Data: 
Lunedì, 12 Maggio, 2014
Nome: 
Marialuisa Gnecchi

A. C. 2208-B

Grazie, signor Presidente. Dunque, noi vorremmo che fosse chiaro che abbiamo alcuni punti fermi e certi.
  Il primo è che esiste una reale emergenza che è la disoccupazione giovanile e quindi, da questo punto di vista, qualunque iniziativa possa andare nella direzione di assunzioni in più va assolutamente assunta: quindi, anche questo decreto sul lavoro, che ha come obiettivo quello di permettere alle aziende anche contratti a tempo determinato senza causale, cosa che non ci appassiona, ma siamo disponibili a vedere se le aziende in queste condizioni assumeranno più persone. Quindi, siamo disponibili a sperimentare perché va fatto e va assunta qualunque iniziativa che possa permettere maggiore occupazione.

Il secondo punto su cui siamo assolutamente convinti è che purtroppo l'unico dato positivo in termini di occupazione che la manovra Fornero contro le pensioni, i pensionandi e le donne ha prodotto è un aumento dell'occupazione del 3 per cento sopra i sessant'anni, ma è ovvio il perché l'ha permesso: perché la gente non può andare in pensione, quindi l'ha permesso a carissimo prezzo. Chi ha già un lavoro deve lavorare di più prima di poter andare in pensione e quindi praticamente si è prodotta una maggiore occupazione per le persone anziane. Ma a che prezzo ? Al prezzo che i giovani, i disoccupati non trovano un lavoro.
  Quindi, questi sono i punti certi sui quali lavoriamo. Noi alla Camera avevamo proposto, ottenuto e anche concordato con il Governo dei punti di chiarificazione in più sul «decreto lavoro»; avevamo sottolineato che il contratto a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro. In Senato hanno modificato questo principio, però ritengono di averlo modificato in meglio, richiamando anche la direttiva 1999/70/CE del Consiglio europeo del 28 giugno 1999. Quindi, il Senato ritiene di averlo migliorato; noi, a dire il vero, valutando che è stato aggiunto il riferimento all'incertezza dell'attuale quadro economico nel quale le imprese devono operare, nelle more dell'adozione di un testo unico semplificato della disciplina dei rapporti di lavoro con la previsione in via sperimentale del contratto a tempo indeterminato a protezione crescente, non sappiamo se questo, che sarà il contratto a tempo indeterminato a protezione crescente, sarà effettivamente un miglioramento, però vogliamo credere che i colleghi senatori abbiamo pensato che fosse migliorare il testo e l'aspetto al quale teniamo moltissimo e quindi la sottolineiamo anche in questa sede è il monitoraggio. Noi abbiamo ottenuto dei termini chiari rispetto al monitoraggio; sono rimasti tali anche nel passaggio al Senato e quindi nei prossimi dodici mesi valuteremo se questo decreto-legge n. 34 abbia portato dei reali miglioramenti.

 E, quindi, poiché il monitoraggio prevede esplicitamente che vengano evidenziati gli andamenti occupazionali e l'entità del ricorso al contratto a tempo determinato e al contratto di apprendistato, ripartito per fasce d'età, per sesso, per qualifiche professionali, per aree geografiche e che venga definita anche la durata dei contratti, le dimensioni, la tipologia d'impresa e ogni altro elemento utile per una valutazione complessiva del nuovo sistema di regolazione di tali rapporti di lavoro e in relazione alle altre tipologie contrattuali (tenendo anche conto delle risultanze delle comunicazioni di assunzione, trasformazione, proroga e cessazione dei rapporti di lavoro ricavate dal sistema informativo delle comunicazioni obbligatorie, già previsto dalla legislazione vigente), noi ci aspettiamo questo monitoraggio con tutte queste caratteristiche e il Ministro Poletti ci ha garantito che, in base al monitoraggio che verrà effettuato, si valuterà se vi sono modifiche da apportare o se il monitoraggio dimostra che c’è stato un miglioramento.
  Una cosa sulla quale invece sicuramente il Senato ha agito in termini positivi è rispetto alle donne. Noi già qui alla Camera avevamo conquistato il fatto, per quanto riguarda le lavoratrici, nel caso in cui si abbia una gravidanza durante un rapporto di lavoro con contratto a tempo determinato, che il periodo di gravidanza obbligatoria serva a maturare i sei mesi che possono dare diritto all'assunzione a tempo indeterminato. In Senato hanno aggiunto un ulteriore diritto di precedenza e hanno previsto, quindi, che alle lavoratrici, sempre nel caso in cui abbiano una gravidanza durante un contratto a tempo determinato, sia altresì riconosciuto, con le stesse modalità di cui al presente comma, il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi, con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine. Quindi, mentre noi avevamo praticamente riconosciuto il periodo di maternità obbligatorio come periodo di prestazione effettiva di lavoro per maturare i sei mesi per aspirare ad un contratto a tempo indeterminato, in Senato hanno anche aggiunto il diritto di precedenza rispetto ai contratti a tempo determinato e questa è sicuramente una parte positiva.

 In Senato hanno anche aggiunto che non si applica la percentuale limitativa per i contratti a tempo determinato, stipulati tra istituti pubblici di ricerca ovvero enti privati di ricerca e lavoratori chiamati a svolgere in via esclusiva attività di ricerca scientifica o tecnologica, di assistenza tecnica alla stessa o di coordinamento e di direzione della stessa. Allora, noi ci auguriamo che questo – e anche questo aspetto verrà monitorato – sia praticamente un favorire gli istituti di ricerca, perché è evidente che possono averne bisogno per alcune ricerche o per progetti per i quali abbiano avuto, per esempio, finanziamenti dall'Europa o progetti finanziati dal Fondo sociale europeo, in modo che non ci sia una limitazione. Noi contiamo che questo sia un vantaggio per i lavoratori e le lavoratrici che, anziché quindi con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, possono essere assunti con contratti a tempo determinato. Perché può essere preferibile il contratto a tempo determinato ? Perché dà una contribuzione previdenziale più certa e, quindi, da questo punto di vista noi possiamo essere favorevoli al fatto che in Senato abbiano apportato questa ulteriore modificazione.
  Poi una cosa che ci sembra un po’ strana, ma anche questo valuteremo in termini di monitoraggio, è che praticamente c’è stata una grande discussione sul fatto che noi qui alla Camera avevamo inserito di nuovo la formazione obbligatoria per gli apprendisti.
  Ma avevamo dato un'unica clausola secondo la quale, se le regioni entro quarantacinque giorni non riuscivano ad ottemperare con una formazione obbligatoria pubblica, le aziende potessero praticamente provvedere, le aziende o le associazioni dei datori di lavoro, alla formazione. In Senato è stato precisato maggiormente e, quindi, da questo punto di vista, è addirittura un'ulteriore conferma della necessità della formazione durante l'apprendistato. Noi continuiamo a ricordare che il contratto di apprendistato è un contratto di lavoro, ma che per l'appunto, come dice la parola, è anche un contratto per «apprendere». In Senato praticamente hanno aggiunto che la regione provvede a comunicare al datore di lavoro, entro quarantacinque giorni dalla comunicazione dell'instaurazione del rapporto, la modalità di svolgimento dell'offerta formativa pubblica, anche con riferimento alle sedi, al calendario delle attività previste, avvalendosi anche dei datori di lavoro e delle loro associazioni che si siano dichiarate disponibili ai sensi delle linee guida adottate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in data 20 febbraio 2014, quindi durante ancora il Governo Letta. Le linee guida del Governo Letta (era sottosegretario Carlo dell'Aringa) vengono confermate anche in questo decreto-legge lavoro. E quindi la comunicazione dell'instaurazione del rapporto di lavoro si intende effettuata dal datore di lavoro e via seguitando. Quindi, praticamente, mentre noi avevamo previsto che, dopo quarantacinque giorni, l'azienda avrebbe anche potuto in qualche modo decidere di provvedere alla formazione, con la modifica al Senato, cosa sulla quale c’è stato un lungo dibattito anche qui durante la prima discussione sul decreto-legge lavoro, in cui sembrava che il Nuovo Centrodestra vedesse questa formazione pubblica come ostativa rispetto ai contratti di apprendistato... Noi abbiamo visto che, anche nel passaggio in Senato, questa parte è rimasta, anzi dal nostro punto di vista viene addirittura confermata. Però ci tengo veramente anche a ricordare, cosa che è stata ricordata anche già dai colleghi del Partito Democratico durante la prima lettura qui alla Camera, che nel campo del lavoro dipendente solo il 15 per cento degli avviamenti avviene con contratto a tempo indeterminato. Noi diciamo ovviamente purtroppo, perché ci piacerebbe che fosse l'85 per cento con contratto a tempo indeterminato e il 15 per cento con contratto a tempo determinato, ma invece l'85 per cento degli avviamenti al lavoro avviene con contratto a termine e di questi il 70 per cento con contratti a tempo determinato, più del 40 per cento con una durata inferiore ad un mese e il 20 per cento da due a tre mesi. E oltretutto nell'attuale situazione, quindi prima del decreto-legge n. 34 del 2014, i rinnovi pur con causalità possono durare all'infinito. Quindi, la modifica che noi abbiamo apportato in Commissione lavoro alla Camera e votata poi in Aula dalla Camera, la nostra modifica delle cinque proroghe e rinnovi nell'arco dei trentasei mesi, è veramente una norma fondamentale; è una modifica a favore dei lavoratori e delle lavoratrici fondamentale. L'abbiamo modificato qui rispetto al decreto-legge n. 34 del 2014 come ci è arrivato ed è rimasto così anche in Senato. E quindi anche per quanto riguarda ciò, possiamo dire che la riteniamo una modifica importante fatta dalla Camera e questa è rimasta. Per quanto riguarda poi il contratto a tempo determinato, noi speriamo che possa servire anche per superare le partite IVA che noi chiamiamo «spintanee», nel senso spinte spesso dai datori di lavoro che trovano più agevole instaurare poi un rapporto con un lavoratore o una lavoratrice con partita IVA rispetto ad averlo con contratto a tempo determinato all'interno dell'azienda o con contratto a tempo indeterminato.

Noi, nel monitoraggio, speriamo anche di rivedere, di ritrovare un miglioramento rispetto a questo. Quello che noi vogliamo sottolineare è che siamo in una condizione tuttora emergenziale e, quindi, provare a dare un'opportunità di accesso, provare a farlo attraverso il contratto a tempo determinato, che è comunque un regolare contratto di lavoro, con regolare retribuzione legata al contratto collettivo nazionale e all'eventuale contratto aziendale aggiuntivo e con regolare contribuzione, può essere un punto di equilibrio tra la flessibilità richiesta a gran voce dalle aziende, su cui tuttora pesa l'incertezza di una stabilità futura, e la forma di contratto che più di altre garantisce tutela in termini di salario e di protezione sociale. Noi non ci stiamo illudendo che questo assicuri maggiore occupazione e non vogliamo certo dare illusioni su questo, ma ci fidiamo della volontà del Ministro di monitorare la situazione. Sappiamo ovviamente che molto dipenderà dalla ripresa economica, molto dipenderà dal fatto che si riescano a creare maggiori posti di lavoro e questo è quello che noi vogliamo fare.
  Nella discussione sul decreto-legge presentato dal Governo il PD tutto ne ha condiviso, rispetto a questo, l'approccio, come prima tappa di un disegno complessivo più vasto. Certo, lo abbiamo detto, avremmo preferito discutere prima la delega sul lavoro, che è una delega molto più complessiva che prevede anche i contratti e l'avviamento al lavoro, e quindi avremmo preferito partire dalla delega, ma ci fidiamo del fatto che anche la delega, quando arriverà qui alla Camera, abbia la possibilità di essere discussa e anche modificata. Noi conosciamo le tante fragilità e conosciamo la fatica della mediazione. Una mediazione che, su questi temi, non è solo politica, ma è anche sociale e culturale e vogliamo assolutamente sottolineare che il lavoro, la stabilità, la dignità, il benessere individuale diventano un benessere collettivo perché sicurezza e dignità di vita sono un bene per tutta la società. Ovviamente tutto ciò riguarda il diritto del lavoro, un lavoro con retribuzioni dignitose, con reali contribuzioni; solo creare più lavoro garantirà la pensione ai giovani, non manovre che portano via soldi al sistema previdenziale per coprire il debito pubblico. Non è andando a coprire il debito pubblico che si riesce a garantire la pensione ai giovani, è creando posti di lavoro con contratti, che possono essere contratti, che portano ad un lavoro più stabile.
  Concludo, ribadendo che questa non è una bacchetta magica, noi non ci illudiamo che siano una bacchetta magica, noi continuiamo a pensare che il contratto di lavoro a tempo indeterminato sia una sicurezza per tutti, per creare una famiglia, per poter affrontare la vita, ma speriamo e contiamo sul fatto di verificare che ci sia un miglioramento nell'occupazione e ovviamente aspettiamo il monitoraggio tra dodici mesi.