Data: 
Mercoledì, 1 Febbraio, 2017
Nome: 
Emanuele Fiano

Grazie, Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, la ringrazio per la informativa, signor Ministro. 
È evidente che la vicenda di cui trattiamo oggi ha molti piani di discussione e di interesse per questo Parlamento e per il Paese. 
Il primo è ovviamente la questione della sicurezza nazionale di questo Paese e, non a caso, ce ne parla il Ministro dell'interno, nel quale noi riponiamo la massima fiducia. 
Il secondo tema è inerente le questioni di possibile intrusione nei sistemi informativi privati e dello Stato. È il tema della libertà, della salvaguardia e della circolazione dell'informazione e delle idee. 
C’è poi un tema di tutela delle personalità principali dello Stato e delle sue istituzioni. 
C’è un tema, che lei ha citato e che è oggetto, peraltro, di un progetto di legge appena presentato dal collega Stefano Quintarelli, che riguarda i nuovi metodi, o vecchi, di intrusione nei sistemi di informazione, sia quando queste intrusioni sono lecite, legate all'attività di inchiesta e di investigazione delle forze dello Stato, sia quando, come nel caso in esame, sono illecite. 
E, dunque, l'altro punto fondamentale, che appunto è oggetto di una legge lungamente pensata e dibattuta, quella di Stefano Quintarelli, è la necessaria regolamentazione della possibilità di intrusione nei sistemi informativi ad opera di chi ne ha diritto, e di quali norme servano, per poter garantire che questa necessaria capacità di intrusione in remoto dei sistemi informativi, tecnologici, personali di coloro che sono sottoposti a regolari indagini oggetto di permesso dalla magistratura; di quali norme istituire affinché questi accertamenti e queste verifiche, ai sensi di legge, possano garantire l'incolumità e la certezza e la segretezza dei dati raccolti. 
Dunque complessivamente, signor Ministro, io ritengo da avere chiaro in mente che vi è da regolamentare e da normare, cosa che peraltro in parte lo è già, il limite invalicabile tra il diritto di indagine e l'obbligatorietà che questa indagine ovviamente non venga in contrasto con il diritto alla nostra libertà, ma qui siamo nel campo di ciò che è lecito autorizzare da parte dello Stato, proprio per garantire, e ancor di più in questo momento, la libertà di indagine. 
Signor Ministro, lei ce lo ha più volte spiegato in dettaglio – anche frutto della sua esperienza nel precedente incarico – quanto nella lotta capillare al terrorismo internazionale, che questo Paese svolge secondo me con grande perizia e professionalità, siano necessarie queste forme di indagine e di intrusione, sia per la lotta al terrorismo sia per tutte le forme più tradizionali, ahimè, e consolidate di criminalità nel nostro Paese, in Europa e più in generale nell'Occidente. 
Dunque il caso Occhionero, del quale lei ci ha qui riferito, con i dati relativi all'indagine della magistratura, mette in luce diversi rischi e potenzialità che la nostra società e il nostro Stato corrono. 
Lei ci ha parlato e ci ha dettagliato il nuovo Piano nazionale per la cyber security, che è lo strumento di cui questo Paese ha necessità per garantire appunto la segretezza dei dati personali o rendere sempre più difficile, a coloro che lo fanno per fini non leciti, l'intrusione nella vita privata di ognuno di noi attraverso gli strumenti tecnologici di cui ognuno di noi è titolare. 
Servono dunque norme nuove anche da votare e da decidere in questo Parlamento, e serve un'attitudine, che è quella che lei ha mostrato qui con particolare competenza, dello Stato, perché venga combattuta la possibilità che vi siano malviventi che si introducono nei nostri sistemi e quindi ledono la nostra libertà o mettono a rischio la sicurezza del Paese. 
È evidente che tutto ciò di cui parliamo è qualcosa in divenire, perché le norme e la capacità dello Stato di contrasto si evolvono e devono evolvere all'evolversi delle possibilità tecnologiche di compiere queste illecite intrusioni. 
Ci sentiamo soddisfatti della relazione che il Ministro ha svolto di fronte a questa Camera dei deputati, sappiamo che si sta facendo tutto il possibile per impedire quello di cui siamo venuti a conoscenza e sappiamo anche che il Parlamento ha di fronte a sé un compito, quello delle norme in questo campo, altrettanto importante, che svolgeremo col massimo del nostro senso di responsabilità.