Data: 
Mercoledì, 1 Ottobre, 2014
Nome: 
Giuseppe Guerini

A. C. 2616-A

Signor Presidente, sottosegretario, colleghi, concentrerò questo intervento su quanto è stato affermato dai relatori di minoranza della Lega Nord in merito al tema dell'immigrazione, cercando anche di tenermi lontano da quella demagogia o dalla facile polemica fine a sé stessa, ma una cosa la devo dire in relazione a quanto ho ascoltato: in quest'Aula pochi minuti fa qualcuno ha detto che si dovrebbe tornare alla politica dei respingimenti di Maroni, ma io mi chiedo: a cosa si dovrebbe tornare ? Alle condanne della Corte di giustizia dei diritti umani ? Questo ci state chiedendo (Commenti del deputato Caparini) ? Questa è la richiesta che viene fatta, tornare a quanto venne stabilito due anni fa dalla Corte di giustizia che condannò il nostro Paese per i respingimenti illegali ? Io spesso trovo che, in quest'Aula, soprattutto da alcune forze politiche, venga sollevata una polemica, che ci sta e che ovviamente è legittima, ma che prescinde totalmente dal fatto che questa stessa forza politica ha governato per anni il fenomeno dell'immigrazione con dei risultati che si sono poi concretizzati in quello che vi stavo dicendo, ossia condanne da parte dei massimi consessi dell'Unione europea, oppure nel fatto che, quando è toccato ad altri gestire questo fenomeno, si sono spesi più soldi, incaricando un commissario per un'emergenza che non è un'emergenza; quindi, ci tengo a sottolineare che, per questo Governo, il tema dell'immigrazione riguarda una fenomeno strutturale e non un'emergenza, mentre altri lo hanno trattato come un'emergenza, spendendo più soldi di quelli che oggi ci vengono rimproverati per ogni rifugiato, per ogni persona che arriva sulle nostre coste.
  Però questo viene sempre sottaciuto, come se fosse qualcosa che è capitato, come un fenomeno atmosferico, quando, in realtà, è stato frutto di precise scelte politiche che, ripeto, hanno portato a condanne dell'Unione europea e hanno portato a spendere più e peggio fondi, alla stessa stregua di quello che oggi ci viene rimproverato, perché ne spendiamo meno e meglio. È una logica che veramente mi lascia piuttosto perplesso, ma, insomma, visto che siamo abituati ormai a questo dibattito che si ripete sostanzialmente uguale a se stesso da qualche mese, mi piacerebbe capire prima o poi se qualcuno, dai banchi della Lega Nord, si alzerà a spiegarci per quale motivo le scelte che ha fatto la Lega sono state di diverso tenore con risultati davvero molto più scadenti di quelli che questo Governo si appresta ad ottenere (Commenti di deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Se vogliamo riportare il dibattito – e mi ricollego all'ultimo intervento dell'onorevole Invernizzi – ai numeri, alla logica e alla realtà dei fatti, a questo punto accetto il confronto e concordo sul fatto che si possa e si debba parlare dell'utilità di Mare Nostrum e del fatto che questo Paese si appresta a chiedere all'Europa di superare il dispositivo di Mare Nostrum, che è stato generosamente messo in campo dall'Italia in questo ultimo anno. Segnalo semplicemente, visto che si è parlato in punta di numeri e di dati oggettivi, che, secondo le statistiche, Mare Nostrum ha consentito di diminuire il numero di morti per ogni mille migranti dai 39 del 2012 ai quattro del 2014. Questo credo sia un dato di per sé già abbastanza esplicativo.
  Dopodiché, comunque, se il tema è quello di cercare di capire come è possibile superare il dispositivo e coinvolgere l'Unione europea nel governo dell'immigrazione, a questo punto forse è utile precisare un paio di questioni. Quello che il Governo si appresta a fare con questo decreto, quello che il Governo chiede di fare con questo decreto, cioè l'aumento del numero delle commissioni, l'aumento del numero delle sezioni, la possibilità per il richiedente asilo di ottenere un'intervista (cosiddetta intervista) innanzi a un solo membro, è tutto volto a velocizzare la possibilità e l'istanza di riconoscimento dell'asilo politico. Ma questo non per un malinteso buonismo di questo Governo, ma perché un'altra parte del discorso – che viene sempre in qualche modo evitata da parte di chi si concentra su quello che l'Europa non fa – riguarda invece quello che l'Europa ha fatto in questi anni, cioè aprire delle procedure di infrazione nei confronti dell'Italia, diverse, molteplici, che riguardano il mancato recepimento della direttiva rimpatri, della direttiva accoglienza, della direttiva procedure.
  Quindi, le misure messe in campo da questo Governo servono – unitamente all'approvazione della legge di delegazione europea bis per il 2013 che, fortunatamente, è stata definitivamente licenziata dal Senato e, quindi, porterà il Governo ad esercitare la delega anche con decreti nella materia delle direttive che ricordavo prima – a mettersi in pari con i compiti a casa che l'Europa ci aveva affidato. Questo ci consentirà di avere maggiore potere contrattuale.
  Infatti, è vero, onorevole Invernizzi, quanto lei affermava, ossia che non è possibile che un tema come quello epocale dell'immigrazione sia affidato alle sole forze del nostro Paese. Tuttavia, se vogliamo essere ascoltati in Europa, se vogliamo avere maggiore potere contrattuale nei confronti dell'Europa, dovremmo quantomeno iniziare a rispettare le direttive che l'Europa in qualche modo ha concordato, visto che ciò non è stato fatto finora e – ripeto – l'approvazione della legge di delegazione europea bis è materia di qualche giorno fa. In particolare, senza alcun intento polemico, mi permetto di ricordare che, in questi ultimi mesi, sono state fatte due leggi di delegazione europea e arriviamo da precedenti esperienze di Governi che si erano ben guardati anche dall'approvarne una. Quindi, quando si chiede all'Europa di farsi carico in maniera complessiva e globale del problema, bisognerebbe avere l'accortezza precedentemente di cercare quantomeno di adeguare il proprio ordinamento interno a quello che l'Europa ci chiede, perché poi a quel punto si potrà andare a battere i famosi pugni sul tavolo o quantomeno a discutere in posizione di parità e non sempre come quelli considerati gli ultimi della classe che hanno il maggior numero di infrazioni aperte.Ciò che questo Governo ha cercato di fare con l'approvazione di questo decreto va esattamente in questa direzione: cercare di velocizzare le procedure e di adeguare l'accoglienza secondo criteri standard, che siano considerati accettabili da parte dell'Unione europea, in modo poi da potere costringere successivamente – «costringere» in senso ovviamente positivo – l'Unione europea a farsi carico di tutto il problema in senso generale e di non lasciare solo sulle spalle dell'Italia l'onerosa operazione Mare Nostrum, che comunque io qui rivendico con orgoglio.Torno a ripetere il dato che ho citato precedentemente, che è di per sé abbastanza emblematico: indipendentemente dal numero assoluto delle persone tratte in salvo, che sono oltre 100 mila, si è ridotta del 90 per cento l'incidenza dei morti, dei dispersi per ogni mille persone che attraversano il Mediterraneo. Credo che questo sia un dato sufficientemente autoesplicativo e che non ci sia neppure bisogno di stare a spiegarlo più di tanto. Abbiamo un 90 per cento di efficacia in più rispetto all'azione, un 90 per cento di dispersi e morti in meno. Quindi, credo che questo dato semplicemente meriti rispetto.
  Però, in ogni caso, tornando alle misure messe in campo dal Governo, quello che si sta cercando di fare è esattamente aprire una pagina nuova rispetto a un fenomeno che è sempre stato trattato con una concezione emergenziale, per arrivare finalmente a un governo strutturale dei flussi migratori, che arrivano soprattutto gravando sulle regioni del sud d'Italia, in modo che, anche in sede di approvazione dei decreti da emanare in seguito alla legge di delegazione, si possa arrivare a una distribuzione più equa su tutto il territorio nazionale e a una ripartizione più sensata.
  Ma l'obiettivo che ci si pone è esattamente quello di andare incontro alle richieste dell'Europa in modo da non essere più considerati quelli che non adeguano il proprio ordinamento alle richieste che provengono da Bruxelles, così da poter finalmente ottenere maggiore ascolto. Infatti, ricordo anche che, se è vero come è vero che fra qualche settimana o mese il dispositivo di Frontex plus o Triton o come verrà definito, andrà ad affiancare e, auspicabilmente, a sostituire Mare Nostrum, rimane comunque sul tappeto e sul tavolo il tema di quali saranno poi gli Stati e i Governi europei che, al netto dei numeri, che probabilmente subiranno variazioni, e del numero degli arrivi nel territorio dell'Unione, accetteranno la possibilità di accogliere i profughi e le persone che arrivano dai teatri di guerra del Nord Africa o dell'Asia.
  Io credo che, semplicemente, dovremmo rifarci soprattutto, senza particolari voli di fantasia, alle conclusioni del Consiglio europeo dello scorso giugno, laddove si impegnano in qualche modo i Governi dell'Unione europea, ripeto, una volta che il nostro ordinamento, anche grazie alla conversione di questo decreto-legge, verrà finalmente adeguato a quanto ci viene richiesto dall'Unione. Questa è una condizione necessaria e non sufficiente, non mi stancherò mai di ripeterlo, perché è troppo semplice rivendicare e strepitare contro l'Unione europea come se dovesse intervenire, quando siamo noi i primi a non adeguarci a quello che ci viene richiesto. Ma – ripeto – una volta che sarà stabilita e ottenuta, anche grazie a questo decreto-legge, questa condizione, a quel punto, sarà possibile procedere nel senso e nella direzione indicati dalle conclusioni del Consiglio europeo, vale a dire...Ho concluso, Presidente. Vale a dire, cercare di ipotizzare degli strumenti di ottenimento, di concessione e di trattamento delle domande di protezione internazionale direttamente prima che le persone siano costrette ad imbarcarsi. Questo è già previsto nelle conclusioni dello scorso giugno e mi auguro che l'Italia, con la forza che le deriva dall'aver adeguato finalmente il proprio ordinamento a quello che chiedeva l'Europa, possa finalmente essere un interlocutore credibile in Europa affinché si strutturi questa strada, per impedire, alla fonte, che le persone debbano imbarcarsi, quindi per azzerare definitivamente quel numero che, già con Mare Nostrum, è stato ridotto del 90 per cento. Il nostro auspicio è che diventi direttamente zero: sarebbe finalmente un traguardo che possiamo raggiungere anche grazie alla credibilità che otteniamo con le misure contenute in questo decreto-legge.