Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 1 Luglio, 2015
Nome: 
Marialuisa Gnecchi

A.C. 3134-A

 

Presidente, io vorrei veramente invitare e invitarci tutti, Camera, Senato e Governo, a cercare insieme di risolvere i problemi e di correggere gli errori. Ci sono sicuramente errori nella manovra Fornero, ma vorrei veramente ricordare che è stata chiamata, non a caso, «salva Italia». Non è stata una riforma delle pensioni; sono stati risparmi del «salva Italia» e, siccome in quest'Aula, già nella discussione sulle linee generali e in molti interventi, sono state dette delle cose non precise, vorrei veramente invitare i colleghi, ovviamente mi rivolgo alla Presidente – ma lo ricordo a tutti –, che basta andare in archivio e farsi dare l'atto Camera 4829, da pagina 97 a pagina 100, ci sono i risparmi sulle pensioni di questa manovra, che è una manovra «salva Italia» per coprire il debito pubblico, non è una riforma delle pensioni.  Le riforme e le correzioni di questa manovra le abbiamo – come tutti sanno, in particolare i colleghi della Commissione lavoro – in Commissione lavoro. E anche sulle liste di proscrizione legate a chi ha votato quella manovra, vorrei anche dire che due terzi del gruppo PD attualmente in questa Camera non c'erano la scorsa legislatura. Due terzi potrebbe dire nello stesso modo che non l'hanno votata e invece noi tutti, compreso chi non c'era, ci rendiamo conto che era una manovra «salva Italia». Rispetto alle accuse di ieri tra il MoVimento 5 Stelle e la Lega. Rispetto alle accuse di Lega e MoVimento 5 Stelle che ieri si sono incrociate, diciamo e lo ridico: cerchiamo tutti insieme realmente di risolvere i problemi e di fare le correzioni dovute. Noi siamo convinti che il decreto-legge n. 65 del 2015 vada nella direzione giusta. Non a caso, il Governo Prodi aveva bloccato la perequazione solo sopra le pensioni otto volte il trattamento minimo e aveva anche previsto la quattordicesima per le pensioni basse. Vorrei veramente che rimanessimo ai dati veri sulle pensioni. Sono 16.393.369 i pensionati, e lo dico, ovviamente, da quest'altro documento fondamentale, presentato alla Camera a cura del comitato tecnico-scientifico di Itinerari Previdenziali con Brambilla; undici milioni di pensionati sono tra una e tre volte il trattamento minimo, quindi fino a 1.486 euro; 4 milioni e 631 sono tra tre e sei volte il trattamento minimo; quindi, solo un milione di pensionati è sopra le sei volte il trattamento minimo. 
E ci tengo, ovviamente, a sottolineare che è strano che vi siano stati degli emendamenti, in particolare della collega Meloni, che hanno proposto l'indicizzazione e la perequazione per tutte le pensioni, quindi anche per quelle 208 pensioni superiori a 50 volte il minimo, quindi oltre 24.771 euro al mese. È strano, è tutto strano, e quindi la cosa sulla quale vorrei veramente che ci concentrassimo è su quello che dobbiamo realmente correggere di quella manovra. 
Noi siamo arrivati anche alle sei salvaguardie grazie a due ordini del giorno, che sono stati approvati in quest'Aula durante la manovra «salva Italia», il 16 dicembre 2011, e sono gli ordini del giorno nn. 163 e 165, su cui Damiano ed io abbiamo cercato anche le firme di tutti gli altri partiti di maggioranza. Sono, ovviamente, gli ordini del giorno che hanno permesso nel «milleproroghe» di prevedere anche i famosi esodati, con le sei salvaguardie già approvate, e adesso, con la settima salvaguardia, vogliamo, ovviamente, risolvere le contraddizioni di quelle sei salvaguardie e andare avanti. Così come siamo riusciti a togliere le penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62 anni. 
Quindi, noi abbiamo la coscienza a posto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) di avere iniziato da subito a fare le correzioni che si dovevano fare alla manovra Fornero e assolutamente continuiamo a dire che era una manovra «salva Italia». 
E, sempre per rimanere ai fatti veri, non mi metto a dirvi nuovamente tutte le cose positive che ci sono in questo decreto-legge n. 65. Infatti, siccome non ci fidiamo reciprocamente delle cose che diciamo – e lo abbiamo visto sia nella discussione sulle linee generali che negli interventi anche in dichiarazione di voto adesso –, è di due paginette il riassunto delle cose migliorative che sono state fatte anche sul decreto-legge n. 65 in Commissione e anche con l'ultimo emendamento votato questa mattina. È evidente che noi siamo convinti che molto si possa migliorare, ma lo vogliamo fare insieme, Camera, Senato e Governo, perché bisogna farlo. 
Sono stata molto contenta, infatti, di sentire anche altri colleghi che si rendono conto che bisogna fare delle correzione reali, perché non si parla mai, per esempio, della pensione di vecchiaia delle donne o non si dice mai che il comma 7 di quell'articolo 24 della manovra «salva Italia» prevede che, se non si ha almeno una volta a mezzo l'assegno sociale, si vada in pensione a settant'anni. 
L'80 per cento delle donne, se non facciamo una modifica reale, andrà in pensione a settant'anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Rendiamoci conto delle cose che dobbiamo cambiare realmente e possiamo farlo solo se siamo tutti d'accordo e riusciamo a farlo.
E, quindi, anche della sentenza non si può prendere solo quello che piace; della sentenza, per la quale siamo qui ad approvare le modifiche, dobbiamo anche tenere conto che dice esplicitamente che devono esserci i riequilibri, che bisogna tenere conto di chi ha di meno, facendo come è stato fatto anche questa volta, votando emendamenti che danno il 100 per cento a tutti, anche alle pensioni d'oro, mentre noi abbiamo previsto che anche sui vitalizi si faccia la somma rispetto alle pensioni. 
Bisogna assolutamente che ci rendiamo conto di quello che dobbiamo fare ! 
Allora, io sono un'ammalata di pensioni, lo so, ma vi prego veramente di approfondire, di leggere realmente la situazione e di capire cosa si può fare, cosa non si può fare. 
Quindi, questo decreto, anche se viene da una sentenza, e non è venuto da un'iniziativa parlamentare è quantomeno una cosa giusta; non fa tutto quello che vorremmo, ma va nella direzione giusta, e anche rispetto alla sentenza va nella direzione giusta tener conto che ci deve essere sempre equilibrio, quello che non c’è stato con il «salva Italia». Lo dico, lo affermo, l'ho detto dal primo giorno, perché far aspettare la gente senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza pensione, per sei o sette anni, in particolare le donne, e tutti gli altri, non era ammissibile, ma lo abbiamo votato per salvare l'Italia, e siamo convinti di aver contribuito a farlo e soffriamo nel vedere la Grecia in questa situazione.