Esame di una questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 6 Novembre, 2018
Nome: 
Lucia Annibali

A.C. 392-A

Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame vuole novellare il codice di procedura penale per rendere inapplicabile il rito abbreviato ai delitti per i quali la legge prevede la pena dell'ergastolo non consentendo, quindi, per tali reati la diminuzione di pena connessa al rito. Si tratta, per esempio, dei delitti di devastazione, saccheggio e strage, strage, omicidio aggravato oppure ipotesi aggravate di sequestro di persona.

Questo provvedimento nella sua sostanza e nel suo orientamento si propone una finalità e degli obiettivi che, come Partito Democratico, condividiamo sicuramente. Occorre, infatti, dare una risposta alla contraddizione, che sembra esistere nel nostro sistema, tra la gravità della pena minacciata e l'esiguità di quella concretamente eseguita. L'obiettivo, quindi, della certezza e dell'effettività della pena è anche il nostro obiettivo. Il pensiero non può non andare, in questo senso, ai molti casi di cronaca che raccontano storie di femminicidi efferati perché accompagnati da una particolare crudeltà rispetto ai quali la pena non sempre risulta essere realmente afflittiva e concreta.

E, allora, è in questa contraddizione che si inserisce la frustrazione delle vittime dirette e indirette del reato, che non sentono riconosciuta appieno l'intensità e la dignità della loro sofferenza, una sofferenza il più delle volte provocata dalla scelta sbagliata di qualcun altro. Per questo è importante che lo Stato si faccia carico di questa sofferenza, che accolga questa frustrazione e che lo faccia con gli strumenti che gli sono propri, per potersi affiancare alle vittime e sostenerle nel necessario percorso di elaborazione e di emancipazione rispetto al proprio dolore. Questo, però, colleghi, deve avvenire con lungimiranza e nella verità, che passa anche attraverso una scelta giuridica sostenibile; e questo per non ingenerare nelle vittime stesse aspettative che potrebbero restare disattese a causa dei limiti tecnici e costituzionali della soluzione che si immagina. Rispetto a questa proposta di legge non possiamo, infatti, non tener conto delle criticità emerse e delle perplessità sollevate nel corso delle audizioni svolte in Commissione giustizia da parte di professori universitari, esperti del settore e avvocati soprattutto sotto il profilo costituzionale. Dubbi che sono legati proprio alla scelta di escludere il rito abbreviato per quei reati punibili con l'ergastolo o con l'ergastolo aggravato dall'isolamento diurno.

Quindi, dubbi costituzionali che sono tutti esplicitati nella questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dal collega Conte, e quindi compressione del diritto di difesa previsto dall'articolo 24 della Costituzione, violazione dell'articolo 3 della Costituzione sotto il profilo della irragionevolezza e della disparità di trattamento, violazione del comma 3 dell'articolo 27 della Costituzione per l'irragionevolezza rispetto alla finalità rieducativa della pena. Questo dimostra una volta di più che, quando si interviene su un organismo delicato come è il processo penale, occorre farlo con grande cautela, perché si interviene su meccanismi e su equilibri che devono tenere conto sia delle esigenze di congruità della pena sia delle esigenze di funzionalità del sistema.

Una pronuncia di incostituzionalità avrebbe inevitabilmente effetti travolgenti, vanificando tutto il lavoro svolto. E, allora, proprio in quest'ottica, e quindi con il duplice obiettivo di assicurare la tenuta del sistema, da un lato, e non disattendere le aspettative, le giuste aspettative delle vittime in ordine a certezza e effettività della pena, il Partito Democratico ha presentato in Commissione e ripresenterà anche oggi in Aula una serie di emendamenti volti a superare le criticità emerse e ora evidenziate. Emendamenti che, a nostro parere, mirano a raggiungere l'obiettivo che si prefigge questa legge attraverso soluzioni tecniche che riteniamo essere adeguate, e che quindi, a nostro avviso, non presentano le criticità sopradescritte e non si prestano, dunque, a censure di natura costituzionale.

Peraltro, sono soluzioni, queste, emerse nel corso delle audizioni proprio con questo scopo. In un'ottica, dunque, di leale collaborazione parlamentare e con senso di responsabilità, continueremo, nonostante l'atteggiamento di chiusura dimostrato da questa maggioranza in Commissione, a dare il nostro contributo alla discussione che ci apprestiamo ad affrontare in Aula. Per tutti questi motivi, dichiaro il voto di astensione del Partito Democratico sulla questione pregiudiziale di costituzionalità.