegnò anche alle giovani donne di oggi che, per vincere le battaglie, bisogna restare unite e, quindi, bisogna condividerle nelle scelte e nella modalità; ma la politica riesce a incidere sul percorso legislativo, cercando di dare risposte ai cambiamenti della società soltanto se coinvolge e sa coinvolgere la società civile per prima.
  Credo che quella lezione di quarant'anni fa ci spinga, dopo tante battaglie che sono state fatte per raggiungere livelli di civiltà e di parità, e io credo che oggi siamo di fronte ad un momento importante, nel quale il Parlamento prende atto anche di quanto la famiglia sia cambiata e di quante forme di famiglia oggi ci siano. Allora, credo che, con il provvedimento sul divorzio breve, noi vogliamo affermare un principio, che è quello della salvaguardia della cultura della famiglia, che deve sopravvivere anche laddove la coppia non riesce più a stare insieme, perché è finita la condivisione di affetti tra marito e moglie.
  Credo quindi che questo provvedimento sia importante, perché va finalmente a sminare la cultura del contenzioso, che troppo spesso ha caratterizzato e continua a caratterizzare le cause di separazione e divorzio, vedendo purtroppo anche utilizzare da parte dei coniugi i figli come strumenti di lotte e di rivendicazione l'uno contro l'altro.
  Allora, io credo che questo provvedimento vada non solo visto e letto in favore della famiglia – che, ripeto, deve resistere anche quando la coppia fallisce – ma, riducendo il conflitto tra coniugi, va senz'altro anche a ridurre la sofferenza da parte dei figli, quando questi ci sono.
  Senza dimenticare, signor Presidente, che questo provvedimento sul divorzio breve, nei tempi che sono stati indicati dal collega D'Alessandro – quindi una riduzione addirittura a sei mesi, qualora la coppia decida di intraprendere il percorso di separazione, divorzio in sede consensuale –, ha un effetto importante in quanto accompagna i coniugi ad assumere responsabilmente delle scelte nell'interesse della famiglia. Quindi, incentiva la cultura della condivisione disinnescando la cultura del contenzioso. Credo che in questo senso noi dobbiamo difendere la famiglia come luogo di relazioni ed affetti che deve – ribadisco – essere garantita soprattutto quando ci sono i bambini. È evidente che i figli vogliano i genitori insieme: nessun figlio chiede ai genitori di separarsi. Però, è anche vero che, quando l'amore finisce, tra una coppia deve resistere la cultura della famiglia, che è un ambiente in cui i figli hanno diritto di restare e, soprattutto, deve essere garantita la bigenitorialità e, quindi, il fatto che i genitori continuino ad assumersi nei confronti dei loro figli il ruolo di genitori.
  Credo che questi siano i principi e la ratio che abbiamo voluto sottendere a questo provvedimento. Ho apprezzato e abbiamo apprezzato anche la tempistica, cioè la Camera ha voluto acquisire immediatamente il provvedimento ed esaminarlo in Commissione e portarlo in Aula quanto prima perché noi ci siamo assunti questo impegno anche nei confronti del Presidente del Senato. C’è stato un accordo importante tra i Presidenti di Camera e Senato per dare risposte veloci ad un provvedimento che, voglio ricordare, era arrivato quasi alla definizione già nella passata legislatura.
  Credo sia compito di questo Parlamento, che è il Parlamento più giovane e più rosa della storia della Repubblica, e anche di un Governo che è il primo Governo paritario della storia della Repubblica, dare risposta a centinaia di migliaia di famiglie che sono in attesa anche di risposarsi, quindi di contrarre un nuovo matrimonio perché magari uno dei due nella coppia, o entrambi, sono in attesa di questa sentenza. Pertanto noi, con questo provvedimento, facciamo un servizio a favore della famiglia, a favore della cultura della famiglia come luogo sacro in cui si crescono relazioni affettive e grazie alla quale ai figli è garantita una crescita serena ed equilibrata.