Dichiarazione di voto
Data: 
Lunedì, 6 Agosto, 2018
Nome: 
Massimo Ungaro

A.C. 1004

Grazie, Presidente. Anch'io mi unisco al collega Fragomeli e trovo immeritate le dichiarazioni della collega De Carlo. I Governi precedenti hanno svolto e sono riusciti a svolgere una missione quasi impossibile, a svolgere un ruolo umanitario salvando vite, persone dall'annegamento con l'operazione Mare Nostrum e, al contempo, sono riusciti a far diminuire drasticamente gli sbarchi e, infine, hanno cercato politicamente di trovare una soluzione politica al dramma di quel Paese fallito che era e rimane la Libia, provando, appunto, a rimettere in piedi un'autorità legittima.

Sul problema che oggi stiamo discutendo io non trovo che sia priva di contenuto questa discussione. Oggi stiamo cercando di fare una discussione di politica estera del nostro Paese e la vostra politica - quella, appunto, di donare materiale senza nessuna condizione in termini di rispetto dei diritti umani, di cedere, quindi, queste motovedette senza almeno l'impegno della Libia a ratificare la Convenzione di Ginevra - è immorale, è inutile ma soprattutto, secondo me, porta a un rischio, che è quello di avviare il nostro Paese sulla via dell'isolazionismo.

È immorale perché elargire oboli e in seguito infischiarsene di quello che avviene in Libia è un atteggiamento da Ponzio Pilato: l'importante è far scomparire i barconi costi quel che costi e poco importa della sorte dei profughi respinti e poi trattenuti nei campi in Libia. Non è certamente il trattamento che meritano persone in fuga dalla guerra, dalla fame o soltanto anche alla ricerca di un futuro migliore. Quindi, si tratta di un comportamento che milioni di nostri connazionali hanno subito negli anni emigrando, appunto, e stando nelle baracche in Germania, in Svizzera, in Belgio, a Ellis Island, in Australia. Tra due giorni, l'8 agosto, Presidente, avremo il sessantaduesimo anniversario dell'incidente di Marcinelle, dove oltre 262 minatori italiani perirono in un gravissimo incidente. Non è con questa politica, che oggi il Governo gialloverde ci espone in Aula, che onoreremo e faremo omaggio al loro sacrificio.

Ma non è soltanto immorale, è anche inutile. Questa politica è inutile senza una politica complessiva che cerca di coinvolgere, appunto, la Libia e soltanto chiudendo i porti non riusciremo ad aiutare gli italiani - nascondendo la polvere sotto il tappeto - perché l'immigrazione è un processo complesso che deve essere gestito e, quindi, dovremo cercare, appunto, di essere presenti influenzando il Governo di Tripoli, cercando di liberarsi dall'ISIS e dai trafficanti.

Insomma, la donazione di materiale senza una presenza forte e attiva nello scenario libico può portare, paradossalmente, a rinvigorire il traffico illegale di esseri umani e, quindi, forse portare a un aumento esponenziale degli sbarchi negli anni a venire.

Invece, noi dovremmo usare la nostra politica per cercare di influenzare Tripoli e obbligare il Governo o incentivarlo a firmare la Convenzione ONU sullo status dei rifugiati, chiedere alla Libia di adottare una legge sull'asilo e, soprattutto, chiedere di annullare la detenzione automatica dei rifugiati e dei migranti che è esattamente il contesto nel quale si svolgono le peggiori violenze nei campi in territorio libico.

Ma poi, in ultimo, Presidente se posso far notare, questa che vediamo oggi è l'ennesima prova che avete intenzione di avviare l'Italia sulla via dell'isolazionismo, un'idea appunto sovranista, una concezione vestfaliana del mondo, dove appunto si guarda alla tutela delle frontiere dicendo “prima gli italiani”, illudendoci, illudendovi che questo che succede al di là delle nostre frontiere non avrà ricadute su di noi.

Quindi, i nostri emendamenti oggi cosa provano a fare? Innestare le donazioni di motovedette in una politica di supporto alla Libia sulla via di una democratizzazione o, almeno, di costruire e rinvigorire uno Stato di diritto, di accompagnare la Libia a entrare nella Società delle nazioni, la quale è latitante da ormai decenni e, quindi, sì, da una parte vediamo il Governo che, a parole, dice di voler risolvere il problema libico, promette conferenze di pace ma, in realtà, invece chiude i porti e, appunto, è pronto a cedere materiale senza condizioni. Questa politica è destinata a fallire.

Quindi, io esorto l'attuale maggioranza a cambiare rotta il prima possibile, per non portare la politica estera italiana sulla via dell'isolazionismo.