Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 7 Agosto, 2018
Nome: 
Marco Di Maio

AC 1041

Grazie, Presidente. Noi voteremo contro sulla conversione di questo decreto e lo faremo per molte ragioni legate ai suoi contenuti. Ringrazio i colleghi del mio gruppo che sono intervenuti per portare le ragioni sui vari elementi che poi riprenderò nel mio intervento. Tuttavia, voteremo contro anche per una ragione di metodo: perché questo tema si è affrontato con un decreto che ha impedito alle opposizioni di poter concorrere alla sua modifica, alla sua integrazione e anche all'accoglimento di proposte sulle quali noi di partenza non eravamo d'accordo ma che potevamo accettare. Ad esempio, c'è una proposta che proviene da questa maggioranza, che questa maggioranza ha scritto nel contratto di stampo privatistico che avete stipulato pur trattandosi di istituzioni pubbliche - e che sono di tutti, e non vostre, per fortuna - e in questo contratto voi, alle pagine 50 e 51, avete indicato l'istituzione del Ministero del turismo come un obiettivo da perseguire.

I primi a non rispettare quel contratto sono proprio i contraenti del patto, un ottimo inizio per questa legislatura.

Dicevamo del turismo. Voi, con questo decreto, spostate la delega, la competenza sul turismo, dai beni culturali all'agricoltura, e lo fate senza alcun criterio oggettivo, senza alcuna analisi di merito, senza alcuna pianificazione programmata; lo fate senza considerare anche dei numeri, molto precisi e molto importanti, che ci ha dato qualche tempo fa l'ISTAT, li voglio ricordare: nel 2017, 122 milioni di arrivi e 427 milioni di presenze, con un incremento del 4,5 e del 6 per cento; sono risultati frutto non solo, ma anche, della gestione associata di beni culturali e turismo.

Voi oggi, invece, andate a spostare la delega del turismo con l'agricoltura. Fate questo e ci dite di farlo perché volete istituire un grande Ministero del made in Italy, cioè voi volete, da una parte, istituire il Ministero del made in Italy e, dall'altra parte, vi dite d'accordo con l'introduzione di dazi commerciali, che andrebbero proprio ad affossare tutte quelle aziende che lavorano esportando i prodotti del made in Italy, le aziende contoterziste e quelle che forniscono servizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E, poi, escludete in questo modo dal made in Italy qualche cosa che più di tutto il resto caratterizza il nostro Paese: il nostro sterminato patrimonio artistico, culturale, architettonico, paesaggistico, musicale, la nostra cultura: cioè, per voi non fa parte del made in Italy, ad esempio, un sistema museale che nel 2017 ha registrato il record storico di visitatori, sfondando per la prima volta i 50 milioni di accessi nei nostri musei italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Del resto, Presidente, questi interventi, che vanno non solo a danneggiare il turismo, ma anche a indebolire le politiche culturali di questo Paese, sono coerenti con quello che sta facendo questo Governo e questa maggioranza, perché avete cancellato il bonus cultura, salvo poi fare una vistosa retromarcia; non si sa se confermerete il contributo per la formazione e la crescita professionale degli insegnanti; volete eliminare le domeniche gratuite nei musei; state togliendo risorse al bando per le periferie, che serviva per recuperare anche importanti beni culturali e paesaggistici. Insomma, questo Governo e questa maggioranza hanno un rapporto con la cultura e l'educazione - e uso un linguaggio forse a voi più familiare - come quello di Facebook, che è davvero una relazione complicata.

Andate poi, con questo decreto, a eliminare delle strutture molto importanti, che hanno consentito di gestire in maniera oculata ed efficiente, assieme a moltissimi comuni italiani, a migliaia di comuni italiani, interventi fondamentali per la manutenzione del territorio e l'edilizia scolastica. Mi riferisco alle strutture di Italia Sicura. Provate a guardare i numeri, prima di andare avanti con una scelta così dissennata. Italia Sicura, per il dissesto idrogeologico ha in pancia 9 miliardi di euro di investimenti programmati, ha gestito 7 miliardi e 600 milioni di euro di interventi su 8.461 tra cantieri partiti, cantieri avviati e cantieri in programma.

Sull'edilizia scolastica, poi, ha gestito 12.415 interventi su 8.144 edifici scolastici, per un totale di 5,2 miliardi di euro impiegati e altri 7 miliardi in programmazione, numeri che, peraltro, non sono forniti dal Partito Democratico, ma sono visibili a tutti sui siti delle unità di missione.

Voi, con questo decreto, eliminate tutto questo senza mettere un solo euro in più, né sul dissesto idrogeologico, né sull'edilizia scolastica, mentre, fra l'altro, bloccate anche gli investimenti, finanziamenti già programmati, già pubblicati da mesi in Gazzetta Ufficiale, che non state erogando ai comuni italiani. Allora, anziché a chiudere le strutture di missione, impegnatevi, piuttosto, per aprire i cantieri per le nostre scuole e per i nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Con questo decreto vi inventate anche un nuovo Ministero: quello della famiglia e della disabilità, che, dite, servirà per dare risposte concrete e puntuali ai bisogni delle famiglie e delle persone disabili; ma le prendete in giro, Presidente, perché con questo decreto si istituisce un Ministero che, per vostra stessa ammissione, è senza portafoglio! Non ha le risorse, non ha l'autonomia finanziaria e non lo diciamo noi, è lo stesso Ministro Lorenzo Fontana che, in un'intervista un giorno fa, suLaStampa ha detto: soldi per il mio Ministero, se non servo posso lasciare. Al netto del fatto che per noi può lasciare anche domattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché un Ministro della famiglia che propone di abolire la legge Mancino contro la violenza e la discriminazione, non lo riteniamo un Ministro degno di questa Repubblica, non si può promettere a famiglie e disabili di mettere in campo risorse, quando risorse non ne state mettendo e, in più, qui si commette un errore, che non è solo un errore semantico, come si è detto.

Oggi parlare di famiglia e non di famiglie è, più che un errore lessicale, un errore di carattere culturale, perché si va a tralasciare una serie di differenze che oggi ci sono nella nostra società e non le potete ignorare; e non mi riferisco solo alle cosiddette famiglie arcobaleno, quanto alla specificità e all'unicità che ogni famiglia ha e che la rende l'una diversa dall'altra.

Voi, con questo provvedimento, continuate a portare avanti l'idea di appiattire differenze, di eliminarle, di renderci tutti uguali, ma per fortuna la specificità di ciascuno di noi e di ogni famiglia rimarrà, indipendentemente che voi portiate avanti questo Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Preoccuparsi di politiche per le famiglie significa preoccuparsi di politiche del lavoro, di servizi per l'educazione, di welfare, di servizi di assistenza alla persona, di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; e poi significa occuparsi di politiche per la salute e, da una parte, voi non potete proporre un Ministero per la famiglia per dare ruolo e dignità e difendere la famiglia e, dall'altra, prorogare di un anno l'obbligo per l'entrata in vigore della vaccinazione per l'iscrizione agli asili nido e alle scuole d'infanzia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo significa esporre le famiglie italiane, i bambini delle famiglie italiane che non possono essere vaccinati, a rischi per la salute enormi e non state facendo un provvedimento che va nella direzione di tutelare le nostre famiglie.

Dite poi di avere creato un Ministero ad hoc per i disabili; è l'ultima cosa di cui hanno bisogno i disabili, un Ministero ad hoc. Le persone con disabilità ci chiedono, invece, un approccio multidisciplinare e non di essere identificate come una minoranza, con diritti diversi dagli altri o, magari, come ha detto il Presidente del Consiglio, con un codice studiato tutto per loro. Non è questa la visione che noi abbiamo di queste politiche, soprattutto non è regalando e concedendo qualche risorsa economica alle famiglie, dicendo: prendete questi soldi e arrangiatevi a gestire i vostri disabili che aiuterete le persone con disabilità e le famiglie. Le famiglie e le persone con disabilità hanno bisogno di politiche multidisciplinari, che attraversino tutti i capitoli di spesa del bilancio, che non vedano buttare alle ortiche gli investimenti e i provvedimenti che, in questi anni, sono andati nella direzione di aiutare le persone con disabilità.

State alzando dei muri, state alzando dei muri di carattere culturale, che abbattono e che non fanno altro che eliminare decenni di battaglie per l'inclusione sociale, per la parità dei diritti, per la parità di opportunità delle persone con disabilità. Lo abbiamo sentito molto bene raccontare, qui in Aula, dalla collega Lisa Noja e vi invito ad ascoltare il suo appello e quello di migliaia di persone con disabilità che vi stanno chiedendo non di fare un nuovo Ministero, ma di mettere risorse e confermare i provvedimenti che ci sono.

I muri che voi state alzando saranno più difficili da superare e da abbattere per le persone e per le famiglie che hanno disabili da gestire delle tante barriere architettoniche contro cui i disabili, ogni giorno, combattono e che, fornendoci un grande esempio di forza volontà, riescono a superare, nonostante le difficoltà che la vita che ha posto loro di fronte.

Per tutti questi motivi, Presidente, dichiaro il voto contrario a questo decreto del mio gruppo parlamentare.