Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 16 Febbraio, 2017
Nome: 
Michele Pelillo

A.C. 4280

Signora Presidente. Colleghe e colleghi, ci ritroviamo a parlare ancora dello stesso argomento: del nostro sistema bancario, della tutela del credito e del risparmio, delle nuove regole in campo finanziario. Questa legislatura è stata fortemente caratterizzata da questi argomenti, mai era accaduto nella storia parlamentare repubblicana una condizione uguale. La lunga crisi iniziata nel 2007 ha lasciato un segno profondo nell'economia globale e occidentale in particolare. Sono crollate tante certezze, si stanno riscrivendo tutte le regole in campo finanziario, tutti i sistemi bancari sono andati in sofferenza e sono oggetto di continui interventi tesi a consolidarli. Questa legislatura ha incrociato, dunque, una vicenda complessa, difficile, delicata, perché direttamente collegata alla vita quotidiana delle persone e alla tenuta economica del Paese, uscito sfiancato dagli anni della lunga crisi. A questa difficoltà, oggettiva difficoltà, se n’è aggiunta un'altra, quella che l'argomento è diventato strumento di lotta politica che ha immediatamente ingolosito la propaganda populista. In questi anni, su questi argomenti, nelle Aule parlamentari, abbiamo ascoltato, insieme a tanti ragionamenti fondati e corretti, una quantità straordinaria di corbellerie, e comunque spesso, quasi sempre, tutto e il contrario di tutto. Se il provvedimento da approvare si avvicinava alla filosofia dei bail-in, ovvero non far più pesare il default di una banca su tutti i contribuenti, si gridava all'esproprio dei risparmi degli investitori in favore delle banche. Se, di converso, il provvedimento mirava a temperare le regole europee, facendo ricorso a risorse pubbliche, si accusava di utilizzare i soldi degli italiani per aiutare le banche. Sono più di due anni che discutiamo di questo, ma la posizione delle opposizioni ancora non è chiara: bail-in o bail-out ? E se né uno, né l'altro, qual è il punto di equilibrio ? Oppure continuiamo questa tiritera, affermando una cosa o l'altra, a secondo della convenienza del momento. 
E ancora: tutti affermano che il sistema bancario va rafforzato, che un sistema bancario solido sia una precondizione per lo sviluppo e per il progresso economico. Tutti sanno che ciò che mette a rischio il nostro sistema creditizio sono gli NPL e la scarsa redditività delle nostre banche. Sembrano tutti d'accordo, o quasi, ma poi quando proviamo a fare qualcosa, per esempio avvicinare il tempo medio di recupero degli insoluti, in Italia, di sette anni, alla media europea, di due anni, immediatamente riecheggia l'accusa di voler togliere ai poveri per dare ai ricchi, di penalizzare i debitori e di favorire spudoratamente le banche; tutto e il contrario di tutto. Mi rendo conto che in questa fase storica è molto facile acquisire consenso con un tweet, magari: il Governo regala 20 miliardi alle banche.  Ed è molto più difficile spiegare che non è così, che è una menzogna, e che questo decreto, che ci apprestiamo a convertire, sia necessario alle esigenze del nostro sistema economico e sociale e va nella direzione giusta. È il toccasana ? È un provvedimento esaustivo ? Penso di no, penso che ci sarà altro lavoro da fare, ma è un altro passo importante in avanti. 
Il decreto è stato migliorato dai lavori parlamentari al Senato ed è stato impreziosito dall'inserimento dell'emendamento sull'educazione finanziaria: l'educazione finanziaria entra finalmente nella nostra legislazione. Ho sentito parlare molto poco di questa grande novità in quest'Aula, oggi e nei giorni scorsi; noi invece lo rivendichiamo, rivendichiamo questa grande novità, questa novità così importante, perché è stato un nostro cavallo di battaglia, un cavallo di battaglia del Partito Democratico e mi piace sottolineare che l'emendamento approvato al Senato è frutto, in grande parte, del lavoro della Commissione finanze di questo ramo del Parlamento. Il primo strumento di tutela del consumatore per l'utilizzo più consapevole degli strumenti e dei servizi finanziari: questo dovrà essere il frutto dell'educazione finanziaria. Ci siamo riempiti la bocca su questo argomento negli anni scorsi, ma mai nulla era stato fatto e mai c'era stata una proposta puntuale su questo argomento: educazione finanziaria per i più giovani nella fase della formazione scolastica, educazione per gli adulti con ogni iniziativa possibile, a cominciare dal coordinamento delle iniziative già in campo sia nel settore pubblico sia nel settore privato. MEF e MIUR, con l'ausilio di un comitato rappresentativo di tutte le realtà istituzionali e associative nel campo finanziario, stileranno un programma per una strategia nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Questo era una delle lacune, era uno dei punti sui quali avevamo evidentemente un ritardo. 
Il decreto che ci apprestiamo a convertire in legge oggi consegna al nostro Paese, tra le tante novità, due questioni importanti: la prima è quella che attribuisce allo Stato italiano un nuovo strumento, un nuovo strumento teso a consolidare il nostro sistema bancario, uno strumento di tipo precauzionale, uno strumento teso innanzitutto a restituire fiducia ai risparmiatori italiani nei confronti dell'intero sistema bancario. Nel contempo colma una lacuna che si trascinava da troppo tempo, quella di offrire ai cittadini italiani, a cominciare dai più giovani, finalmente un'educazione finanziaria, finalmente quegli strumenti di conoscenza che possono indurre ciascuno a investire i propri risparmi nella piena consapevolezza. 
Per queste ragioni, Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà favorevolmente alla conversione in legge di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico).