Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 26 Luglio, 2017
Nome: 
Vittoria D'Incecco

A.C.4595

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Ministro, ci troviamo oggi in discussione sulla conversione in legge del decreto, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, disposizioni urgenti.

Perché urgenti? Il carattere di urgenza è dettato dall'emergenza che si è venuta a creare nel Paese, a causa del declino negli ultimi anni delle coperture vaccinali e della situazione epidemiologica nazionale, che attesta, purtroppo, che è in atto in Italia un'epidemia di morbillo. L'inclusione nell'obbligo risulta, quindi, una necessità, per evitare che la situazione peggiori, non avendo altro modo di intervenire in tempi così stretti, data la cosiddetta esitazione vaccinale, intesa come indecisione, incertezza, riluttanza e ritardo nelle vaccinazioni, a causa della disinformazione sul tema e delle fragili teorie costruite da alcuni.

L'urgenza della copertura vaccinale è dettata dal fatto che ogni caso di morbillo può provocare, a sua volta, 16-17 casi di soggetti contagiati. Perché, vedete, sono le comunità, come quella scolastica ad esempio, ad essere il principale veicolo di trasmissione delle malattie infettive e il tasso di attacco è elevatissimo. Un bimbo non vaccinato che va a scuola può tornare a casa, portatore di malattia infettiva, e contagiare i genitori, che a loro volta possono contagiare le persone con cui vengono a contatto. É così che si formano, che si creano le epidemie. Vedete bene che non si può perdere tempo.

E se il morbillo ha generato un'epidemia, il Paese non è stato esente negli ultimi anni anche di recrudescenze di altre malattie infettive che, se scendessero sotto la significativa soglia del 95 per cento, costituirebbero un serio rischio per la salute dei bambini e delle categorie fragili, quelle persone che sono affette da tumori, da immunodepressione, che non si possono vaccinare. L'ultimo bollettino settimanale dell'Istituto superiore di sanità, relativo alla settimana 10-16 luglio, che documenta 3.672 casi di morbillo, registrati in Italia dall'inizio del 2017 - e sono saliti, perché la rilevazione precedente, relativa al periodo 3-9 luglio, segnalava 3.500 casi -, annovera anche tre decessi confermati. L'89 per cento dei casi si è registrato in soggetti non vaccinati e il 6 per cento in soggetti vaccinati con una sola dose. Nel 35 per cento dei casi si è registrata almeno una complicanza, nel 41 per cento si è reso necessario il ricovero e nel 22 per cento l'accesso al pronto soccorso. Sono stati anche 263 i casi segnalati tra gli operatori sanitari. L'età media è di 27 anni.

Tutto questo per rappresentare che su tutto il Paese incombe la spada di Damocle di malattie infettive, non del tutto purtroppo estinte, come invece alcuni forse potevano credere. Ecco perché non ha senso agire solo contro il morbillo. Ho sentito dire in questi giorni in Commissione: perché non abbiamo agito solo contro il morbillo? Perché anche le altre malattie sono pericolose. E, quindi, dobbiamo agire tutelando la salute della comunità Paese e dobbiamo farlo subito e a largo raggio, con la disponibilità delle armi di cui siamo per fortuna in possesso.

In questo senso, questo provvedimento si configura come un gesto di grande responsabilità sociale, un atto di sanità pubblica, come ha detto il relatore, a cui il Governo coraggiosamente non si sottrae. È un provvedimento che pone le basi per migliorare l'organizzazione dell'attuale sistema e per intensificare le azioni necessarie a superare - e sono certa che avverrà, perché è successo anche in passato - la crisi di fiducia che si è creata rispetto alla vaccinazione.

Dal lungo dibattito, che c'è stato in Commissione in questi giorni ed anche ora in quest'Aula, emerge un'opinione comune ed è quella che la vaccinazione è uno strumento preventivo efficace, che protegge non solo i singoli, ma tutta la comunità, che in passato ha salvato la vita delle persone, che si effettua con vaccini ormai purificati, virus o batteri inattivati, cioè uccisi o attenuati, cioè resi innocui, che proteggono, come dicevo, non solo i singoli, ma tutta la comunità e, soprattutto, i soggetti affetti da gravi patologie, quelli che ho detto prima, pazienti affetti da tumori, da malattie autoimmuni, che non possono essere vaccinati e che hanno diritto a essere protetti. Questo è un atto di solidarietà e di senso civico.

Parliamo, quindi, di un'opera di prevenzione utile e indispensabile. Sento ancora insistere criticamente sul metodo, sull'obbligatorietà, ma, come ho spiegato all'inizio e come ha spiegato anche il relatore in modo puntuale, il Governo non aveva alternative; ha dimostrato, però, massima sensibilità, e lo dimostra il fatto che al Senato il provvedimento ha subito numerosissime modifiche, compresa quella che toglie l'obbligatorietà alle vaccinazioni contro il meningococco B e C, riducendo le obbligatorie da 12 a 10, abbassando le sanzioni previste, prevedendo l'istituzione dell'anagrafe nazionale vaccini e anche la possibilità di acquistare i vaccini in formato monocomponente, e, oltretutto, prevedendo anche che l'obbligo è condizionato a una rivalutazione a cadenza triennale sulla base della verifica dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte.

Questo per venire incontro, perché, vedete, l'evidenza scientifica non è molto d'accordo sul monocomponente, e vi spiego perché. Un bambino che prende la malattia e si immunizza…

Allora, vado davanti. Numerosi studi, comprese le indicazioni espresse dalla stessa Organizzazione mondiale della Sanità, hanno evidenziato come in molte realtà l'uso di vaccini combinati, quello di cui stavo parlando, abbia permesso il raggiungimento di elevate coperture vaccinali. Per esempio, in Finlandia il vaccino combinato MPR è stato usato quasi esclusivamente per oltre vent'anni e c'è stato un risultato eccezionale, perché il morbillo è stato eliminato nel 1996 e l'anno dopo sono state eliminate sia la parotite che la rosolia. Di fatto, garantiscono minori disagi per il bambino e per la famiglia, perché c'è un minore numero di accessi al presidio e maggiore accettabilità, perché ci sono meno iniezioni sul bambino e meno effetti collaterali.

Infatti, è vero che si possono avere degli effetti collaterali, come per tutti i farmaci, però un ponfo, un'orticaria, ma non una reazione abnorme. Una reazione abnorme sarebbe singolare, ingiustificata, se non per quei soggetti già portatori di patologie in fase latente. Se ho poco tempo, vado a concludere, perché il mio relatore è stato già molto esauriente, quindi voglio fare un'ultima considerazione.

Questo provvedimento, che ha carattere in questo momento emergenziale, ha bisogno di essere accompagnato dalle azioni previste nel decreto, che tendono a rafforzare la formazione e l'informazione del personale sanitario, a realizzare campagne informative per rassicurare le famiglie ad un approccio convinto e puntuale alla vaccinazione, a rispettare l'attuazione dei nuovi LEA che finanziano da adesso, perché prima no, non era così, totalmente il piano vaccinale nella sua massima copertura, verificare le coperture vaccinali del personale sanitario scolastico, utilizzare al meglio l'anagrafe vaccinale nazionale integrata tra Ministero e regioni per il monitoraggio delle vaccinazioni, degli eventi avversi e le malattie, infine puntare su una farmacovigilanza trasparente e puntuale, per garantire standard di qualità e sicurezza dell'atto vaccinale.

Quando ho detto prima che mi ha fatto piacere sentire che in quest'Aula gli altri colleghi si sono già convinti che il vaccino è sicuro, volevo dire che la polemica che si è scatenata in questi giorni, infatti, non riguarda la vaccinazione in sé e per sé, se ho capito bene, ma le criticità che riguardano l'organizzazione della vaccinazione, perché è vero, signor Presidente, che sui territori le regioni non hanno creato delle organizzazioni tali da poter accompagnare questo atto, e quindi il vero problema è rappresentato dalla perenne carenza di personale medico-infermieristico, dei centri vaccinali, che quasi sempre sono sotto organico, quindi con poco tempo a disposizione per potersi dedicare, come si dovrebbe, all'informazione e all'accompagnamento dei genitori, favorendo, appunto, la familiarità con i servizi sanitari.

Ed è questa una criticità che va sanata; questo anche per dire al Ministro che ci fa piacere che si siano sbloccati i turnover che hanno creato questi problemi, e che, quindi, spero, andando a risolvere queste criticità, si possa avere anche la serenità di avere anche gli altri colleghi disponibili a un confronto costruttivo. Infatti, quello che c'è da fare, soprattutto, è che ognuno di noi dovrebbe fare uno sforzo comune per superare queste inutili e dannose diffidenze.