Dichiarazione di voto finale
Data: 
Giovedì, 7 Febbraio, 2019
Nome: 
Sara Moretto

A.C. 1550

Presidente, onorevoli colleghi, eccoci ancora una volta a misurare il cambiamento messo in atto da questo Governo: un decreto omnibus imposto al Parlamento con il voto di fiducia, un cambiamento che rispecchia la peggiore tradizione della Prima Repubblica. Ma, d'altronde, non è possibile che questo Governo faccia diversamente: quando ciò che lo guida nelle decisioni è nient'altro che la ricerca di un compromesso che consenta a due partiti che hanno condotto campagne elettorali da avversari di stare insieme, non può che uscirne qualcosa di assolutamente mediocre. Quando, poi, si ha paura del confronto, si ha paura di perdere il potere conquistato, allora si chiede la fiducia.

Questo provvedimento è la sintesi esatta di questi due principi ovvi e inconfutabili. Un decreto annunciato come un provvedimento rivoluzionario, capace di snellire la burocrazia, vero e sentito problema di cui soffre il nostro Paese, in verità è un insieme confuso e raffazzonato di norme che intervengono in maniera marginale e irrisoria rispetto ai problemi di cui parlavo prima. Sarà anche questa volta colpa di qualcun altro se tra gli annunci e la realtà continua ad esserci un vero abisso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? La verità, però, è sotto gli occhi di tutti, ci sono misure microsettoriali e mancate risposte di un Governo che è sordo alle richieste del Paese reale, mentre mezzo Governo, che non è ovviamente qui presente in Aula perché sta scorrazzando per l'Abruzzo a fini elettorali, si è però dimenticato degli abruzzesi quando ha avuto occasione di farlo in questo decreto, allargando il sostegno alle vittime di Rigopiano anche alle altre vittime abruzzesi. Su Alitalia, poi, si proroga il prestito ponte e la gestione commissariale, ma non c'è nessuna strategia industriale per il futuro della compagnia, mentre leggiamo sui giornali le più diverse ipotesi. Le misure, poi, in materia di NCC, assunte ideologicamente senza avere ascoltato la categoria, mettono a rischio un settore che conta 80 mila imprese e circa 200 mila addetti. Quali risposte, quindi, a un mondo produttivo italiano? Il cambiamento, poi, in corsa delle regole di scorrimento delle graduatorie per l'assunzione di personale della Polizia di Stato calpesta i diritti di tanti ragazzi che aspirano a servire il Paese. Ci chiediamo se, quando Salvini parla di grandi misure per la sicurezza, intenda anche questo, intenda lo schiaffo in faccia a coloro che la sicurezza la possono garantire sul serio. E poi, infine, per le piccole e medie imprese italiane in questo decreto, come nell'ultima legge di bilancio, restano solo le briciole. Non possiamo accontentarci di un sottotitolo, di una sezione speciale in un fondo di garanzia nel quale non viene stanziato un euro in più. Non prendeteci in giro!

Nessun sostegno vero, nessun incoraggiamento ad assunzioni e investimenti, nessuna riduzione del carico fiscale. Il peso della burocrazia, dopo questo decreto, sarà esattamente lo stesso. Siccome gli imprenditori italiani non si accorgeranno nemmeno di questo super decreto, sarebbe stato molto più onesto da parte del Governo limitarsi a fare un decreto d'urgenza per l'unica vera urgenza contenuta in questo decreto, ovvero la correzione dei madornali errori commessi qui, solo qualche settimana fa, in sede di manovra economica. Mi riferisco, ovviamente, in primis al fatto che il Governo, che oggi esalta la scelta di avere riportato l'IRES agevolata alle imprese del mondo del Terzo settore, qualche settimana prima lo stesso Governo aveva deciso di raddoppiarla. Siamo in un periodo di vera schizofrenia! Mentre il Paese è in recessione, questo Governo si permette ancora di giocare con le parole.

Dobbiamo prendere atto, Presidente, che gli unici due Ministeri che funzionano sono il Ministero della propaganda e il Ministero della paura: con il primo si trovano nomi accattivanti per provvedimenti vuoti, con il secondo si individua un nemico per distrarre i cittadini, e in particolar modo gli elettori di questa maggioranza , dal continuo stallo in cui si costringe il Paese. Con questo decreto si introducono micro misure puntuali e chiaramente indirizzate, ma di vere semplificazioni neppure l'ombra. Come il decreto dignità non ha abolito la povertà o eliminato il precariato, come il decreto sicurezza non ha reso le nostre città più sicure, nemmeno questo decreto semplificazioni renderà la vita più facile a imprese e famiglie italiane.

L'unica vera buona scelta di questo Governo è stata quella con cui ha individuato l'agenzia pubblicitaria che inventa i titoli di questi provvedimenti vuoti e controversi, questa è stata davvero l'unica buona scelta di questo Governo. Presidente, nella mia regione, il Veneto, che ha dato ampio mandato a Lega e 5 Stelle, l'insofferenza verso le non scelte che bloccano lo sviluppo è crescente, la delusione rispetto alle grandi aspettative è evidente. Come in Veneto, anche nel resto del Paese il credito di questo Governo è a termine. Nella fusione a freddo tra due partiti troppe promesse sono state tradite, troppo forte è la ricerca individuale di consenso, troppa competizione vi impedisce di pensare prima al Paese e poi ai sondaggi. Per tutti questi motivi, annuncio che il Partito Democratico ritiene questo provvedimento assolutamente insufficiente al cambiamento e allo sviluppo del Paese, e per questo annuncio il voto contrario del Partito Democratico.