Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 31 Ottobre, 2023
Nome: 
Marco Sarracino

A.C. 1416-A

Grazie, Presidente. Presidente, questo decreto purtroppo conferma il nostro giudizio nei confronti di una destra che inspiegabilmente continua, ancora una volta, a prendersela con il Sud. Avete utilizzato la decretazione d'urgenza per l'ennesima volta e allora noi ci saremmo aspettati grandi cose: ci saremmo aspettati un provvedimento ambizioso, capace di cogliere e affrontare i problemi strutturali del Mezzogiorno, di affrontare il tema delle diseguaglianze, le più profonde che esistono in Europa, delle grandi ingiustizie sociali che si consumano, del tasso di disoccupazione giovanile più alto del Continente, dei più complessi sistemi sanitari o dei servizi essenziali che troppe volte non vengono garantiti. Potrei continuare con l'elenco all'infinito, ma lo termino con un dato: oggi lo Stato investe per un cittadino del Nord circa 19.000 euro l'anno e per uno del Mezzogiorno circa 13.500. Basterebbe questo dato a farci fermare qui tutti a trovare un'intesa rispetto a un riequilibrio di queste due soglie. Invece, Presidente, le differenze continuano ad aumentare a causa delle politiche messe in campo quest'anno dal Governo, perché, anziché proteggere il Sud, si sono ridotti gli strumenti per combattere la povertà. Continuate a scagliarvi contro il salario minimo quando al Sud un lavoratore su quattro guadagna meno di 9 euro l'ora e in Campania questo dato è al 37 per cento.

Avete aumentato la precarietà, con i contratti a termine e i voucher e il decreto che votiamo oggi non solo non affronta nessuno di questi temi, ma è solo propaganda che genera illusione.

Dite di voler sostenere le imprese, ma ci avete parlato con le imprese prima di presentare questo decreto? Perché, nelle audizioni e nei vari confronti, tutte hanno fatto emergere benissimo le contraddizioni di questo provvedimento, esattamente come gli 8 commissari ZES che hanno raccontato il funzionamento, appunto, di quelle strutture e di come sia importante una conoscenza del territorio. Voi, invece, anche ieri avete ribadito che le 8 ZES non funzionano. Allora, andate a dirlo agli oltre 300 lavoratori della Whirlpool che, finalmente, dopo 4 anni di lotte e battaglie, torneranno a lavorare, proprio grazie a un'impresa che ha usufruito dei vantaggi della ZES Campania!

Ma siccome per voi non funzionavano - e non è vero - voi dite: estendiamo la ZES a tutto il Sud. Ma, al netto della contraddizione di merito, avete costruito una cornice senza metterci nulla dentro, perché la cifra che state stanziando è assolutamente insufficiente, dato che voi state ampliando il perimetro delle attuali ZES di ben 500 volte. Per questo noi riteniamo che ci troviamo dinanzi a una vera e propria presa in giro, perché se, ad esempio, la piccola ZES della Campania continuerà a mantenere questo ritmo di investimenti le risorse stanziate copriranno praticamente gli investimenti di quella sola regione. Praticamente, dite che tutto è ZES, ma, con quello che ci mettete, finiremo in una situazione in cui nulla è più ZES.

Ma c'è di più. Dite alle imprese del Sud di investire, ma contemporaneamente scrivete che l'investimento minimo per usufruire dei vantaggi della ZES deve essere di almeno 200.000 euro. Scusate, ma le piccole e medie imprese, che, tra l'altro, costituiscono il cuore del tessuto produttivo del Mezzogiorno, come faranno? Le state tagliando. Io voglio fare un esempio. In Commissione, il commissario della ZES Abruzzo ha dichiarato che il 90 per cento degli investimenti fatti fino ad ora in quella ZES erano inferiori ai 200.000 euro. Quelle imprese ora che fine fanno? Quegli investimenti ora che fine faranno? Quindi, è chiaro che è un provvedimento contro le piccole e medie imprese, ma ha il paradosso di non parlare neanche a quelle nazionali e internazionali, perché l'unica cosa che quelle imprese chiederanno sarà la garanzia che gli incentivi abbiano una durata pluriennale, e voi neanche più quella garantite, perché si parla solo del 2024. Allora, chi verrà, chi programmerà, chi farà questa scommessa?

Come vede, Presidente, c'è un problema di carattere finanziario, ma c'è un problema anche di carattere organizzativo, perché l'altro vantaggio delle ZES era proprio lo snellimento burocratico. Ora si accentrerà tutto a Roma e le procedure per tutto il Sud saranno affidate a un'unica struttura, che inevitabilmente si intaserà e che, anziché diminuire i tempi, non farà altro che aumentarli. Ecco dinanzi a cosa ci troviamo: di fronte all'ennesimo accentramento, che sa molto di mania di controllo. Avete fatto lo stesso con il PNRR e lo stesso lo state per fare con i fondi per lo sviluppo e la coesione, fondi il cui 80 per cento spetta al Sud, anche per quel che riguarda le eventuali programmazioni in caso di definanziamento, e non per gentile concessione di qualcuno, ma perché sono un diritto delle cittadine e dei cittadini del Mezzogiorno! Voi quelle risorse non solo non le avete erogate, ma le volete utilizzare per sostituire i fondi del PNRR, che ormai è stato trasformato in un elogio delle incertezze.

Allora, si dica la verità: la verità è che nel PNRR voi non ci credete, perché il PNRR è la transizione ecologica e qui c'è ancora chi nega i cambiamenti climatici o taglia le risorse per il dissesto idrogeologico. Il PNRR è la coesione sociale e territoriale, e voi proponete l'autonomia differenziata. Come vedete, le due cose non stanno assieme.

Però, Presidente, tra le poche cose che ci sono in questo decreto ce n'è una che testimonia tutta la furia ideologica di una destra che, quando è in difficoltà sul piano economico e sociale, fa due cose: mettere in campo le riforme istituzionali, con la scusa del “non riusciamo a fare le cose; abbiamo bisogno di più poteri” e su questo noi vi fermeremo, o scagliarsi contro le persone che fuggono da guerre e povertà, additandole come il problema. Però, noi stiamo discutendo questo decreto da venerdì in quest'Aula e da almeno due settimane in Commissione.

Nessuno ci ha ancora spiegato cosa c'entrano con un decreto, che dovrebbe occuparsi dei problemi del Mezzogiorno, due articoli in cui si aumenta la possibilità di trattenere un migrante in un CPR fino a 18 mesi e in cui si qualificano questi siti quali strutture per la difesa e la sicurezza nazionale. Ma cosa c'entra questa cosa con il Sud? Ma dove lo avete scritto questo decreto, a Pontida? Ma davvero pensate che tutto ciò che avviene a sud del Po abbia una sua omogeneità come dovrebbe averla un decreto-legge?

Però, tutto ha una sua logica perché la prova più evidente dello spirito antimeridionale del Governo è rappresentata dall'autonomia differenziata, un disegno che spaccherà il Paese, che tradisce il Sud, che ha visto critiche da tutti, non solo dalle opposizioni, ma dalla Banca d'Italia, dalla Commissione europea, dalla Conferenza episcopale, dalle imprese, dai sindacati; eppure, fare fate finta di non sentire.

Ma che fine hanno fatto i patrioti, Presidente? Qui si sta mettendo in discussione l'unità e la tenuta del Paese.

Presidente, certe volte mi capita di dire ad amici e regioni del Nord, che mostrano più difficoltà a riconoscere il Mezzogiorno, che questo patrimonio è anche vostro, è il patrimonio dell'Italia unita e dovreste essere orgogliosi anche voi, perché senza il Mezzogiorno non ci sarebbe stata l'Italia, e non ci sarebbe stata l'Italia senza il Mezzogiorno: sono parole del Presidente Giorgio Napolitano; lui che, assieme a tanti altri, aveva capito che la questione meridionale è, innanzitutto, una questione nazionale, che con gli egoismi non si va da nessuna parte, che le diseguaglianze sono un freno alla competitività di tutto il Paese, anche del Nord.

Allora, Presidente, ci sono tante ragioni per cui ognuno di noi è chiamato alla battaglia politica in quest'Aula, ma quando parliamo del Sud credo ve ne sia una che supera le altre: le migliaia di ragazze e ragazzi che vanno via dal nostro Paese non perché vogliono farlo ma perché costretti, perché non hanno un'alternativa. Così come quelle ragazze e quei ragazzi che, invece, hanno deciso di restare, di lottare, che sognano di costruire il proprio futuro nel luogo in cui sono nati, che vedono nello sviluppo del Sud una speranza di cambiamento delle proprie prospettive, una grande opportunità. Ecco, quando noi difendiamo il Sud, il Partito Democratico lo fa principalmente per loro ed anche per questo voteremo contro questo provvedimento.