Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 2 Maggio, 2016
Nome: 
Vittoria D'Incecco

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Grazie Presidente. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, parliamo appunto di una patologia infiammatoria cronica, l'endometriosi, a più alta prevalenza tra le malattie ginecologiche e fortemente oggetto di studio in questi ultimi anni. Colpisce, nei Paesi occidentali, il 5-10 per cento della popolazione femminile in età riproduttiva, manifestandosi soprattutto in età fertile tra i 25 e i 35 anni e più raramente prima della pubertà e dopo la menopausa, anche se la letteratura internazionale pone l'accento negli ultimi tempi sull'età adolescenziale. Dati più recenti, infatti, registrano che quasi il 40 per cento delle donne affette da endometriosi riferiscono la comparsa dei primi sintomi ad un'età inferiore ai 15 anni e oltre il 25 per cento ad un'età compresa tra i 15 e i 19 anni. In Italia ci sono almeno tre milioni di donne affette da endometriosi. È una malattia estrogeno-dipendente, la cui caratteristica patologica specifica si realizza nella presenza di tessuto endometrio simile, cioè simile al tessuto che riveste l'interno dell'utero, al di fuori però della cavità uterina. Lo si può trovare, come già detto, nelle ovaie, nel peritoneo pelvico, nella vescica e perfino nell'intestino. I sintomi non sono sempre presenti. Quando si manifestano, quelli più frequenti sono il dolore persistente in regione pelvica, specie durante il ciclo mestruale, il dolore durante i rapporti sessuali, l'infertilità. La diagnosi è possibile effettuando una laparoscopia e la conferma è data dal referto dell'esame istologico. È quindi da considerarsi una malattia invalidante e per questo coinvolge anche la sfera emotiva dovendo, la persona che ne è affetta, modificare le proprie abitudini, sia dal punto di vista relazionale, che lavorativo.
Spesso, infatti, si verifica nella vita della stessa persona un arresto di progressione di carriera, ma semplicemente anche una perdita o abbandono del lavoro e nelle adolescenti assenteismo scolastico. Non è una malattia che conduce alla morte, ma ha le stesse caratteristiche di un tumore maligno, tanto che ha la caratteristica di metastatizzare espandendosi, sia localmente, che nei tessuti circostanti, e condividendo con le neoplasie anche l'insorgenza di dolore neuropatico resistente a qualsiasi terapia medica. Esistono perfino dati che mettono in correlazione l'endometriosi con il cancro dell'ovaio. Quando la malattia è asintomatica, purtroppo, prima di poter formulare una diagnosi passano anni. Prima è stato detto che addirittura si arriva fino a nove anni. La terapia, una volta che si è conclamata la diagnosi, deve essere assunta per lunghi periodi e spesso è necessario anche fare più interventi chirurgici. 
Nel 2005, signor Presidente, signor sottosegretario, ben 266 membri del Parlamento europeo hanno sottoscritto la Written Declaration on Endometriosis poiché veniva stimato in 39 miliardi di euro l'onere annuale di congedi di malattia a causa di endometriosi all'interno dell'Unione europea. Tale documento chiedeva ai Governi degli Stati membri e alla Commissione europea di impegnarsi a favorire la ricerca sulle cause, la prevenzione e il trattamento dell'endometriosi, oltre che ad istituire una giornata nazionale per la sensibilizzazione su tale tema. Anche la Commissione competente del Senato ha svolto un'indagine conoscitiva sul fenomeno come malattia sociale e in occasione della Giornata mondiale dell'endometriosi il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha annunciato che l'endometriosi sarà inserita nei LEA e farà parte, quindi, del nuovo elenco di malattie croniche invalidanti che danno diritto all'esenzione.
Alcune regioni italiane, il Friuli-Venezia Giulia, la Puglia, la Sardegna e il Molise, hanno approvato una legge regionale che prevede, per le donne affette da endometriosi, interventi mirati per una diagnosi precoce, l'uso immediato di terapie specifiche, un'adeguata formazione degli operatori sanitari, una prevenzione efficace, oltre che istituire il registro e l'osservatorio regionale dell'endometriosi. Il complesso di tutte queste azioni, vedete, è tutto quello che serve per arginare e contrastare questo fenomeno. 
Pertanto, noi, con questa mozione, chiediamo al Governo che si attivi nel tempo più breve possibile per inserire l'endometriosi nell'elenco delle patologie esenti dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie, diagnostiche, ambulatoriali e specialistiche, e per l'acquisto di farmaci, ai sensi del regolamento di cui al decreto ministeriale n. 329 del 28 maggio 1999. Chiediamo, altresì, di promuovere una formazione valida e specifica del personale sanitario e un'informazione capillare nella popolazione in modo che si riconoscano precocemente i sintomi e di attivare servizi di prevenzione per una diagnosi agevolata; di migliorare la qualità delle cure; di tutelare il diritto alla salute delle lavoratrici, anche salvaguardando il loro posto di lavoro; di favorire lo sviluppo di reti di servizi e centri di eccellenza per preservare la fertilità della donna, la qualità del proprio stile di vita e ridurre i costi sociosanitari; di istituire un registro nazionale per la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali al fine di monitorare senza differenze geografiche l'andamento del fenomeno e individuare strategie condivise di intervento sulla malattia per evitare le complicanze; di istituire una commissione di esperti presso il Ministero della salute, di un numero non superiore a dieci membri, con il compito di predisporre linee guida per promuovere e programmare la ricerca scientifica circa la diagnosi e il trattamento più adeguato dell'endometriosi e individuare iniziative concrete e campagne di informazione per i pazienti; infine, chiediamo di istituire la Giornata nazionale per la lotta contro l'endometriosi. 
Una corretta informazione nei confronti dei cittadini, come abbiamo detto, una significativa prevenzione, un'adeguata formazione del personale dedicato, sono gli strumenti quindi più efficaci per combattere questa patologia, le sue complicanze e i risvolti negativi che si ripercuotono, non solo sulla persona colpita e la propria famiglia, ma coinvolgono l'intera società. Quindi, noi confidiamo nella sensibilità del Governo.