Discussione generale
Data: 
Lunedì, 22 Ottobre, 2018
Nome: 
Stefania Pezzopane

Grazie, Presidente. Il Partito Democratico si presenta a questa discussione con una propria mozione, consapevole del momento importante, del tema decisivo che stiamo ad affrontare e decisa anche, come forza politica e come gruppo, a collaborare, a contribuire a dare indicazioni e costruire una nuova politica per il Sud. Noi riteniamo che ci siano tutti i tratti e tutti i numeri e le condizioni per delineare una nuova questione meridionale. E la sfida è quella di una ricostruzione in quei territori, di un nuovo inizio, la sfida della scommessa, dell'investimento, soprattutto sulle giovani generazioni, sui nostri figli, sulle ragazze e sui ragazzi del Sud. La nostra è un'ambizione forte, quella di un riscatto, della salvezza di questo territorio, della distruzione delle mafie e delle camorre, di spezzare le catene del clientelismo. Insomma, il nostro approccio, qui ed ora, è quello di un approccio di valori e di concretezza.

Una canzone famosa diceva: sud, sud, nuje simm d'o sud, nuje simmo curte e nire, nuje simmo nate pe cantà e faticammo a faticà. Ed è proprio così, fatichiamo a faticare, c'è ancora questo problema, apparentemente insormontabile, di costruire le occasioni di lavoro. E come diceva Sandro Pertini, però, e ancora di più oggi, in questa speciale condizione politica che vive l'Italia, il problema del Mezzogiorno non può essere considerato soltanto un problema di quelle regioni, delle nostre regioni; deve essere considerato un problema nazionale, se lo si vuole veramente risolvere. Così Pertini diceva nel 1982, nel discorso agli italiani; ma, prima di lui, affermazioni analoghe sono state fatte da grandi meridionalisti.

Nella nostra mozione noi partiamo da alcuni dati, da alcuni dati storici, da alcuni dati che registrano una condizione economica e sociale importante.

Un primo dato è che il Mezzogiorno è comunque tornato a crescere dopo ben sette anni di crisi, ma che durante gli anni della crisi il ritardo del Mezzogiorno si è comunque ampliato, ovvero la crescita non ha consentito di chiudere nemmeno parzialmente la forbice della differenza. Insomma, c'è ancora una persistente divergenza tra nord e sud e quello che incide particolarmente in questa divergenza e in questa persistente differenza è proprio il dato del mercato del lavoro, che nel Mezzogiorno è fortemente squilibrato a sfavore dei giovani. Inoltre, a definire questo differenziale ci sono molti altri elementi, molti altri dati: penso ai servizi sociali e alle infrastrutture. Nella mozione noi descriviamo punto per punto quali debbano essere gli interventi e i campi di intervento.

Sicuramente c'è un gravoso ed impegnativo tema relativo alla povertà. La povertà assoluta, infatti, è ulteriormente cresciuta nel corso del 2017 e proprio per questo nella precedente legislatura abbiamo approntato delle misure che stanno dimostrando la loro importanza e la loro efficacia. Per il contrasto alla povertà, in particolare al sud, i Governi a guida del Partito Democratico hanno adottato specifiche misure, misure di cui siamo orgogliosi e che riteniamo debbano essere continuate e rafforzate. In particolare, con l'approvazione della legge n. 33 del 2017 e della sua disciplina attuativa, è stata introdotta, per la prima volta in Italia, la misura unica nazionale di contrasto alla povertà, cioè il reddito di inclusione che prevede anche l'attivazione di servizi personalizzati per la ricerca di occupazione. Ecco, noi siamo d'accordo con l'Alleanza contro la povertà, che mette insieme tante associazioni, che questa misura debba continuare e debba essere anzi rafforzata, che debba poter esplicitare tutti i suoi effetti positivi e che non si debba cambiare passo.

Inoltre, ricordo il lavoro prezioso che è stato fatto con il dicastero del Mezzogiorno, che ha operato per la costruzione del masterplan per il rilancio del sud posto in essere nel corso dell'ultima legislatura, così come con i patti per lo sviluppo che ne sono derivati, che sono lo strumento attuativo del masterplan, che hanno interessato le otto regioni e le città metropolitane del sud, che hanno consentito e stanno consentendo di promuovere interventi e di mobilitare risorse finalizzate alla crescita con l'obiettivo di una vera e propria politica della crescita delle aree del sud. Inoltre, voglio ricordare il decreto-legge 20 giugno 2017 n. 91 che prevede una misura molto importante, la misura “Resto al sud” che contempla forme di incentivazione per i giovani volte a promuovere la costituzione di nuove imprese. Poi, sono state introdotte le ZES, il credito di imposta e 95 miliardi di investimenti.

Ora, tutto questo deve essere, a nostro giudizio, incrementato e proponiamo alcuni punti di necessaria operatività del Governo. Certo, l'appello è a fare davvero e a fare con serietà. L'attuale esecutivo, infatti, sembra voler ridurre le politiche per il Mezzogiorno alla semplice e mera introduzione del cosiddetto “reddito di cittadinanza” che, a nostro giudizio, potrebbe persino peggiorare la situazione. E, d'altra parte, la marginalizzazione del sud, nell'attuale costruzione dell'assetto di Governo e del contratto di programma, è abbastanza chiara. Nel contratto di programma, infatti, solo al capitolo n. 25 ci sono poche righe dedicate al Mezzogiorno. “Con riferimento alle regioni del Sud - dice il contratto di programma - si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio Mezzogiorno, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente contratto (con particolare riferimento a sostegno al reddito, pensioni, investimenti, ambiente e tutela dei livelli occupazionali) sono orientate verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l'obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud”. Ebbene, noi non siamo d'accordo e riteniamo che ci voglia una politica specifica, che ci voglia una politica sicuramente rinnovata e che non ce la possiamo cavare con il reddito di cittadinanza.

Per questo - e a maggior ragione - nella nostra mozione impegniamo il Governo a presentare una relazione al Parlamento sull'andamento dei masterplan sottoscritti entro il 31 dicembre 2018.

Chiediamo, inoltre, di confermare le misure strategiche come “Resto al sud” e il credito d'imposta per gli investimenti effettuati al sud. Impegniamo il Governo a promuovere misure incentivanti per l'assunzione di giovani e donne da parte delle imprese che operano nel Mezzogiorno, anche attraverso misure di decontribuzioni pluriennali non inferiori al 50 per cento, in sintonia e in analogia con misure adottate dai precedenti Governi. Allo scopo di realizzare politiche realmente incisive contro la povertà chiediamo esplicitamente di non smantellare il reddito di inclusione, anzi, visto e considerato che i beneficiari sono distribuiti in larga parte nelle regioni del Mezzogiorno, di dar vita a un rafforzamento di queste misure, incrementando l'ammontare del beneficio economico, allargando la platea dei beneficiari, favorendo l'occupabilità e il reinserimento nel mercato del lavoro (rafforzare i programmi di reinserimento sociale attraverso le istituzioni pubbliche).

Vogliamo anche - e anche questo è un tema della nostra mozione - che si prosegua nell'investimento per ampliare l'offerta per i servizi all'infanzia e per i servizi sanitari. In particolare, riteniamo che si debba proporre un progetto straordinario per assicurare la disponibilità e l'accessibilità negli asili nido almeno al 33 per cento dei bambini del sud, come da parametri europei. Chiediamo al Governo di assicurare risorse pluriennali per la messa a norma e l'ammodernamento degli edifici scolastici, di assumere tutte le iniziative idonee per la lotta alle disuguaglianze territoriali in tema di formazione dei giovani e per il diritto all'istruzione, di incrementare le risorse del Fondo sanitario nazionale da destinare alle regioni del Mezzogiorno e di assumere tutte le iniziative utili al fine di sfruttare il vantaggio competitivo naturale che il Mezzogiorno possiede quale piattaforma strategica nel Mediterraneo per intercettare i flussi commerciali, dato che per irrobustire il vantaggio logistico è necessario un piano di investimenti pluriennali. E, poi, chiediamo di promuovere il vantaggio fiscale anche attraverso la realizzazione e il rafforzamento di zone economiche speciali.

Riteniamo, ancora, che si debba puntare sui giovani e sulle ragazze del sud, investire sulle loro risorse intellettuali e culturali, rifinanziando anche gli incentivi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego. Inoltre, occorre sostenere il sistema produttivo meridionale attraverso una serie di azioni specifiche che indichiamo nella mozione; prevedere un piano di manutenzione straordinaria della viabilità minore e sbloccare interventi infrastrutturali di particolare rilievo per la Sicilia e per le altre regioni del sud, indicando alcune arterie di viabilità e di alta velocità come necessarie a mettere in condizione, le regioni del sud e i territori del sud, di vivere una condizione paritaria di accesso ai servizi. Occorre consolidare gli interventi previsti dalla legge 6 ottobre 2017 n. 158 - mi riferisco alla legge sui piccoli borghi - perché non c'è solo un problema del sud ma nel sud c'è anche il problema gravissimo delle aree interne colpite da fenomeni gravi di spopolamento, così come la questione delle periferie urbane nelle città del sud. Mai e poi mai bisogna tagliare le risorse del bando periferie; semmai - e certo in quelle città del sud dove fenomeni di degrado e di disagio sono espliciti ed esplicitati - vanno rafforzate e potenziate le misure da noi innescate, con i Governi a guida centrosinistra.

E poi un piano straordinario di interventi pubblici a sostegno dell'alfabetizzazione digitale e affiancato a questo piano straordinario riteniamo che si debba collocare un intervento speciale di assunzione di giovani esperti nel settore digitale all'interno della pubblica amministrazione, perché la nuova e piena cittadinanza digitale, in particolare al sud, ha bisogno di competenze per attuarsi, competenze necessarie anche per accompagnare tutte le misure poste in essere dagli ultimi Governi per rendere più efficiente la P.A. Quindi, non un reddito che disincentiva la voglia di lavorare, ma lavoro, progetti e premesse perché le risorse umane e intellettuali dei giovani del sud e di tutta la popolazione meridionale possano avere uno sbocco utile.

Inoltre, riteniamo che si debba accelerare lo sblocco delle risorse per i progetti in materia di edilizia scolastica e ritornare alla quota di investimenti non inferiore al 34 per cento destinati al Mezzogiorno, che veniva ricordata anche dal collega Conte.

Occorre inoltre promuovere ulteriori investimenti nell'ambito della manutenzione della gestione del territorio e del dissesto idro-geologico e dell'antisismica e rafforzare i presìdi di sicurezza. Sì, vogliamo parlare di sicurezza nel sud, non solo per la lotta contro la mafia, la camorra e tutti i poteri organizzati, ma anche per garantire ai cittadini quelle minime regole di possibilità di vivere in una comunità. Rafforzare, quindi, i presìdi di sicurezza e le piante organiche delle Forze dell'ordine e del personale degli uffici giudiziari, per un più efficace contrasto contro la criminalità.

Riteniamo che il Governo non solo non debba indebolire il quadro normativo di contrasto del caporalato, ma semmai debba attuare nella sua pienezza quella importante legge, così come si debbano promuovere investimenti per le filiere agroalimentari e per le produzioni di qualità del Mezzogiorno e promuoviamo, in questa mozione, anche la necessità di un intervento specifico per creare, come promozione specifica turistica del sud in collaborazione con le regioni meridionali e tra le regioni meridionali, progetti di promozione e pacchetti di incentivi finalizzati al turismo di ritorno rivolto agli italiani all'estero, con particolare attenzione alle aree interne del Mezzogiorno.

Insomma, è chiaro quello che il Partito Democratico ritiene di dover fare è affrontare il problema del Sud non come un problema di aggiungere soltanto risorse, ma quello di qualificare gli investimenti, che vanno sicuramente aumentati, tutti, a beneficio della collettività.