Data: 
Mercoledì, 24 Ottobre, 2018
Nome: 
Davide Gariglio

A.C. 1209-A

 

Grazie, Presidente. Innanzitutto, è doverosa una premessa: il crollo del ponte risale al 14 agosto. Il decreto-legge viene approvato in Consiglio dei Ministri solamente il 13 settembre. Quattro settimane di lavori - di lavori? Immaginiamo di lavori - per mandare un decreto in Consiglio dei Ministri. Tuttavia, viene pubblicato solo il 28 settembre, cioè 15 giorni dopo. Sono trascorse sei settimane dal momento della tragedia al momento in cui una norma è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e, quindi, è entrata in vigore. E che è successo in questo tempo? Un interminabile balletto dentro la maggioranza per individuare il nome del commissario e per definire il contenuto delle misure, misure che erano in gran parte ancora da scrivere quando il decreto-legge è stato preso in carico dalle Commissioni trasporti e ambiente della Camera.

E mentre Genova attendeva, il Ministro Toninelli dov'era? Il Ministro Toninelli era al mare. Mentre le amministrazioni locali erano lì con la gente, mentre il sindaco di Genova e il presidente del municipio della Valpolcevera, Federico Romeo, erano lì con i cittadini di Genova, Toninelli dove era? Al mare a fare selfie col suo barbiere. Mentre al Ministero erano in attesa di avere direttive su come muoversi, sulle leggi da scrivere, Toninelli dove era? Sulla sdraio, interrompendo le vacanze solo per andare a fare passerella di fronte alle bare ai funerali a Genova. È lo stesso Ministro Toninelli che non si è degnato di farsi vedere una volta nemmeno all'incardinamento dei lavori in Commissione e che non si è degnato di presenziare alla seduta odierna dell'Aula della Camera dei deputati.

Ma veniamo al Capo I, agli interventi urgenti per Genova. Qui non si risponde alla domanda cruciale: come viene ricostruito il ponte di Genova? Abbiamo assistito a delle intemerate contro Autostrade per l'Italia.

Abbiamo assistito alle dichiarazioni roboanti di Toninelli, così come è stato definito dal mio collega: “Toninelli l'acuto” (dopo “Grillo l'elevato”, abbiamo “Toninelli l'acuto”). Toninelli ha dichiarato: “Revochiamo ad ASPI tutte le concessioni”. Poi, ha detto: “Faremo decadere le concessioni”. Poi, ha detto: “Caduchiamo tutte le concessioni”. Poi, ha detto: “Caduchiamo tutte le concessioni di tutte concessionari”. Poi, ha detto: “No, caduchiamo solo le concessioni di ASPI”. Poi, ha detto: “No, caduchiamo solo la concessione della A10”. Di Maio ha fatto di meglio ed è arrivato a dire: “Nazionalizzeremo Autostrade per l'Italia”. E sapete qual è la notizia? È che da due o tre settimane non ne sentiamo più parlare. Allora, ai banchi del Governo, al Viceministro Rixi, che è stato qui e gli riconosciamo l'impegno in questi giorni in Commissione, chiediamo: ma cosa avete deciso di fare con le concessionarie autostradali? Cosa state facendo? Perché la sensazione è che qui non abbiate cambiato nulla; la sensazione è che non abbiate messo affatto mano ai rapporti concessori; la sensazione è che non abbiate fatto nulla per fermare gli incrementi tariffari.

Il Vicepremier Di Maio ha dichiarato più volte: “Autostrade per l'Italia non metterà mano nella ricostruzione del ponte. Pagherà solo. Il ponte lo farà un'azienda pubblica: lo farà Fincantieri” e poi ha detto: “Rifaremo il ponte in nove mesi”. Sono tutte citazioni e potremmo portarvi gli articoli di stampa o le agenzie Ansa partite dai membri del Governo. Ebbene, la domanda è: a che punto siamo con la ricostruzione? Qualcuno è in grado di dire al Parlamento italiano, qualcuno è in grado di dire alla gente di Genova cosa facciamo per ricostruire il ponte? Perché a noi non interessa chi lo ricostruisce ma come e in che tempi. Vi chiediamo: avete risolto il problema? Avete detto che lo farà Fincantieri, ma Fincantieri lo farà? Avete trovato una soluzione per affidarlo alla società che legittimamente avete scelto ma in modo che sia una soluzione che tenga rispetto alle norme inderogabili dell'Unione europea? E soprattutto - e soprattutto! - chiedo al Governo: siamo sicuri che Autostrade per l'Italia pagherà? Perché il relatore Di Muro intervenendo oggi ha detto (testuali parole): “A tirar fuori i soldi sarà Autostrade per l'Italia. Se non lo fa però il Governo è pronto con la sua copertura di bilancio”.

Allora, per intanto la cosa certa è che a pagare sarà lo Stato e anche con gli interessi, perché all'articolo 1, comma 6, avete messo - giustamente, perché sapete di aver combinato un pasticcio - le mani avanti. E, infatti, dite che se Autostrade per l'Italia non paga, il commissario potrà andare a prendere a prestito i denari sul mercato e li pagherà a un tasso di rendimento pari al tasso dei Btp decennali aumentato dell'1,5 per cento. Cioè, lo scherzo che ci avete fatto costerà, solo in termini di tasso di interesse, il 5,10 per cento all'anno. Avete fatto un capolavoro! Ci state dicendo e l'avete scritto, seppure in modo non voluto, che Autostrade per l'Italia non pagherà. Non avete voluto il risarcimento in forma specifica, cioè la ricostruzione da parte di chi era responsabile della manutenzione, che era quello che aveva chiesto il presidente Toti della regione Liguria, e a parole continuate ad attaccare Autostrade per l'Italia ma nei fatti gli fate un regalo perché gli consentite di non pagare. Per intanto non pagano e poi si vedrà.

E che dire dell'emendamento sulle opere propedeutiche? A un certo punto una manina, che aveva il nome degli onorevoli Rospi e Di Muro, perché loro per lo meno hanno il coraggio di firmarsi, ha presentato un emendamento in cui sopprimeva le parole “propedeutiche e” dalle competenze del commissario per la ricostruzione, cioè il sindaco Bucci. Perché avete tolto a Bucci il compito di occuparsi delle opere propedeutiche alla ricostruzione del ponte? Perché avete cancellato il termine che avevate messo voi? L'avevate scritto voi, nel testo che avete mandato alla Camera, che il commissario doveva occuparsi anche delle opere propedeutiche.

A questa domanda non ci avete risposto in Commissione, quindi l'unica interpretazione razionale è il fatto che voi volete sottrarre al commissario le opere propedeutiche e, quindi, affidare ad Autostrade per l'Italia l'attività propedeutica, cioè l'abbattimento del ponte. Allora, per carità, tutto si può fare, ma non si può andare in giro a dire che Autostrade per l'Italia non toccherà nemmeno un mattone e poi fare una proposta emendativa che non si spiega in altro modo, se non in quel modo, giustificandola come necessaria per consentire ad Autostrade di abbattere il ponte. Ma ci avete detto: il decreto-legge lo abbiamo fatto con il cuore. Sì, ci credo. Il problema è che non avete usato la testa e che non avete usato la testa ce l'ha detto il presidente Cantone, che non ha solo sollevato la questione dell'antimafia e che, poi, grazie alle pressioni di tutta l'opposizione, avete recuperato, ma vi ha detto che dal come avete scritto le norme scaturiranno enormi problemi interpretativi per il povero commissario della ricostruzione, che sarà costretto a dotarsi di uno staff in cui gli avvocati saranno maggiori degli ingegneri.

Ma, vedete, per il Governo questa tragedia è stata solo uno spot. È duro dirlo, ma lo ribadisco, per questo Governo la tragedia di Genova è stato uno spot, avete speculato sui morti. Guardando in TV le immagini dei funerali, guardando in TV le entrate in chiesa dei due Vicepremier mi è tornato alla mente il film Il portaborse, di Nanni Moretti. Avete presente la scena, anche lì un funerale? Il funerale del poeta morto suicida perché disperato, perché il Ministro corrotto gli aveva negato l'applicazione della legge Bacchelli, nonostante il suo portaborse avesse cercato di intervenire in proposito. Ebbene, l'immagine del cinismo del Ministro Cesare Botero, interpretato da Nanni Moretti è un'immagine che ha colpito tutti noi. Ecco, a Genova quel Ministro cinico, che gioca, ai funerali, col dolore delle persone lo avete rappresentato voi, voi con i vostri selfie funerari, con i vostri sorrisi dinanzi le telecamere, con le vostre invettive verso tutti, specie verso coloro che negli anni vi avevano preceduto negli incarichi di Governo, mentre invece, in un momento di dolore, avreste dovuti stare zitti e lasciare che i morti venissero pianti dai loro cari, senza peraltro pensare che prima di fare le accuse dovevate guardare in casa vostra, perché avete accusato gli altri partiti di essere prezzolati di Autostrade per l'Italia, e poi si è venuto a scoprire che gli unici ad aver preso i soldi da Autostrade per l'Italia sono stati quelli della Lega, all'epoca Lega Nord.

Allora, cari membri del Governo, avete tutta la nostra disistima e presto l'avrete anche dei genovesi, quando capiranno che le vostre parole non saranno seguite da fatti e quando si vedrà che la ricostruzione sarà ben più lunga e sofferta di quanto avete annunciato.

Ma veniamo a un altro capo, al capo III, quello relativo agli interventi per Ischia. Il relatore per la Commissione Ambiente, l'onorevole Rospi, qui, oggi, ha detto: qui non si parla di condono, di sanatoria, ma solo di accelerazione di procedure. Non è così, non è così, la rubrica, cioè il titolo dell'articolo 25, recita: definizione delle procedure di condono. Faccio anche lo spelling: c-o-n-d-o-n-o, condono! E così, con onestà intellettuale, in qualche modo con un po' di trasparenza – vivaddio! – lo hanno definito lo stesso Ministro dell'Ambiente Costa e lo stesso Vicepremier Salvini, ma Di Maio, che è più ipocrita, non vuole dirlo. Per lui usare la parola “condono” è un po' come per Fonzie, della serie televisiva Happy Days, pronunciare la parola “scusa”. E, però, Di Maio, in qualche modo le cose sono così, perlomeno cambia i titoli delle leggi che firmi, se non vuoi metterlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non solo. Avete voluto spalancare le porte di un condono, non avete accelerato le procedure, perché avete deciso, e potevate fare in mille altri modi, di applicare a tutti i casi di domande di condono ancora pendenti la legge più retrodatata, la n. 47 del 1985, quella che abbiamo detto era stata scritta dal Governo di Bettino Craxi e dal Ministro Franco Nicolazzi, e questa legge del 1985 avete deciso cioè venga applicata a tutte le domande, anche a quelle domande di condono presentate successivamente, cioè nel 1994, nel 2003, e in questo modo scatenate un effetto straordinario, cioè rendete sanabili abusi che non sarebbero stati sanabili applicando le leggi del 1994 e del 2003. Ci sono volute dodici ore continue di discussione per ottenere, alle quattro del mattino di martedì, una riscrittura del testo, che almeno escludesse la sanatoria per gli abusi commessi da persone condannate per mafia (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico) e l'abbiamo chiesto noi! Perché voi dicevate che non era vero, salvo poi dire di riscrivere la norma. Le norme di Berlusconi nel 2003 erano molto più garantiste di quelle che applicherete voi, perché impedivano la sanatoria di abusi in zone a vincolo idrogeologico, in zone a vincolo sismico, gli abusi fatti costruendo su terreni di proprietà pubblica e gli abusi fatti intervenendo sui musei nazionali, e voi lo rendete possibile.

Vedete, il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, intervistato a Repubblica TV da Sergio Rizzo, ha detto; il condono non mi piace, a Ischia e negli altri posti. Mi viene il mal di stomaco a parlare di condono, fisicamente e culturalmente. All'estero non esiste il termine “condono”. Quando vado in congressi internazionali mi chiedono cosa voglia dire. Sono fiducioso che il dibattito parlamentare possa aiutare, voglio fare la goccia cinese, anche perché tante di quelle case le ho sequestrate io. Lo dice Costa. Allora, ma quando mai è successo che un Ministro dell'Ambiente parlasse in questo modo di provvedimenti votati da se stesso, dal suo Consiglio dei ministri? Eppure, eppure non è cambiato nulla. Il che vuol dire che il Ministro Costa è un Ministro tecnico, è un Ministro che non conta nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non conta nulla perché o non ha capito ciò che ha votato, e perciò è pericoloso, o ha capito e non l'avete seguito, per cui è un Ministro inutile.

E fa tristezza, fa tristezza, credete, vedere un generale dell'Arma dei carabinieri trasformato in una foglia di fico, esattamente come Conte, l'unico Presidente del Consiglio che è il vice dei suoi due Vicepremier, ma questo e quello che succede nel Governo del cambiamento. È onesto, perché più trasparente, Matteo Salvini, Matteo Salvini che dice, cito testualmente: anche noi della Lega riteniamo che alcune norme, come ad esempio il condono – collega Rospi, condono –edilizio per Ischia non sia una buona cosa. Non è un bel segnale, dice Salvini, se salta la pace fiscale, saltano anche la sanatoria per Ischia e l'assicurazione RC auto per il Sud Italia, ma il presidente del gruppo della Lega Nord Riccardo, Molinari, e il presidente della Commissione Trasporti, Morelli, calcano la mano. Dicono, cito testualmente: siamo sicuri che gli amici dei 5 Stelle appoggeranno il nostro emendamento, che evita regali a migliaia di abusi edilizi commessi a Ischia. Presidente del gruppo e presidente della Commissione, e non è successo nulla. Che dire, verrebbe da chiedersi, ma anche Salvini e Molinari non contano nulla? E, no, loro contano, ma il problema è che qui c'è stato uno scambio politico su base clientelare, io do a te il condono fiscale, per l'elettorato leghista del Nord, tu dai a me il condono urbanistico, per l'elettorato di Ischia e del Sud. Che dire? Di Maio, in questi mesi di Governo, ha più volte richiamato la solennità del momento, quando si è abolita con decreto la povertà, ha detto: è un fatto storico. Io credo che anche oggi dobbiamo ribadire la solennità di questo momento.

Oggi, cara Presidente della Camera, immagino possa essere interessata - in quanto Presidente -al fatto storico che si compie oggi sotto la sua Presidenza in quest'Aula. Oggi si pone una pietra miliare della storia parlamentare: si compie, si presenta all'Aula il primo condono edilizio targato 5 Stelle. E poiché noi vogliamo dare a Cesare quel che è di Cesare, io propongo ai miei colleghi di partito che non lo hanno fatto, agli altri colleghi dell'opposizione, e se mi ascoltassero anche i colleghi di maggioranza, di dare a Cesare quel che è di Cesare, e cioè che questo condono d'ora in poi abbia il nome del suo ideatore, e che venga chiamato e passi alla storia come “condono Di Maio” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Perché vedete, oggi la Repubblica, cronaca di Napoli, riporta una frase di Di Maio, già citata dai miei colleghi, perché Di Maio dice, c'è il video: “Cercate una mia proposta di legge di condono che riguardi Ischia o altre regioni: se la trovate, mi iscrivo al PD”. Noi l'abbiamo trovata, è qua, l'atto parlamentare: Conte, Toninelli, Di Maio, c'è la sua firma, allora… Su Facebook il video in queste ore ha impazzato: il nostro collega che l'ha postato ha avuto un successo travolgente. Io immagino l'imbarazzo di Di Maio e dei parlamentari 5 Stelle, che rappresentano persone che hanno creduto nelle cose che sono andati a dire in campagna elettorale.

Allora a Di Maio diciamo questo: si tranquillizzi, noi non gli chiederemo di onorare la sua promessa di iscriversi al PD. Ben altre promesse dovrebbe onorare Di Maio. E soprattutto a noi basterebbe, cara Presidente, che Di Maio onorasse il contratto di Governo su cui ha messo la sua firma. Il contratto di Governo al punto 5 (ambiente) dice (leggo testualmente): per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Esattamente l'opposto di quanto ha fatto con il decreto-legge su Ischia! Mica male per chi predicava una diversità dagli altri partiti e una superiorità etica sulle altre persone. Siete sì diversi, ma peggiori: siete peggiori dei politici della Prima Repubblica che avete criticato, perché loro le opere abusive le sanavano, voi non solo le sanate ma pagate anche la ricostruzione di abusivi con soldi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il MoVimento 5 Stelle predicava la legalità ed era contro i condoni. Beppe Grillo scriveva il 27 luglio 2006 sul suo blog (cito testualmente): l'italiano medio è abusivo e condonista, l'italiano medio è un povero cristo che ruba a se stesso e al suo Paese. Lo diceva proprio lui che ha usufruito di tre condoni fiscali e con la sua immobiliare, la Gestimar, di ben due condoni tombali, quelli che gli ha fatto Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Allora Grillo è sì contro i condoni, ma solo quando non servono a lui. E così voi: siete contro i condoni, tranne quando servono a voi e alle vostre clientele; e avete fatto un condono che si sarebbe applicato anche ai mafiosi se non avessimo in qualche modo, con tutte le opposizioni, bloccato questa norma.

Ma vedete, questa volta non funzionerà: caro Di Maio, questa volta non funzionerà, non se la caverà con la sceneggiata fatta a Porta a Porta della manina che ha messo mano al condono fiscale. Questa volta, caro Di Maio, non funzionerà più dire: ho letto la e-mail ma non l'ho capita, come a proposito delle e-mail ricevute dalla sindaca Raggi, perché la finzione del giovane politico puro ma un po' inesperto, che cade nei tranelli orditi dalla burocrazia ministeriale e dalla vecchia politica questa volta non funziona; perché l'onorevole Di Maio è tutto, meno che inesperto. Questa cosa l'ha voluta lui, dopo la sua visita a Ischia, come bene ci ha ricordato l'onorevole Rospi.

Questa schifezza - cito testualmente, come detto da Salvini - è stata voluta da Di Maio per impegni elettorali; e si va a sanare con questa schifezza non solo la casa del povero cristo di Ischia, ma anche la villa abusiva. Questa vicenda, cara Presidente, fa venir meno la verginità politica del MoVimento 5 Stelle, e dimostra come Di Maio sia un politico scaltro, un bravissimo negoziatore, un uomo di potere attento alle sue clientele. Mi verrebbe da dire: un Cirino Pomicino dei tempi moderni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E infine un'ultima chicca, che i miei colleghi non hanno richiamato e io nella chiusura di questa discussione nell'Aula deserta vorrei citare. All'articolo 16 del decreto-legge, a proposito dell'Autorità di regolazione dei trasporti, si realizza un importante risultato promosso e promesso dalla Lega Nord. La Lega Nord ha fatto tutta la campagna per la flat tax al 15 per cento. Ebbene, all'articolo 16 hanno introdotto con un emendamento dei due relatori la lettera a)-ter, che prevede una flat tax dell'1 per mille: peccato che sia aggiuntiva rispetto alle tasse, non le sostituisca. Una flat tax aggiuntiva sul fatturato degli operatori privati della logistica, di tutti, per finanziare le nuove competenze dell'ART. L'Autorità di regolazione ha più competenze affidate dal decreto-legge, ma a pagare chi saranno? Tutti gli operatori della logistica, dai grandi operatori ai piccoli operatori, allo spedizioniere, alla piccola azienda di trasporti. Tutti quanti pagheranno l'1 per mille: la stessa cifra che per mantenere l'ART fate pagare ad Autostrade per l'Italia, quella stessa cifra la fate pagare alla piccola “Bolt” che si occupa di logistica. Diciannove milioni di euro di tasse in più per gli italiani; voi scrivete in maniera ipocrita, “con previsione di soglie di esenzione”: peccato che non legifichiate su chi, come, in che termini può mettere soglie di esenzione. Avete cioè ottenuto per via legislativa quello che l'Autorità per la regolazione dei trasporti non era riuscita ad ottenere dopo tre anni di cause di fronte alla magistratura amministrativa.

Concludendo, vi voglio raccontare la sensazione che ho avuto, perché quando parlavano i miei colleghi, all'apertura del dibattito questa mattina, mi è venuta in mente la ballata di Goethe, L'apprendista stregone. Mi è venuta in mente, ma nella riedizione comica, quella del film Fantasia di Walt Disney, dove il protagonista è Topolino; non so se l'avete vista. Ed è un'interessante metafora, ve la racconto. Ad un certo punto Topolino è un apprendista stregone, cioè vuole imparare la magia; il suo maestro si allontana da casa e gli affida il compito di mettere in ordine il laboratorio. Però Topolino è un po' intraprendente, ha voglia di imparare. Si mette il cappello da mago, prende la bacchetta magica, legge qualche formula, anima una scopa e le dice: fai tu la pulizia al posto mio; e la scopa animata inizia a fare la pulizia nella casa, prende dei secchi d'acqua per lavare i pavimenti. Nel frattempo Topolino si addormenta. Quando si sveglia, vede che la casa è sottosopra ed è occupata dall'acqua, perché la scopa continua a portare acqua. Allora Topolino prova a fermare la scopa, ma non ci riesce; usa la bacchetta magica, ma non gli funziona più. Allora Topolino prende una scure, e con la scure distrugge in tanti pezzi la scopa magica. Ma la scopa magica per magia si ricompone, e al posto di una scopa abbiamo cinque, dieci, cento scope, e tutte fanno pulizia, e la casa viene sommersa d'acqua, e Topolino sta per affogare. Finché, all'improvviso, la catarsi: arriva il maestro, fa una magia, fa scomparire l'acqua, la scopa torna ad essere una semplice scopa e Topolino viene redarguito dal maestro, e la storia finisce.

Nella metafora le scope sono allora le vostre leggi, le scope sono i vostri atti di governo, le scope sono le vostre scelte sul bilancio, e Topolino invece siete voi, specie i due Vicepremier o Premier. Avete messo in piedi un armamentario che non sapete maneggiare, esattamente come Topolino nel film. Manderete a fondo il Paese, come nel film. Ma questo purtroppo non è il film Fantasia, che si conclude con l'arrivo della persona che rimette tutto a posto con un tocco di bacchetta magica.

Quando vi accorgerete dei danni che avete creato sarà troppo tardi, non sarete in grado di porvi rimedio, e ad affogare per colpa dei vostri errori saranno i nostri cittadini, saremo tutti noi, sarà la nostra Italia