Discussione generale
Data: 
Lunedì, 4 Dicembre, 2017
Nome: 
Anna Margherita Miotto

1-01746

Presento questa mozione, che porta la firma della collega Ileana Argentin, che non è potuta intervenire a causa di questo spostamento di orario, ma lo faccio volentieri, perché la collega ha presentato una mozione che si iscrive nel più vasto ambito di provvedimenti che hanno caratterizzato questa legislatura sul versante dell'attuazione della Convenzione dell'ONU per i diritti delle persone con disabilità, provvedimenti che hanno visto l'Aula impegnata con l'approvazione di alcune leggi importanti. Alcune sollecitazioni rivolte al Governo con atti ispettivi, con mozioni, con risoluzioni in Commissione, hanno comportato l'adeguamento del decreto sui nuovi LEA e, quindi, possiamo dire che in questa legislatura si è fatto un passo avanti importante nell'attuazione dei diritti delle persone con disabilità.

Tutto questo - sappiamo bene - incrocia le difficoltà di natura operativa, talvolta la insufficiente copertura finanziaria, ma la cosa che preoccupa di più - debbo dire - è un atteggiamento di natura culturale, che fa fatica a ragionare in chiave di inclusione e di integrazione delle persone con disabilità. Da questo punto di vista, la mozione della collega Argentin punta a coprire un altro vuoto, che riguarda l'accessibilità ai parchi giochi da parte dei bambini con disabilità.

Noi abbiamo una convenzione dell'ONU anche in questo campo. La Convenzione sui diritti del fanciullo è stata firmata a New York il 20 novembre 1989 ed è stata ratificata dallo Stato italiano con legge n. 176 del 1991, ma voglio anche ricordare che una legge più recente, la legge n. 18 del marzo del 2009, ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sulle persone con disabilità - sui loro diritti, come sappiamo - e quella convenzione prevede, all'articolo 30, comma d), che “gli Stati parte prenderanno le appropriate decisioni per assicurare che i bambini con disabilità abbiano uguale accesso alla partecipazione ad attività ludiche, ricreative e di tempo libero, sportive, incluse tutte quelle attività che fanno parte del sistema scolastico”. Quindi, il gioco è un diritto di tutti i bambini; diventa un problema, quando ci troviamo di fronte a una condizione di disabilità: una difficoltà a muoversi, un'incapacità a vedere, una scarsa capacità di attenzione, di concentrazione, difficoltà nei movimenti, insomma tutte condizioni che possono compromettere l'accesso anche alle attività di gioco per i bambini che presentano difficoltà di questa natura.

Qui non si tratta di individuare parchi giochi separati per i bambini con disabilità - attenzione! -anzi, guai se questo avvenisse; si tratta di attrezzare gli attuali spazi, che oggi sono predisposti dalle amministrazioni locali, dalle comunità regionali, con strumenti idonei per favorire l'integrazione e per consentire una piena accessibilità. È evidente che anche questa è un'altra operazione culturale, perché poco costa, guardate, rendere un parco giochi accessibile, guardare cioè che non ci siano barriere architettoniche, che gli spazi siano tali da poter consentire l'accesso, per esempio, a un bambino in carrozzina, serve però un'attenzione, una sensibilità, una cultura appunto, anche nella progettazione di questi spazi, che tenga conto di condizioni di disabilità.

La mozione, quindi, è molto semplice, come si comprende bene, e intende impegnare il Governo su tre fronti. Il primo: assumere iniziative di natura culturale proprio per far sì che si diffonda la cultura dell'inclusione, anche relativamente a questo ambito della vita sociale, della vita di relazione dei bambini con disabilità. In secondo luogo, impegna il Governo, in collaborazione con le regioni, perché si tratta pur sempre di materia concorrente, per elaborare delle linee guida che consentano di definire con più chiarezza le caratteristiche di parchi giochi accessibili per tutti i bambini, siano essi normodotati o con disabilità.

In terzo luogo, la mozione tende ad impegnare il Governo a prevedere idonee risorse finanziarie per attrezzare questi parchi. Noi ci rendiamo conto che talvolta, laddove sono stati creati, in verità per i bambini normodotati, sono in uno stato di abbandono. Quindi, qui si tratta di utilizzare le risorse, avendo anche questa ottica inclusiva, per rendere agibili e decorose queste strutture, ma allo stesso tempo di avere anche l'ottica dell'inclusione.