Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 4 Agosto, 2014
Nome: 
Nazzareno Oliviero Nicodemo

A.C. 2568-A

 

Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge competitività è il frutto di un proficuo lavoro parlamentare e di un confronto costruttivo tra Governo e Parlamento. Anche per questo voglio ringraziare i relatori, Basso e Braga, i sottosegretari, De Vincenti, Velo e Scalfarotto, e il Ministro Martina che ha fortemente voluto che in questo provvedimento fosse contenuto il piano «Campolibero». È un provvedimento omogeneo – lo dico ai colleghi che mi hanno preceduto – e allo stesso tempo ricco, che investe molteplici aspetti delle attività produttive nella prospettiva di una crescita sostenibile che guarda all'ambiente come una risorsa fondamentale per creare sviluppo e competitività. L'agricoltura, dopo anni di gravi disattenzioni da parte della politica nazionale, torna centrale, si prende lo spazio che le era stato tolto e torna ad essere un volano per lo sviluppo economico del Paese. Basti pensare ai tanti Ministri che si sono succeduti al Ministero che fu di Cavour negli ultimi quattro anni del Governo di centrodestra. La nostra soddisfazione viene poi confermata dal sostegno con il quale il decreto-legge è stato accolto da parte del mondo agricolo e di tutte le associazioni di settore, nessuna esclusa. È la prima volta, dopo tanti anni, che viene approvato un vero e proprio piano di interventi. «Campolibero» segna una vera e propria svolta. Il decreto-legge competitività riconosce, infatti, all'agricoltura una funzione strategica per l'economia del nostro Paese grazie all'opera del Presidente Renzi e del Ministro Martina, il cui merito è quello di avere posto l'agroalimentare tra le priorità del Paese e ciò nella convinzione che la nostra economia riparte se si afferma con maggiore forza la ripresa di questo settore che sta già dando i primi segnali positivi. 
Per questo, pur prendendo atto che qualche norma introdotta dal Senato ed ora espunta farà parte del collegato all'agricoltura, riteniamo che le disposizioni agricole contenute nel testo all'esame sono significative e indispensabili per ridare all'agricoltura italiana la spinta propulsiva necessaria per rilanciare il nostro made in Italy e dare più opportunità agli agricoltori. In particolare, tra le tante disposizioni già illustrate brillantemente dalla relatrice Braga, voglio sottolinearne alcune. Quella, per esempio, di disporre crediti d'imposta per lo sviluppo del commercio elettronico e di nuovi prodotti a favore delle imprese agricole: un intervento che guarda in maniera strategica al futuro sviluppo del settore, favorendo sinergie che potrebbero produrre effetti decisamente espansivi per l'economia del nostro Paese. Vi è poi la norma in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentari finalizzata a sbloccare l'attuazione della legge sull'etichettatura, la disposizione sul Fondo finanziamento programmi nazionali per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti che prevede ulteriori finalità legate all'efficientamento della filiera della produzione e dell'erogazione e al coordinamento della gestione dei cosiddetti sprechi alimentari al fine di poterli destinare agli indigenti. Vi sono poi le disposizioni per incentivare l'assunzione di giovani lavoratori agricoli e determinare la riduzione del costo del lavoro in agricoltura: si tratta di una misura molto interessante che potrebbe produrre effetti decisamente favorevoli; ed inoltre, uno specifico incentivo in favore degli imprenditori agricoli per promuovere occupazione stabile in attesa delle ulteriori risorse derivanti dalla programmazione comunitaria 2014-2020. Nella stessa direzione, l'istituzione presso l'INPS della Rete del lavoro di qualità, alla quale possono partecipare le imprese agricole: una disposizione che deriva dalla proposta unitaria di riforma del mercato del lavoro agricolo elaborata dalle rappresentanze sindacali del settore. Vi è poi la norma che prevede che le risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca siano destinate anche al finanziamento agevolato delle imprese agricole, forestali e agroalimentari che partecipano ad un contratto di rete: una significativa misura per favorire l'aggregazione dell'offerta e l'accesso prioritario alle risorse nazionali e a quelle del PSR.
Inoltre, sono previsti mutui a tasso zero per gli under 40 e detrazioni del 19 per cento per l'affitto di terreni agricoli a giovani agricoltori ed ulteriori interventi a sostegno delle imprese agricole condotte da giovani, ai quali – mi permetto di sottolineare –, ancora una volta, verrà data la possibilità di affittare 5.500 ettari di terreni incolti. 
Si tratta, quindi, di interventi che valorizzano il comparto agricolo e agroalimentare, attesi da decenni e, finalmente, posti in essere nella giusta direzione: quella di aggredire la disoccupazione e contribuire al ricambio generazionale. Una vera e propria rivoluzione verde, fatta con pacatezza e anche con decisione, in perfetto stile del Ministro Martina. Non annunci roboanti, non i ruggiti dei roditori e dei Governi di centrodestra, ma misure concrete e di straordinario valore, come, ad esempio, l'approvazione da parte di quest'Aula di un progetto di legge sull'agricoltura sociale avvenuta pochi giorni fa. 
Ci sono, poi, nuove norme sulla produzione di mozzarella di bufala campana, sulla tracciabilità del latte bufalino e sanzioni penali severissime per i contraffattori. A un decreto del Ministero è affidato, poi, il compito di individuare modalità operative per valorizzare e tutelare le linee produttive di qualità. 
Nel provvedimento è contenuta anche un'importante operazione di semplificazione, operazione che proseguirà nel collegato agricolo. 
Signor Presidente, gli agricoltori sono esasperati dalla burocrazia. Un recente sondaggio fatto da L'informatore agrarioparla chiaro: la burocrazia, con i suoi costi, controlli e multe, è un peso che schiaccia l'imprenditorialità. Chi pensa che maltempo, crisi di mercato, concorrenza estera o emergenze fitosanitarie siano gli unici problemi della nostra agricoltura si sbaglia. Tra i nemici più temibili di chi fa impresa in campagna c’è la burocrazia: carte bollate, autorizzazioni e permessi sono un peso insopportabile. Più del 60 per cento degli agricoltori subisce, nello stesso anno, per due volte o più lo stesso controllo da parte di enti diversi; circa il 15 per cento dei partecipanti al sondaggio afferma di essere stato sottoposto più di tre volte allo stesso accertamento.  Il «decreto-legge competitività» prevede, tra le altre numerose semplificazioni che alle imprese agricole controllate debba essere sempre notificato il verbale dell'ispezione amministrativa svolta, anche nei casi di accertata regolarità o di avvenuta regolarizzazione a seguito di diffida. L'obiettivo è semplificare e coordinare il sistema dei controlli ispettivi e assicurare un comportamento omogeneo. Inoltre, è prevista la generale estensione, per tutte le violazioni alla normativa agroalimentare che prevedono la sola sanzione pecuniaria, dell'istituto della diffida, purché le predette violazioni siano di lieve entità e sanabili. Per una maggiore coerenza e chiarezza, è stata prevista l'istituzione, presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, del registro unico dei controlli ispettivi sulle imprese agricole ed agroalimentari. 
Ma non solo semplificazione: si è voluto, ad esempio, istituire un sistema di consulenza aziendale in agricoltura, ovvero si è creato un quadro nazionale omogeneo in materia di consulenza aziendale sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune. Una misura che punta ad avvicinare gli agricoltori italiani all'Europa. 
Signor Presidente, queste sono alcune delle tante misure contenute nel provvedimento in esame. Per noi del Partito Democratico, che nell'agricoltura abbiamo sempre creduto come ad un settore di straordinaria importanza per l'economia e lo sviluppo del Paese, si tratta di un segnale di grande valore, che pone nuovamente e con forza il comparto al centro dell'azione di politica economica del Governo. La nostra agricoltura, così a lungo ridotta ad un ruolo marginale, si riprende la dignità e la funzione che le spetta all'interno delle strategie di crescita sostenibili del Paese, nella consapevolezza che nell'agricoltura c’è già scritto futuro del nostro Paese, il futuro delle giovani generazioni, che sono tornate con prepotenza a credere nel comparto agroalimentare. 
Molto ancora si può fare e lo faremo, ma siamo finalmente sulla strada giusta. Semplificazione, lavoro, sviluppo, innovazione, giovani, tutti aspetti importanti, interventi specifici ben coordinati tra loro nel testo del decreto-legge al nostro esame per il quale esprimiamo, convintamente, pieno sostegno e soddisfazione.