Data: 
Martedì, 11 Giugno, 2019
Nome: 
Luigi Marattin

Grazie, Presidente. Signor Ministro, io mi rivolgo a lei anche perché mi sarebbe veramente difficile rivolgermi ai colleghi che mi hanno preceduto, rivolgermi a qualcuno che afferma che l'aumento del debito pubblico in rapporto al PIL, dal Governo Monti in poi, non è dovuto al denominatore, al PIL, perché non c'era crisi, e questo durante la crisi economica più pesante che la Repubblica italiana abbia mai avuto in tempo di pace. Io a persone del genere, anche se siedono in quest'Aula, non ho nulla da dire.

Lei, invece, signor Ministro, che è una persona seria, lo sa, lei sa che questo Governo non può continuare a fare due parti in commedia. Lei ci è venuto a dire che non si spenderanno i risparmi di reddito di cittadinanza e “quota 100”; i due Vicepremier continuano a dire che quei risparmi saranno spesi in politiche per la famiglia. Lei ci è venuto a dire che nel 2020 il rapporto deficit-PIL scenderà di altri tre decimali, sono circa 6 miliardi di euro; i suoi due Vicepremier ci dicono che nel 2020 spenderemo decine di miliardi per la flat tax. Lei ci è venuto a dire che l'aumento dell'IVA, non so perché guardasse da questa parte, non è una clausola, ma è legge dello Stato e ha presentato qui un DEF che prevede che l'IVA aumenti dal 1° gennaio 2020; i suoi due Vicepremier continuano a giurare e a spergiurare che non ci sarà mai un aumento dell'IVA. Lei è venuto qui a dirci che dobbiamo normalizzare le condizioni del nostro debito pubblico; i suoi due Vicepremier continuano, da anni, a dire che del debito pubblico in fondo non ce ne dovrebbe fregare nulla, perché tutto quello che è desiderabile è possibile, si possono prendere a prestito soldi all'infinito e quando non si possono più prendere a prestito si possono stampare; questo è quello che le dicono i due Vicepremier.

Lei ci deve spiegare a quale Governo noi stiamo guardando, se al suo o a quello dei due Vicepremier.

Lei lo sa, signor Ministro, che la colpa della procedura di infrazione è interamente di questo Governo, perché la procedura di infrazione è fatta giudicando la dinamica triennale futura dei nostri conti pubblici e la dinamica triennale futura di tutte le variabili di finanza pubblica peggiora da quando siete arrivati voi. Eccola la differenza con la procedura che non è stata aperta nel 2017, e lei dice: sì, ma nel 2018 la crescita è diminuita. Ma lei, signor Ministro, dimentica che la crescita è diminuita nella seconda metà del 2018 , cioè da quando voi avete giurato. Nel secondo semestre del 2018, signor Ministro, l'apporto della crescita all'annualità è negativo di due decimali. Lei, signor Ministro, lo sa che la situazione economica italiana è fragile e rischia di diventare grave all'improvviso; quando gli Stati vanno in guai seri non lo fanno mai con troppo preavviso. Noi stiamo andando incontro all'estate e in estate gli scambi sono più rarefatti, quindi, bastano piccoli movimenti del mercato per far peggiorare la situazione economico finanziaria dei nostri conti pubblici e, di converso, dei nostri istituti bancari. In un Paese in cui 9 euro su 10 di credito alle imprese passano attraverso il settore bancario, se ricominciamo ad avere problemi seri sul settore bancario, va a carte quarantotto il Paese in meno tempo di quello che è necessario a molti suoi colleghi per comprendere quello che sta accadendo. Già sulla scadenza quinquennale ci finanziamo a costi più alti della Grecia e questo è un segnale orribile che ogni persona responsabile dovrebbe tener conto, al di là delle proprie appartenenze partitiche.

Lei, signor Ministro, sa che il divario di crescita con l'Unione europea, che questo Paese ha da trent'anni, a testimonianza di quanto siano profondi i problemi che questo Paese ha, sta aumentando non sta diminuendo. Lei, signor Ministro, sa, anche se è venuto qui a dire che ripartiremo grazie agli investimenti, che Banca Italia, la settimana scorsa, ci ha ricordato che gli investimenti stanno diminuendo anche nel 2019; la spesa in conto capitale, pubblica e privata, nonostante le vostre misure, sta diminuendo, quindi, come fa la crescita nel 2019 a trarre giovamento da una spesa in investimenti che sta diminuendo?

Lei sa, signor Ministro, che questo Paese ha bisogno di tutt'altro, ha bisogno di rifare l'IRPEF, che è un'imposta che ha quasi mezzo secolo, che non funziona più, che è troppo complicata ed è un peso eccessivo sul ceto medio; lei sa che questo Paese ha bisogno di ridurre IRES e IRAP, che sono le due imposte che insistono sugli utili delle imprese, gradualmente, sotto la media europea; lei sa, signor Ministro, che questo Paese ha bisogno di riprendere in mano tutte le riforme strutturali che determinano il nostro divario di produttività, che da trent'anni ci fa accumulare ritardo, dalla pubblica amministrazione alla scuola, all'università, alle riforme istituzionali, perché noi non vogliamo abbandonare la sfida di dare agli italiani un sistema istituzionale che eviti le pantomime che state facendo in queste settimane fra i vostri due partiti e che sono state fatte per tutta la seconda Repubblica, anche quando c'eravamo noi al Governo e anche quando c'era al Governo il centrodestra.

Lei, signor Ministro, sa che nel suo Governo e in questo Parlamento, due hanno parlato prima di me, ci sono persone che non distinguono un bilancio pubblico da un forno a microonde; lei lo sa, ma noi, in rappresentanza di ciò che vogliamo per il futuro di questo Paese, ci siamo stancati di affrontare tematiche così importanti con questa superficialità, con questa approssimazione e con questa ignoranza. Voi state scherzando col fuoco; attenzione, signor Ministro, perché la responsabilità di quanto sta per accadere o potrebbe accadere, alla fine, la storia l'assegna a nomi e cognomi. Lei è una persona seria, non vorremmo mai che questa responsabilità fosse attribuita a lei. Il Partito Democratico c'è per ogni tipo di manovra che possa assicurare al nostro Paese un futuro di stabilità, di credibilità e di serietà per tutti quelli che ci vivono e che ci vivranno nelle prossime generazioni.