Dichiarazione di voto
Data: 
Lunedì, 6 Agosto, 2018
Nome: 
Piero De Luca

A.C. 1004

Presidente, anch'io non posso non esprimere, come i colleghi che mi hanno preceduto, un certo sconcerto per la confusione che ha caratterizzato la posizione di alcuni esponenti della maggioranza di Governo. Guardate, noi abbiamo alimentato un dibattito di merito, serio, responsabile, su uno degli aspetti più delicati che riguardano la politica estera del nostro Paese e il futuro impegno in Europa, nel Mediterraneo e nei rapporti con i Paesi di origine e di transito del Nord Africa, che il nostro Paese dovrà assumere nel futuro.

Guardate, noi non siamo all'anno zero: è bene ricordarlo ad alcuni colleghi che invece di verificare le posizioni all'interno della maggioranza, hanno preferito piuttosto verificare quelle del Governo del Partito Democratico. Il Partito Democratico nella precedente legislatura ha ottenuto dei risultati estremamente importanti per quanto riguarda il governo e la gestione dei flussi migratori, e l'ha fatto rispettando i diritti fondamentali, i diritti umani dei migranti in fuga da situazioni di guerre, di violenza, di persecuzione o anche di povertà estrema. L'ha fatto mettendo in campo senza paura sin dal 2014 una missione che per noi è stata un motivo di vanto e di orgoglio a livello internazionale, quella missione Mare Nostrum che ha fatto sì che l'Italia diventasse un simbolo di civiltà in tutta Europa e in tutto il mondo: una missione che ha consentito di iniziare un pattugliamento delle coste del Mediterraneo, ma allo stesso tempo di salvare centinaia di migliaia di vite umane, perché per noi anche solo una vita umana è una vita che va salvata, va preservata e va tutelata all'estremo, non possiamo permetterci il lusso di girarci dall'altra parte. Una cosa è la gestione ordinata dei flussi migratori, altra cosa è mettere in campo azioni disumane, azioni che rischiano di mettere davvero in pericolo la vita, la salvaguardia di tanti migranti, tante donne, spesso bambini che si trovano a fuggire su barconi e in viaggi della speranza.

Quest'operazione ha consentito però anche di risvegliare le coscienze, dell'agenzia Frontex e di tanti Stati membri dell'Unione europea; e ha avuto un significato fondamentale, perché da quel momento in Europa è nata la coscienza della necessità di tutelare e di difendere i confini a sud dell'Italia come i confini a sud dell'Europa intera. Questo è un merito che ci prendiamo tutto ed ascrivibile al Governo del PD, al Governo di centro-sinistra: non vi lasceremo appropriarvi di quello che è un risultato che noi abbiamo ottenuto sin dal 2014, e che rivendichiamo con orgoglio. Se in Europa è stata attivata la missione Triton, se dopo abbiamo avuto Sophia, se dopo abbiamo avuto Themis, se abbiamo avuto cioè la possibilità di mettere in campo finalmente delle misure in grado di unire gli Stati membri per il pattugliamento, per il contrasto all'immigrazione illegale, e soprattutto il contrasto ai trafficanti di uomini, questo è perché il Partito Democratico, i Governi di centro-sinistra hanno avuto il coraggio, anche da soli dopo la strage di Lampedusa, di inaugurare una missione di tutela e pattugliamento delle acque del Mediterraneo.

Questa missione però ovviamente aveva un pregio: aveva la possibilità e aveva la volontà politica di difendere le vite nel Mediterraneo. Voi invece oggi siete qui e non ci avete dato risposte chiare: risposte chiare sul perché non volete che personale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, personale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, personale competente possa stare sulle navi che devono operare il pattugliamento delle acque libiche. Perché siete contrari a che personale qualificato possa verificare il rispetto e la tutela, la garanzia assoluta dei diritti umani su quelle barche? Il perché non l'abbiamo capito, e aspettavamo ancora una risposta da parte vostra in tal senso. Noi riteniamo questo un punto dirimente, ed era questo un punto indicato anche nel Memorandum d'intesa del 2017 siglato dal Governo Gentiloni. Per cui la nostra posizione e la nostra richiesta era una richiesta di assoluto buonsenso: ci saremmo aspettati risposte chiare in questa direzione.

I Governi del centro-sinistra hanno ottenuto anche che si iniziasse a discutere di quello che è forse il regolamento, la normativa che a livello europeo maggiormente ha creato difficoltà all'Italia nella gestione del fenomeno migratorio. Mi riferisco a quel Regolamento di Dublino di cui tanto vi si siete riempiti la bocca in campagna elettorale; ma quel Regolamento di Dublino l'avete firmato voi nel 2003, ve l'abbiamo ricordato a più riprese, non lo dimenticate: se abbiamo avuto le difficoltà che abbiamo avuto di gestione, di sovraffollamento strutturale nei nostri centri di accoglienza è stato per quella regola aurea contenuta in una norma, che affida allo Stato di primo approdo tutta la responsabilità nella gestione delle richieste di asilo dei migranti che giungono sulle coste del primo Paese di sbarco. Noi riteniamo questa norma una norma da modificare, da cambiare; ci abbiamo però già provato anche in Parlamento europeo nel 2016, e voi in quel contesto, per i pochi che frequentavano il Parlamento europeo, avete votato contro questa modifica al Parlamento europeo. Con quale coraggio oggi parlate di modifica del Regolamento di Dublino?

E questa linea avete continuato a seguirla anche nell'ultimo vertice del 28 e 29 giugno, a Bruxelles. Noi abbiamo parlato, interloquito sia con il Ministro Savona che con il Ministro Moavero Milanesi in recenti audizioni in Commissione, e abbiamo chiarito al Ministro Moavero Milanesi che in realtà i risultati del Consiglio europeo sono risultati per noi assolutamente fallimentari da questo punto di vista. Avete inserito nelle dichiarazioni finali, nelle conclusioni di quel vertice che il Regolamento si modifica all'unanimità, con il consenso unanime di tutti i partner: avete cioè modificato al ribasso addirittura le regole “costituzionali” del Trattato di Lisbona, che prevedevano la modifica a maggioranza qualificata del Regolamento. Il risultato di tutto ciò è che noi non riusciremo più in Europa a toccare quello che è il punto più delicato e più controverso della politica e della normativa europea in materia di gestione dei migranti, ed è responsabilità vostra! Guardate al vostro interno, chiaritevi al vostro interno, perché se non riusciremo a modificare la norma che maggiormente crea difficoltà in Europa all'Italia, alla Grecia, agli Stati di primo approdo è solo ed esclusivamente per causa vostra. Questo per noi è un punto essenziale da chiarire.

In questo contesto oggi stiamo allora discutendo di un provvedimento che certo ricalca la linea di una decisione politica assunta dai nostri Governi, dal Governo Gentiloni nel 2017, e questo è certamente un elemento positivo per il Paese. Però, come vi abbiamo ripetuto a più riprese, e mi pare però che il messaggio stenti a passare, la linea sulla quale si collocava l'azione politica del Governo PD era una linea profondamente differente da quella che state seguendo e attuando voi ora. Era una linea che seguiva due indicazioni contenute in quel Memorandum del febbraio 2017, ed era una linea che prevedeva innanzitutto di aumentare il finanziamento e i programmi di crescita sociale ed economica delle regioni più colpite dal fenomeno migratorio. Allora noi vi aspettiamo al varco alla prossima legge di stabilità: prevedete risorse aggiuntive per sostenere le regioni più in difficoltà e più in ritardo della Libia e di altri Paesi di transito e di origine del Nordafrica. Questo è un punto per noi dirimente, e nulla di tutto ciò è contenuto nel decreto-legge in esame.

L'altro punto sul quale noi riteniamo di non poter recedere e di non poter venir meno è l'apertura di una stagione, la nuova stagione di tutela assoluta dei diritti umani all'interno dei centri di accoglienza temporanei in Libia. Non solo sulle navi ma anche e soprattutto all'interno dei centri temporanei in Libia noi abbiamo chiesto che si inserisse, in una norma esplicita, l'obbligo di permettere la presenza di personale qualificato delle organizzazioni internazionali dell'emigrazione e delle Nazione Unite per i rifugiati. Ancora una volta non ci avete risposto, ancora una volta non avete chiarito il motivo della vostra contrarietà ad una norma di buonsenso che impegna il Governo a sostenere la Libia nel percorso di progressiva tutela e garanzia dei diritti umani delle persone che sono presenti nei centri di accoglienza in Libia.

Così come non ci avete risposto sul perché non condividete l'idea di un sostegno ad accompagnare la Libia verso la ratifica della Convenzione di Ginevra. Questa convenzione è chiaro che fa parte di un percorso, un percorso che la comunità internazionale deve sostenere e l'Italia insieme alla comunità internazionale. Però, noi ribadiamo che non vorremmo che ci fosse una sorta, anche lì, di retropensiero dietro il rifiuto di accogliere questo emendamento che ci pare di assoluto buonsenso e che ci sia quasi una sorta di fastidio - l'abbiamo detto - da parte vostra a rispettare delle norme, quelle del non-refoulement dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra, quelle norme che sono volte a tutelare le persone che hanno diritto a ottenere lo status di rifugiato, perché voi siete i primi che state mettendo in discussione, col vostro atteggiamento, quello relativo alla vicenda Acquarius e quello relativo ad Asso 28, la tutela dei diritti fondamentali delle persone che sono presenti in queste barche che attraversano il Mediterraneo.

Allora, una cosa - lo ribadiamo - è il lavoro per creare canali legali di ingresso in Europa, altra cosa è girare la faccia dall'altra parte e girare la faccia ai migranti che rischiano di morire in mare.