Data: 
Giovedì, 7 Agosto, 2014
Nome: 
Maino Marchi

Presidente, ringrazio, innanzitutto, il Ministro per la sua comunicazione e voglio esprimere il senso della preoccupazione per i dati economici di questi giorni; preoccupazione per un PIL che continua a diminuire, dopo anni in cui la nostra economia è stata fortemente colpita dalla crisi. Pensavamo, quest'anno, di cominciare a vedere il segno più, invece c’è ancora il segno meno. D'altra parte, occorre avere la consapevolezza che la nostra è una crisi datata nel tempo, da almeno più di un decennio. Un Paese che ha pagato duramente il primo decennio di questo secolo, che ha visto la forte impronta di Berlusconi e Forza Italia e di quei Governi. Spero che oggi, da quella parte, non ci si voglia impartire una lezione su cosa fare, quando si è fatto male per anni e si sono causati forti danni al Paese e non si è mai azzeccata una previsione. Preoccupazione poi perché è tutta l'Europa che dimostra di essere l'area in cui c’è più difficoltà ad uscire dalla crisi; si registra anche in Germania una brusca frenata dell'economia; e preoccupazione soprattutto per le conseguenze sociali, per il lavoro, l'occupazione, la difficoltà delle imprese. Vi sono alcuni segnali positivi sul piano di nuove assunzioni, sul piano della produzione industriale, ma certamente il quadro complessivo è di aumento della povertà e del disagio sociale. Preoccupazione, infine, per le conseguenze per la finanza pubblica, con il PIL in calo è più difficile raggiungere gli obiettivi, si rischia un aggravamento dell'onerosità dei provvedimenti per il Paese e siamo di fronte ad obiettivi già ambiziosi, come ci ha ricordato, oggi, il Ministro, soprattutto attraverso la spending review. 
Insieme al senso della preoccupazione, però, voglio esprimere anche quello della fiducia e della responsabilità. Fiducia nell'azione del Governo e piena assunzione delle proprie responsabilità da parte della maggioranza che sostiene il Governo Renzi, a partire dal Partito Democratico. Fiducia, innanzitutto, nelle garanzie che il Governo ha dato a più riprese sul fatto che non vi saranno nuove manovre nel 2014, ma che ciò che si è fatto e si sta facendo permetterà di rimanere dentro i limiti degli accordi e delle regole europee. Fiducia, soprattutto nell'azione di medio periodo, i mille giorni, che il Governo sta sviluppando. Un'azione che tende ad aggredire le questioni fondamentali per la crescita – e la riduzione delle tasse sul lavoro e le imprese, il bonus degli 80 euro, il bonus fiscale e la riduzione dell'IRAP sono state un'iniziativa fondamentale in quel senso – l'investimento sul capitale umano, è finita l'epoca dei tagli sulla scuola, stiamo intervenendo sull'edilizia scolastica, si preannuncia anche una riforma più complessiva, le condizioni delle istituzioni che hanno effetti sull'economia e che possono, in base a come sono organizzate, aumentare o ridurre l'attrattività per gli investimenti europei e, quindi, gli interventi sulla giustizia civile, quelli sulla pubblica amministrazione e anche i pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese, quelli sul mercato del lavoro, sul sistema fiscale. Tutte cose su cui il Governo ha avviato una forte azione riformatrice. 
Tra queste, c’è anche la riforma costituzionale sul sistema politico, Senato, Titolo V, riduzione dei parlamentari, superamento delle province, superamento del bicameralismo perfetto, riforma elettorale; anche questi aspetti incidono sulle condizioni di un Paese e sull'economia. Responsabilità vuol dire consapevolezza che è ora di assumere decisioni e non solo di discutere, noi lo stiamo facendo. Tra le riforme, ci sono anche le azioni per rendere più equo il sistema di reperimento delle risorse, il sistema fiscale, con modalità innovative di lotta all'evasione fiscale, che è uno dei principali obiettivi della delega fiscale approvata dal Parlamento, oltre ad altri obiettivi come quello di semplificare il fisco per i cittadini e le imprese. E poi, più efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche; la spending review, la revisione della spesa si deve fare soprattutto per questo, ed è un processo che ha bisogno di supporti tecnici, ma soprattutto di decisioni politiche, perché riguarda la riorganizzazione complessiva della Repubblica e dello Stato, e su questo mi sembra che quello che oggi ci ha detto il Ministro dimostri che il Governo sta lavorando con forza. 
Aggiungo, dia l'esempio il Governo sulle coperture per i prossimi provvedimenti, per non trovarci di nuovo nelle condizioni in cui ci siamo trovati su quello sulla pubblica amministrazione. Quindi, spending review più lotta all'evasione fiscale per recuperare risorse e per ridurre le tasse sul lavoro e le imprese, per finanziare le politiche per la crescita. Dobbiamo sostenere l'innovazione delle imprese, dobbiamo sostenere le imprese che esportano, dobbiamo sostenere la domanda interna; per i consumi, più soldi in tasca ai redditi medio-bassi, è un elemento che ha anche un effetto di giustizia sociale ma che ha effetti economici. Certo, non subito, lo ricordava il Ministro. Nel secondo trimestre questo effetto c’è stato solo per giugno, ci vuole certamente un po’ più di tempo. Per quanto riguarda gli investimenti, insistere per quelli europei, i 300 miliardi di euro; cominciare da subito a cambiare le politiche europee. Usare le risorse europee che già abbiamo. Fare partire qualche grande opera, lo «sblocca Italia». Ma soprattutto, lo voglio sottolineare, signor Ministro, mettere i comuni in condizione di fare investimenti diffusi in tutto il Paese: edilizia scolastica, assetto idrogeologico, manutenzione. Questa è la leva di fondo: accelerare, quindi, il superamento del Patto di stabilità interno. E sono tutti elementi per aumentare la nostra competitività di sistema. 
Quindi, la preoccupazione non ci immobilizza, ma ci dà ancora più il senso della necessità di assumerci, fino in fondo, la responsabilità del cambiamento, dell'azione riformatrice, e le riforme vere vogliono dire superare le politiche liberiste e assumere l'uguaglianza come parametro di fondo per lo sviluppo dell'economia mondiale, europea e nazionale. Un'azione riformatrice, che mette in movimento le energie migliori del Paese con la convinzione di farcela e in modo che l'azione del Governo dia fiducia a questa convinzione. Quindi, noi non ci arrendiamo, come qualcuno forse in quest'Aula ci proporrà, ma, invece, andiamo avanti con determinazione, convinti anche su questo dalle parole che il Ministro ha detto in quest'Aula rispetto all'azione complessiva del Governo.