Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 25 Maggio, 2016
Nome: 
Simona Flavia Malpezzi

A.C. 3822

 

Presidente, Governo, colleghi, in questi giorni, come spesso succede, ci siamo sentiti dire dagli esponenti del MoVimento 5 Stelle che noi non siamo in grado di ascoltare; e io vorrei utilizzare questi pochi minuti, magari neanche tutti, proprio per provare a dimostrare che non solo sappiamo ascoltare, ma – e qui magari qualcuno può anche stupirsi – abbiamo anche capito. 
Perché abbiamo capito che i 5 Stelle hanno raccolto il grido di dolore di molti, moltissimi amministratori locali (ci hanno parlato di file di fronte ai luoghi in cui loro li incontrano) rispetto ai problemi dell'edilizia scolastica. Ecco, oltre ad esprimere loro solidarietà per le file che hanno dovuto ricevere, vorremmo anche sapere le risposte che loro hanno dato, visto che per quanto riguarda l'edilizia scolastica il MoVimento 5 Stelle ha detto «no» a scuole sicure, che ha aperto 2.326 cantieri; ha detto «no» ai mutui BEI per il rinnovamento delle strutture scolastiche, 936 milioni per 6.251 interventi; ha detto «no», il Movimento 5 Stelle, allo sblocco del Patto di stabilità per 454 comuni per spese in edilizia scolastica; hanno detto «no» a «scuole belle»: sono 7.235 interventi per 150 milioni di euro; hanno detto «no» allo «sblocca scuole»: 48 milioni liberati dai vincoli di bilancio per 3.506 interventi in edilizia scolastica. Hanno detto «no» anche ai 40 milioni per il controllo dei soffitti e controsoffitti in tutte le scuole d'Italia: stiamo parlando di un totale di 7 mila indagini che stanno partendo. Hanno detto no ai 350 milioni per le scuole innovative: si tratta di 52 scuole in tutta Italia nuove, nate da progettazione particolare. Ma hanno detto «no», sempre i colleghi del 5 Stelle, al Fondo Kyoto per l'efficientamento energetico e sicurezza delle scuole, per un valore complessivo di 350 milioni. E ieri qualcuno lo ricordava, sempre dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ricordava la necessità di una programmazione unitaria sull'edilizia scolastica: ebbene il Movimento 5 Stelle, nella buona scuola.....
Il MoVimento 5 Stelle ieri chiedeva come mai non ci sia stata una programmazione rispetto all'edilizia scolastica: ebbene, loro hanno detto «no» anche a questa, perché era una norma contenuta nella «buona scuola», e la programmazione rispetto all'edilizia scolastica – glielo diciamo noi oggi qui – c’è già, è in corso, ed è gestita anche dalle regioni, così come deve essere.
Bene, complessivamente il «no» per l'edilizia scolastica è stato di 4 miliardi di investimenti: questo è quanto, e quindi quanto avranno risposto ai loro amministratori. Comprendiamo l'imbarazzo, e poi la necessità magari di raccontare un'altra realtà, come quella che hanno raccontato qui ieri, anche modificando interventi, attraverso manipolazione di video; ma riconosciamo quello che può essere il loro imbarazzo, perché quando non si hanno risposte è necessario utilizzare le bugie. O raccontare un'altra storia, perché se devo pensare a quello che è stato il dibattito qui ieri, noi ci siamo ritrovati proiettati in una sorta di déjà vu: gli interventi erano quelli dell'anno scorso, erano quelli legati alla «buona scuola». Mentre loro sono fermi lì, sono fermi ancora gli interventi dell'anno scorso, riproposti anche adesso in dichiarazione di voto, noi vogliamo ricordare che siamo andati avanti: nel frattempo abbiamo assunto, 100 mila assunzioni; è partito il concorso per altri 63 mila posti; sono arrivati 100 milioni per l'alternanza scuola-lavoro; è arrivato il raddoppio del Fondo del funzionamento degli istituti; è partito il Piano nazionale scuola digitale; è partita la formazione insegnanti. Loro sono fermi lì, noi andiamo avanti ! 
E andiamo avanti anche con questo decreto-legge, perché all'interno di esso finalmente regolamentiamo la puntualità nel pagamento delle supplenze; assumiamo (e questo è importante) senza fare torti a nessuno gli idonei delle graduatorie infanzia del 2012, e li assumiamo senza fare torti a nessuno perché non togliamo posti al concorso, perché ricordiamo che esiste anche unturnover. E contemporaneamente introduciamo il concetto di fabbisogni standard, che guardate, ci aiuterà a rendere ancora più fattibile la delega «0-6» che qui è stata citata tantissime volte; e in prospettiva, quindi (lo dico alla collega Pannarale), anche l'assunzione dei docenti infanzia che sono rimasti in GAE, perché sono rimasti in GAE per quel motivo: riuscire a far partire al più presto la delega sullo «0-6» ci aiuterà anche a sbloccare quella situazione. 
Non solo: ieri veniva citato un altro problema. Vorrei ricordare che grazie ad una risoluzione depositata in Commissione istruzione a prima firma Maria Coscia, che è la nostra capogruppo in Commissione, e seconda firma Roberto Giachetti, lavoreremo ad una soluzione per la situazione dei docenti delle scuole comunali, partendo proprio dalla situazione drammatica di Roma che ci è ben nota. Ci sarà la proroga per le assegnazioni provvisorie, e tra gli ordini del giorno anche – e di questo siamo molto contenti – un parere favorevole a (chiamiamolo così) l'assorbimento finalmente dell'organico di fatto all'interno dell'organico dell'autonomia, che darà compimento a quella che è la scuola dell'autonomia e porterà alla soluzione di molti problemi spesso evidenziati. 
Ci impegniamo anche – e qui lo dico al collega Palmieri, che è particolarmente sensibile a tale questione, e ne abbiamo già discusso anche in Commissione – proprio come Commissione e Partito Democratico a formulare un piano più complessivo per le cosiddette lauree tecniche, per mantenere e garantire la dignità dei nostri istituti tecnici e dei loro titoli; e per innalzare però anche le competenze dei professionisti, perché questo non solo ci viene chiesto dall'Europa, ma è cosa in cui noi crediamo: lo abbiamo anche ribadito in un altro ordine del giorno, per dimostrare che l'impegno c’è e sarà serio, a prima firma di Anna Ascani, che ha anche fatto una relazione precisa e dettagliata dello stato dell'arte. 
Aiutiamo le scuole paritarie, in questo decreto-legge, nell'accoglienza dei bambini disabili, senza togliere nulla – perché anche questa cosa va detta – ai bambini delle scuole statali. Ricordiamo che in questo concorso per la prima volta noi inseriamo la classe di concorso sul sostegno: non c'era mai stata; e in questo modo, affiancandoci ad una delle altre deleghe della legge n. 107 del 2015, la delega sulla disabilità, noi riusciremo ad attuare finalmente la vera inclusione, che non può essere calcolata solo sul numero delle ore in cui l'insegnante di sostegno è in classe: per essere vera inclusione ci dev'essere un'armonizzazione tra i docenti della classe e i docenti che seguono i bambini con disabilità. L'inclusione avviene quando tutti si lavora uniti, e finalmente c’è un piano che darà aria e voce a questa linea, che per noi è importante. 
Non solo, oltre ai no, oltre all'essere fermi ad una storia vecchia, si continuano a dire delle bugie. Io non voglio andarle a elencare tutte, perché sono tante, ne abbiamo sentite ieri per una giornata intera, però una falsità consentitemi di precisarla e di smentirla anzi, perché le parole sono importanti e sono pericolose quando vengono utilizzate per spaventare le persone che in questo modo pensano di poter rischiare il loro posto di lavoro. Ieri si è affermato che chi ha fatto tre anni di supplenze non potrà più lavorare per una norma contenuta nella n. 107, che è sostanzialmente una ripresa di una norma europea. Questo non solo è falso, ma è profondamente disonesto ed è disonesto ai danni dei cittadini, perché il divieto di stipulare contratti a tempo determinato decorre a partire dal 2016 e solo ed esclusivamente per quanto riguarda i posti vacanti e disponibili. Io capisco che i tecnicismi siano difficili per chi non mastica la materia, ma chi se ne sta occupando forse dovrebbe almeno avere o l'onestà intellettuale di dire «non sono preparato, non ne parlo» oppure studiare e non spaventare la gente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non lo si può fare per propaganda politica, non lo si può fare. I voti sulla pelle dei cittadini se li prendano loro, noi non ci stiamo. Quindi, mentre loro continuano a fare gli ambasciatori della paura, mentre qualcuno rimane fermo ai suoi no e alle sue bugie, noi diciamo sì e andiamo avanti Presidente.