Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 26 Settembre, 2016
Nome: 
Piergiorgio Carrescia

 Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor sottosegretario, poco più di un mese, nella notte del 24 agosto, alle 3,36, si è registrata una forte scossa di terremoto con epicentro nel comune di Accumoli; nel Lazio, alla quale ne sono seguite molte altre localizzate in particolare nei comuni al confine fra quattro regioni dell'Italia centrale, che hanno riguardato le Marche, l'Umbria e l'Abruzzo; 297 le vittime oggi accertate, diverse centinaia i feriti, alcune migliaia coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione; distrutti interi centri abitati, con danni ingentissimi al patrimonio pubblico e privato. Desidero, innanzitutto, esprimere alle famiglie delle vittime di questa terribile tragedia, facendomi interprete del sentire di tutti i componenti del gruppo del Partito Democratico, il più vivo e sincero cordoglio e la più profonda partecipazione al dolore, come pure esprimo la vicinanza e la solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dal sisma e che vivono in questo periodo gravi difficoltà. 
Prima di entrare nel vivo dell'illustrazione della mozione che abbiamo presentato, voglio ricordare il prezioso e generoso lavoro del personale della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, dell'Esercito, delle forze dell'ordine, della Croce Rossa, del personale sanitario e di tutti i volontari che sono accorsi sui luoghi del terremoto. Questo sta a significare una cosa: che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, è stato presente, presente ed efficiente. La sinergia con il sistema delle autonomie locali ha funzionato e sta funzionando: una fase emergenziale che è stata vissuta con grande capacità, professionalità e con una coesione che è andata oltre le poche sterili polemiche aleggiate, purtroppo, anche oggi, in quest'Aula. Dobbiamo far sì che la sinergia fra le istituzioni sia prassi quotidiana, perché è un importante punto di partenza per gestire e superare le difficoltà attuali e porre le basi per la ricostruzione successiva. E una democrazia matura e consapevole è più forte, quando è sorretta da un simile responsabile atteggiamento. 
Una tragedia così grande esige risposte adeguate e, in questo senso, esprimo l'apprezzamento e il sostegno all'azione forte e pronta del Governo, che ha operato e sta operando con tempestività e risolutezza per affrontare la prima emergenza e per predisporre le basi per gli interventi successivi. La presenza stessa del Presidente del Consiglio sui luoghi della tragedia è stata una forte e significativa testimonianza di alto profilo istituzionale ed umano, testimonianza rafforzata da quella degli altri membri del Governo; straordinaria per tempestività e sostanza d'intervento, la risposta della nostra Protezione civile. L'Italia tutta si è stretta intorno alle popolazioni delle regioni colpite dal terremoto, a quelle del Lazio e delle Marche che hanno pagato questa calamità più di ogni altre in termini di vite umane e di distruzioni, ma anche a quelle di Umbria e Abruzzo, che hanno subito danni agli edifici pubblici e privati. 
In un momento difficile va sottolineato l'impegno costruttivo dei cittadini e degli amministratori, di quei sindaci che sono in prima linea fra la gente, in prima linea a cogliere esigenze, a dare risposte, a segnare la presenza delle istituzioni; un impegno che ha mosso la solidarietà del Paese con aiuti concreti e con grande generale generosità. 
Gran parte dell'Italia centrale ha subito una ferita lacerante, sconvolgente. Anche la mia regione – le Marche –, ancora una volta, è stata colpita dal terremoto, dopo quello di Ancona nel 1972 e del Piceno nel 1987 e dopo quello devastante nel Fabrianese del 1997, il terremoto di Marche e Umbria. Ora è toccato ai territori montani e pedemontani dell'ascolano, delle province di Macerata e Fermo e, in parte, anche di quelle dell'anconetano. È difficile trovare parole giuste per affrontare una tragedia di questo tipo di fronte alle immagini che abbiamo visto, alle vittime, a paesi e frazioni ridotti a cumuli di macerie. Un sisma che ha colpito tanti piccoli borghi e centri: sarebbe un torto citarne alcuni e non altri. Mi limito soltanto a quelli dell'Alta valle del Nera – a Visso, Ussita, Castelsantangelo – o dell'Alto maceratese – Ripe San Ginesio, Sarnano –, che sono eccellenze di bellezza, gioielli fra le bellezze d'Italia. Ma questi borghi sono un territorio fragile in un Paese che già di per sé è ad alto rischio sismico. E allora dobbiamo reagire; dobbiamo reagire subito e pensare al domani prossimo e al futuro più lontano ponendoci tre obiettivi e questo è il senso della nostra mozione. Occorre gestire bene la fase emergenziale, ricostruire, prevenire. Gestire bene la fase emergenziale: la nomina a commissario di Vasco Errani, con la sua capacità ed esperienza e la costante presenza sui territori già dai primi giorni, è una garanzia, ma sta ora al Parlamento e al Governo consegnargli adeguati strumenti operativi e risorse. Ricostruire, e qui dobbiamo intenderci: non vanno solo ricostruite le infrastrutture e gli edifici pubblici e privati e riefficientati i servizi, ma va ricostruita e rilanciata un'intera economia della fascia appenninica. Ci sono comuni che hanno visto devastati i propri centri storici e frazionali e quelli che, pur avendo subito meno danni, hanno visto il proprio tessuto economico devastato dal sisma; ve ne sono altri che hanno avuto danni ad edifici, scuole, residenze per anziani, strutture sanitarie o sportive, che sono necessarie per ogni comunità. La ricostruzione deve essere attenta a tutti, modulata sull'effettiva risposta ai danni subiti. Non va speso, come ha ripetutamente dichiarato il commissario Errani, né un euro di più ma neppure un euro di meno e tutto con equità per i danni subiti e con la massima trasparenza. Prevenire: dobbiamo migliorare il nostro sistema di prevenzione dei rischi sismici e intervenire sia per la messa in sicurezza dell'esistente sia per migliorare le tecniche di costruzione di nuovi edifici. Un Paese moderno deve saper scrivere il proprio futuro e la prevenzione sismica, così come quella dell'assetto idrogeologico, è parte essenziale di un serio programma per l'Italia sicura. Servono, dunque, risposte dal Governo e dal Parlamento. 
Con questa mozione intendiamo sollecitare diversi e numerosi impegni all'Esecutivo, garantendo tutto il nostro supporto. Per definire questi impegni siamo partiti dalla realtà, da un contesto socio-economico che è quello tipico delle aree interne dell'Appennino dell'Italia di mezzo, fortemente sbilanciato sui settori tradizionali dell'agricoltura, del turismo diffuso, del commercio, dell'artigianato e della piccola impresa. La gran parte delle attività produttive connesse e collegate a tali comparti ha un mercato strettamente legato al territorio e alla sua fruizione. È stimabile per il 2016 in queste aree una sensibile caduta del PIL pro capite, con un impatto importante che si protrarrà nel medio termine su un'area molto vasta. Anche i territori limitrofi ai comuni del cosiddetto «cratere» stanno risentendo inevitabilmente dell'effetto domino che si è innescato nell'immaginario collettivo: partenze anticipate dai luoghi di soggiorno, disdette delle prenotazioni a medio termine, mancate prenotazioni stimate; sono tutte conseguenze del sisma e del suo protrarsi. 
L'agenda tecnica della ricostruzione del nucleo più fortemente investito dal sisma va inserita, perciò, in un'ampia e forte strategia di sviluppo a breve e medio termine, che eviti l'abbandono dei territori colpiti e li renda nuovamente attrattivi puntando sulla cultura, sull'ambiente e sulle attività turistiche sia del comparto ricettivo sia dell'indotto e sui giovani che possono restare o scegliere di andare a popolare queste aree. La ricostruzione, quanto più rapida possibile, degli edifici pubblici e privati, di abitazioni, prime e seconde case e sedi di attività produttive rappresenta lo snodo centrale, la conditio sine qua non della strategia. Consentire ai residenti di tornare nelle proprie case, di fruire di scuole sicure e dei servizi essenziali è prioritario, anche in un quadro di tenuta della coesione sociale dei territori. Occorre non dimenticare il ruolo delle seconde case dei non residenti nel sistema complessivo degli interventi e del ruolo che esse hanno. Una delle peculiarità dei borghi delle aree interne è segnatamente quella di moltiplicare, nella stagione turistica o nei periodi di vacanza legati alla festività, i dimoranti rispetto ai residenti, proprio grazie a questa tipologia di abitazioni. Un effetto che, in realtà, altro non è che se non conseguenza a lungo termine dello spopolamento dei territori avvenuto nei decenni passati, in esito ai mutamenti economici strutturali avvenuti in Italia. Le seconde case hanno una valenza oggettivamente misurabile in termini di ricadute positive sulle attività turistiche, commerciali e artigianali anche di carattere esponenziale, cioè non limitata ai soli proprietari, e questo grazie a una consolidata prassi di utilizzo che trova spazio nei rapporti di parentela e relazioni amicali quando non nella locazione che, a sua volta, origina servizi di carattere immobiliare. È una prassi, è un sistema che contribuisce, di fatto, a un rilevante fenomeno di rilevanza turistica tipico, peraltro, di tutte le aree interne e basato su un modello di accoglienza diffusa, che poi è la spina dorsale di quell'economia. 
Non possiamo, però, limitarci alla sola ricostruzione; dobbiamo, come Parlamento, dare anche altre risposte che ci competono e penso, ad esempio, all'approvazione della «proposta di legge Braga» recante la delega al Governo per il riordino delle disposizioni in materia del sistema nazionale di coordinamento della protezione civile, che mi auguro il Senato licenzi al più presto. Dobbiamo, comunque, intanto utilizzare i prossimi strumenti legislativi, come la legge di stabilità, per dare riscontri immediati e possibili. 
Penso, fra tutti, alla necessità di rendere strutturale l'ecobonus per i lavori di messa in sicurezza e l'adeguamento antisismico degli edifici. Dobbiamo guardare con lungimiranza al futuro e a un territorio che sia sicuro e la prima sicurezza deve essere nelle abitazioni. Il progetto «Casa Italia», annunciato dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e confermato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, in sede di audizione in Commissione ambiente, è un'ottima risposta, una prospettiva che va riempita di contenuto specifico e di risorse. Il coinvolgimento del senatore Renzo Piano e delle migliori intelligenze del Paese perché anche nel settore sismico vi sia una pianificazione organica pluriennale degli interventi è un altro positivo segnale. 
La consapevolezza che occorre agire sul tema della conoscenza e poi delle risorse e dei finanziamenti è un punto di partenza. Per il Partito Democratico il tema degli interventi di messa in sicurezza sismica e di prevenzione del dissesto idrogeologico deve essere e sarà una priorità. Nel 2013 è stato istituito un gruppo di studio per la proposizione di uno o più ipotesi di interventi legati alla classificazione del rischio sismico, gruppo che ha terminato pochi mesi fa il lavoro preliminare finalizzato proprio all'incentivazione fiscale degli interventi, ossia a promuovere la ristrutturazione e la riduzione del rischio. Potremo, perciò, a breve disporre di uno strumento d'incentivazione e di riqualificazione sismica dei nostri edifici, utile sia per disegnare, in maniera sempre più precisa ed efficace, i futuri piani di protezione civile, sia per dare ai cittadini la possibilità di una scelta oggettivamente più consapevole per le diagnosi degli edifici e per gli interventi da fare. Ecco perché, come dicevo, dobbiamo con una politica pluriennale rispondere alle emergenze – leggasi interventi nei territori interessati dal sisma del 24 agosto – e mettere in sicurezza i luoghi a maggior rischio, quelli di servizio pubblico in particolare, mettendoli appunto in sicurezza totale, e pianificare le risorse per miglioramenti sostanziali che impediscano di dover piangere altre vittime. Le indicazioni sulle prime linee di azione esposte in audizione in Commissione ambiente dal sottosegretario De Vincenti sono pienamente condivisibili. 
E, allora, nel dettaglio la nostra mozione pone una serie di impegni. Essa nasce dall'ascolto dei territori, degli amministratori comunali, delle regioni, della gente colpita dal sisma nonché dai contributi delle associazioni di categoria e dalle esperienze del volontariato che ha vissuto la fase emergenziale fin dalle prime ore. Ben 297 sono state le perdite umane, 390 i feriti, ingenti i danni, come si è detto, in diverse realtà: nell'ascolano, a Fermo, a Macerata e nell'alta valle del Nera, in quella del Velino, nella zona di Norcia, in provincia di Perugia. Insomma, quattro regioni sono state coinvolte, con conseguenze significative che hanno trovato delle ottime risposte perché se all'inizio del mese di settembre le persone assistite erano 4.548 ieri, invece, erano 2.468. Ho sentito altri numeri, ma questi sono quelli reali e questo è un dato significativo della capacità di risposta che c’è stata in questa occasione. 
Ingenti sono i danni alle infrastrutture di collegamento, in particolare alla viabilità secondaria e a quelle destinate a erogare servizi pubblici essenziali. Da una prima sommaria stima l'ipotesi è che i danni ammontino a circa 4-5 miliardi di euro. L'entità dei danni, anche se non ancora integralmente stimata, varia in relazione alla natura geologica del territorio colpito, al forte degrado o alla vulnerabilità di edifici. Dove, come in Umbria o nelle Marche, a seguito del terremoto del 1997 si è ricostruito con attenzione, non si registrano gli effetti di crolli di altri territori e fortunatamente neppure vittime, segno che quando si fa prevenzione i ritorni positivi ci sono. Ho sentito, purtroppo, ben altra e distorta valutazione da parte del collega del MoVimento 5 Stelle, che non conosce la realtà di quella ricostruzione. È una ricostruzione che è stata fatta senza che ci siano stati problemi di trasparenza, di indagini o quant'altro e che ha visto ricostruite intere realtà che sono ritornate quelle che erano vent'anni fa, prima del terremoto. 
Tornando a noi, con la delibera del Consiglio dei Ministri del 25 agosto 2016 è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono stati stanziati 50 milioni di euro per i primi interventi; con un decreto del 1o settembre sono stati sospesi i termini di versamento per gli adempimenti tributari nel periodo che va fino al 16 dicembre 2016 per i contribuenti con residenza o sede operativa nel territorio di quello che per ora è stato individuato, con un termine tecnico, come il «cratere». Nel decreto si prevede la possibilità di estendere ad altri comuni, con successivo provvedimento, la sospensione dei termini e degli adempimenti tributari. Un'estensione dell'area del «cratere» è necessaria e su questo chiediamo al Governo grande attenzione. Chiediamo grande attenzione perché quelle realtà che hanno subito forti danni devono essere tutte ricomprese nell'epicentro e quanto accaduto deve far riflettere sul contesto geologico del nostro Paese, perché vaste zone del territorio nazionale sono ad elevato rischio; è già stato detto che la Protezione civile già dal 2003 ha classificato i comuni in zone sismiche. Nella zona sismica 1 e 2 c’è circa il 44 per cento del territorio nazionale, 2.097 comuni, e vi vivono stabilmente oltre 22 milioni di persone. Insomma, abbiamo una realtà che merita grande e forte attenzione, come è stato detto anche dal collega Zaratti: sono stati spesi tra il 2010 e il 2012 più di 3 miliardi all'anno per riparare i danni dei terremoti e nel dopoguerra la spesa ha raggiunto 180 miliardi, tante risorse spese dopo gli eventi, poche per la prevenzione. Dobbiamo cambiare passo perché i terremoti fanno danni agli edifici, ai capannoni industriali, alle infrastrutture, ai beni culturali che sono una nostra grande risorsa. Quanto ai beni culturali, in soli vent'anni i terremoti hanno danneggiato oltre 5 mila beni, 5.738 beni. Il rischio sismico minaccia gran parte dei centri storici delle città, circa 14 mila beni culturali secondo l'ISPRA sono esposti a rischio frane e 28 mila e oltre ad alluvioni e oltre 300 risultano danneggiati da questo ultimo drammatico evento. Ecco allora che va data una risposta, il Governo ha annunciato la definizione di un piano a medio termine, «Casa Italia», per incentivare la prevenzione antisismica. È un provvedimento con misure urgenti per risarcire i danni causati dal terremoto; noi lo valutiamo positivamente e riteniamo che sia essenziale definire priorità di intervento in collaborazione e in pieno coordinamento con le regioni coinvolte. Tutto va fatto non solo per i territori ma anche con i territori, con le loro rappresentanze istituzionali e, voglio sottolinearlo con forza, per evitare la desertificazione produttiva e lo spopolamento di intere aree occorre programmare in una logica di sistema una strategia che sia mirata e che preveda sul fronte del turismo l'attivazione di interventi integrati, anche di carattere strutturale e non solo emergenziale, per supportare le imprese in difficoltà, per creare e sviluppare nuove attività, per sostenere il trasferimento tecnologico, valorizzare produzioni di eccellenza, promuovere e supportare le potenzialità del sistema turistico locale con particolare riferimento ai valori culturali e del paesaggio e dell'ambiente in generale. Il turismo ambientale è una grande risorsa, sono aree – quelle colpite dal terremoto – in cui insistono i parchi nazionali dei Monti Sibillini e del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Allora in questo contesto il Partito Democratico sollecita il Governo a proseguire sulla linea intrapresa e indica una serie di impegni, ciascuno importante, come quello di disporre la tempestiva integrazione dei comuni del cratere, provvedere a una gradualità nel rimborso dei tributi sospesi, disporre la sospensione del pagamento dei tributi anche per tutti coloro che sono stati evacuati a seguito di ordinanza, anche se non ricompresi nell'area del cratere inizialmente individuata e per tutte le imprese che hanno subito danni, a predisporre in tempi brevi strutture temporanee per le attività commerciali, artigiane e agricole per assicurare continuità all'esercizio dell'impresa di tali comuni. Nessuna impresa deve cessare la propria attività, neppure per poche settimane, perché rischia di non riaprire più e questo non ce lo possiamo permettere. Occorre prevedere l'attivazione di finanziamenti, mutuando dall'esperienza dell'Emilia-Romagna quella della Cassa depositi e prestiti per il rilancio delle attività produttive o anche quella di concedere pieno accesso al Fondo centrale di garanzia per agevolare la concessione di finanziamenti commisurati ai danni emergenti per l'impresa a seguito del sisma; prevedere il risarcimento dei danni alle imprese nella misura integrale dei costi sostenuti al netto di eventuali contributi o indennizzi pubblici o privati; assicurare piena tutela ai lavoratori delle imprese dei comuni la cui economia è stata compromessa dal sisma, in particolare nei settori del commercio, del turismo, dell'agricoltura, dell'industria, dell'artigianato che non hanno accesso agli ammortizzatori sociali ordinari o che li hanno esauriti, rafforzando ed estendendo con risorse adeguate le misure bilaterali attive nei territori interessati con ammortizzatori sociali in deroga sia per i lavoratori dipendenti che per i titolari di impresa, per almeno un anno o un anno e mezzo. 
È importante – questa è un'idea che proponiamo al Governo – valutare l'opportunità di istituire una zona economica speciale o almeno una zona franca nelle aree interessate dal sisma che hanno oggettive difficoltà di rilancio delle attività produttive, accelerare la riparazione dei danni e l'adeguamento sismico o la ricostruzione ex novo delle opere pubbliche strategiche per le quali sia stata acclarata l'inadeguatezza strutturale – a titolo esemplificativo e certamente non esaustivo, quello di scuole, municipi, residenze per anziani, stalle comunali destinate a uso delle comunità – nonché a prevedere deroghe al pareggio di bilancio per spese urgenti e interventi straordinari e indifferibili anche mediante l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione con risorse certe e di immediata erogazione; a dare priorità nell'ambito dei piani per la realizzazione della rete per la banda larga alle zone colpite dal sisma, potenziare le infrastrutture viarie e ferroviarie di collegamento nelle aree e nelle regioni colpite dal terremoto; consentire l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione per tutti gli enti locali coinvolti; valutare l'opportunità di concedere la facoltà di assumere dipendenti, nei limiti del turnover, per i comuni del cratere; adottare provvedimenti anche in favore dei sindaci dei comuni coinvolti dal sisma che siano lavoratori dipendenti per poter usufruire di un periodo di aspettativa retribuita e, per gli altri, soluzioni che consentano loro di esercitare a tempo pieno le funzioni per il periodo emergenziale. La presenza del sindaco sui territori in questo momento e in questi mesi è essenziale e necessaria. Destinare le risorse dell'8 per mille alla ricostruzione, parte delle risorse dell'8 per mille alla ricostruzione e per i beni artistici; dare priorità agli interventi nelle aree interessate dal sisma all'accesso di provvidenze ordinarie già previste a legislazione vigente; accompagnare le iniziative regionali con un progetto nazionale di comunicazione sui principali mercati turistici internazionali che renda percepibile la bellezza dei territori che sono il cuore dell'Italia di mezzo, attraverso la programmazione di azioni e eventi coordinati dal Ministero dei beni culturali sul modello di quanto già previsto per i progetti di eccellenza, per gli impianti sportivi, perché anche lo sport è necessario per consolidare la presenza in queste in queste località; favorire l'accesso a fondo perduto al credito agevolato per i comuni colpiti dal sisma e per quelli che erano concessionari o gestori di impianti sportivi produttivi di reddito; l'esenzione dall'obbligo di alimentazione del Fondo di solidarietà per i prossimi cinque anni. Rifinanziare il Fondo per le aree interne al fine di destinare nuove e ulteriori risorse e quelle non impegnate per interventi nelle aree interessate. Dare seguito con sollecitudine all'impegno di predisporre il piano «Casa Italia» per incentivare la prevenzione antisismica con misure urgenti per risarcire i danni causati dal terremoto alle abitazioni principali e alle seconde case. Istituire un'anagrafe dei beni vincolati o comunque meritevoli di tutela esposti a rischio sismico. Ricorrere, per quanto possibile, alle imprese del territorio nella ricostruzione e nel pieno rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza, di antimafia, di anticorruzione, con procedure di massima trasparenza. Concludo: gli impegni che chiediamo al Governo, del quale abbiamo apprezzato la linea di azione delineata in questi mesi e gli obiettivi a più lunga scadenza che il Presidente Renzi ha indicato, sono concreti e possibili. Il gruppo del Partito Democratico sente forte la responsabilità di dare risposte sollecite con serietà e trasparenza e dare fiducia, speranza e certezza alle popolazioni, alle imprese, agli amministratori locali, ai quali non ci stancheremo mai di dire grazie. La dignità con cui i cittadini di queste regioni tante volte martoriate da eventi calamitosi hanno saputo reagire e la questione sociale forte che c’è in queste aree, la capacità, il coraggio, la tenacia della gente sono un grande stimolo per noi tutti per fare, per fare bene e per fare presto. Il nostro impegno per ricostruire quanto il sisma ha distrutto e per prevenire altre tragedie non verrà mai meno e sarà uno degli obiettivi prioritari per tutto il gruppo parlamentare, per il partito, per i suoi amministratori ad ogni livello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).