Data: 
Mercoledì, 25 Febbraio, 2015
Nome: 
Luigi Lacquaniti

A.C. 2894

Grazie, signora Presidente. Signor Viceministro, onorevoli colleghe e colleghi, esiste una ragionevolezza, un'accortezza del buon Governo che può prescindere per una volta dalle divisioni ideologiche. Io credo che esista e, se esiste, l'Ilva di Taranto e la sua situazione critica sono un caso lampante, forse il maggiore con cui questa Camera, in questa legislatura, ha dovuto confrontarsi. 
  Torna l'Ilva in Parlamento e sta a testimonianza della complessità immane del problema che il legislatore si trova a dover risolvere e degli effetti gravissimi sul territorio, sulla salute delle persone che la vivono, sul loro lavoro: effetti che una gestione aziendale decennale dissennata ha prodotto. 
  Fin da quando quest'Aula, in questa legislatura, ha cominciato ad affrontare il problema Ilva due anni fa, chi parla ha sostenuto la necessità di un contemperamento del diritto alla salute e del mantenimento dei posti di lavoro. L'ultimo errore in cui potremmo incorrere qui, oggi, tutti quanti, tutte le forze politiche è una contrapposizione fra il diritto alla salute e il diritto al lavoro, come già si verificò due anni fa da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, come ci hanno ripetuto quest'oggi. 
  Taranto è la tragedia di un'intera nazione, dicevo in quest'Aula due anni fa: i parametri di salute dei cittadini compromessi, un comprensorio vastissimo avvelenato al punto da dover ricorrere all'abbattimento dei capi di bestiame, alla chiusura di allevamenti e di aziende agricole, all'interdizione delle coltivazioni. 
  E dopo la nomina di Bondi a commissario straordinario, davanti all'aggravarsi della crisi finanziaria del gruppo, con posti di lavoro e indotto sempre più a rischio, più volte avevo avuto modo di richiamare il Governo anche alla necessità di un intervento finanziario da parte dello Stato, senza il quale gli 11 mila posti di lavoro dell'azienda e dell'indotto non sarebbero stati salvati e la stessa bonifica ambientale non sarebbe stata avviata. 
  Ma se tutto questo è vero, allora non solo questo provvedimento, che oggi siamo chiamati a convertire in legge, ci deve apparire opportuno nella sua urgenza, direi provvidenziale, ma non si comprende nemmeno la posizione di quanti lo contestano, ancora una volta, mi pare, ciechi e sordi davanti a problemi immani. Urgente era il caso Ilva due anni fa, con il decreto-legge n. 61 del 2013, ancora più urgente è oggi; 300 milioni di euro è il buco finanziario nella gestione dell'Ilva, che alcuni hanno calcolato solo pochi mesi fa, e 11 mila i posti a rischio, ricomprendendo anche l'indotto. 
  Da tempo avremmo dovuto ammettere lo stabilimento alla procedura dell'amministrazione straordinaria e questo provvedimento lo fa. Da tempo avremmo dovuto permettere all'Ilva di utilizzare le somme sequestrate ai Riva e questo provvedimento lo fa. Da tempo avremmo dovuto lanciare un piano di sostegno all'indotto corposo dell'Ilva, indotto vitale per i tarantini almeno quanto l'Ilva. Questo provvedimento in effetti vara tutta una serie di benefit fiscali e vantaggi finanziari per aiutare l'indotto e le imprese creditrici. E non sono marchette, signora Presidente, come abbiamo appena ascoltato qui da parte del rappresentante della Lega. 
  Si tratta di provvedimenti che devono aiutare l'indotto, di provvedimenti che devono salvare dei posti di lavoro. Altro che marchette ! Mi riferisco alla sospensione dei termini per i versamenti dei tributi erariali, alla sospensione del pagamento dei mutui, allo stanziamento di 35 milioni di euro per il fondo di garanzia a valere sulla liquidità di piccole e medie imprese; 10 milioni di euro, poi, saranno impiegati per mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi del deposito di Statte. E il commissario straordinario dovrà predisporre un grande programma di bonifiche per assicurare la salute dei cittadini del comprensorio e il pieno recupero ambientale. Per questo, lo Stato garantirà in prima persona per l'ottenimento di prestiti ponte fino a un massimale di 400 milioni di euro. Eccezionale, dunque, è il programma di risanamento che abbiamo davanti ed eccezionale deve essere la responsabilità cui sono chiamate tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione. 
  Avrebbe potuto essere migliorato questo provvedimento ? Certamente sì, non esistono provvedimenti perfetti e anche questo provvedimento presenta, a mio avviso, delle lacune, ma il termine di scadenza ormai impellente del decreto-legge, cui il Governo è stato costretto dall'urgenza e dalla straordinarietà del caso Ilva – urgenza e straordinarietà che giustificano, dunque, l'emanazione del decreto-legge –, non ha permesso a questa Camera di apportare ulteriori significative integrazioni rispetto a un testo che è stato discusso e licenziato al Senato. 
  Il Governo, per bocca del Viceministro qui presente, si è detto disponibile ad accogliere ordini del giorno fattivi, di indirizzo e non meramente programmatici, e ad avviare un tavolo istituzionale che efficacemente sostituirà i tanti tavoli oggi esistenti e monitorerà costantemente la realizzazione degli impegni che il Governo oggi assume. Nessuna lacuna, invece, quanto al pieno rilancio del comprensorio che questo provvedimento ha a cuore. Il commissario straordinario dovrà presiedere alla riqualificazione di Taranto, della sua città vecchia, del complesso del vecchio arsenale, alle nuove infrastrutture del porto di Taranto, all'edificazione di centri culturali e ambulatori specialistici. Infatti, l'urgenza a cui siamo chiamati non è data solo dalla soluzione dei problemi immani che abbiamo innanzi e che la cattiva gestione dell'Ilva ha prodotto nel tempo, ma anche dalla creazione delle condizioni che permetteranno il rilancio economico di Taranto, il suo rilancio turistico, il benessere e la salute dei suoi cittadini, la creazione di nuovi posti di lavoro. È un aspetto che non è stato a mio avviso abbastanza approfondito. C’è il bene primario della salute dei cittadini, c’è la bonifica del territorio, ma, poi, ci deve essere pure il comprensorio economico, turistico e produttivo; c’è il lavoro che a singoli e famiglie dobbiamo garantire. In tal senso, ricordo poi anche l'accordo firmato ieri per il rinnovo dei contratti di solidarietà conclusi nel 2013 e nel 2014. 
  Signora Presidente, il buon governo si realizza sempre nella gestione dell'oggi e nella costruzione del domani. Ma gestire l'oggi e le sue urgenze impone anche una severa analisi dei problemi senza confondere fra risposta immediata alle emergenze e costruzione programmatica delle condizioni per l'avvenire. Come dicevo all'inizio, c’è una ragionevolezza che è condizione del buongoverno. Alle condizioni date, questo provvedimento è quanto di meglio si può fare oggi per Taranto e i tarantini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).