Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 10 Ottobre, 2016
Nome: 
Marilena Fabbri

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Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, la grave crisi economica a livello europeo internazionale, che ormai da lungo tempo ha investito anche il nostro Paese, ha determinato tra le conseguenze più dolorose sul piano sociale una grande perdita di posti di lavoro nel settore privato e una forte contrazione delle dinamiche salariali nel settore pubblico. Oggi possiamo sperare in una seppure timida ripresa economica del nostro Paese, anche a seguito di dolorose misure intraprese per la stabilizzazione finanziaria, la razionalizzazione e la competitività economica, che hanno visto diversi provvedimenti negli ultimi anni. Tra queste misure non può non essere ricordato, come è stato detto, ed è oggetto delle diverse mozioni che oggi vengono presentate, il blocco della contrattazione nazionale del pubblico impiego. Va detto che i lavoratori del pubblico impiego hanno in prima persona pagato un prezzo in tutti questi anni, sia sotto il profilo economico, che sotto quello dei diritti. Dal 2010, come veniva già ricordato anche dalla collega Polverini, il sistema pubblico ha subito il primo blocco della contrattazione nella prima misura del Governo Berlusconi, fino al blocco del contratto al 2012, prorogato negli anni successivi. Disposizioni che contenevano disposizioni restrittive che andavano a modificare gli spazi delle relazioni sindacali così come venivano configurate dalla legge e dalla contrattazione collettiva precedente. Negli ultimi cinque anni con il blocco del turnover, il settore del pubblico impiego ha perso circa 270 mila posti di lavoro, cioè il 7 per cento della forza totale e il potere di acquisto del salario è sceso di circa l'8,4 per cento. Giustamente, quindi, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, precisando che la riattivazione della negoziazione collettiva costituisce un dato essenzialmente procedurale disgiunto da qualsiasi vincolo di risultato. Va dato atto a questo Governo che sin dal suo insediamento ha sempre sostenuto la necessità di lavorare per ripristinare anche nel settore pubblico un'ordinaria dinamica salariale. E non solo, con la legge di stabilità del 2015, pur confermando il blocco contrattuale, ha ripristinato in alcune categorie, tra cui le forze di polizia e del soccorso, gli automatismi, gli effetti economici, legati alle progressioni di carriera e gli assegni connessi al merito e all'anzianità di servizio. Con la legge di stabilità per il 2016 ha stanziato risorse, seppure simboliche, come veniva ricordato, di 300 milioni aggiuntivi, per sbloccare la contrattazione collettiva e ha pronunciato anche nelle competenti sedi parlamentari, in risposta ad atti di indirizzo del Parlamento, lo stanziamento di ulteriori risorse nella legge di bilancio in corso di presentazione. Riteniamo queste misure, seppure simboliche, per il 2015 e il 2016 un'inversione di tendenza rispetto a ciò che abbiamo avuto negli anni precedenti, un'inversione di tendenza che riteniamo vada rafforzata a partire da quest'anno con la riapertura dei tavoli di contrattazione e l'aggiunta di risorse per il triennio 2016-2018, ai fini della riapertura della contrattazione salariale e la ridefinizione dei salari. 
Il Governo ha operato, a normativa vigente, in accordo con le parti sociali, anche la riduzione dei comparti di contrattazione a quattro comparti, e sono attualmente in corso le interlocuzioni tra il Governo le associazioni sindacali e datoriali al fine di ridefinire, in modo concorde, l'atto di indirizzo che formalmente di riavvierà la stagione della contrattazione nel comparto pubblico. Il rinnovo del contratto collettivo per 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego è una scelta utile per l'economia, indispensabile per riconoscere il valore del lavoro pubblico. La valorizzazione dei lavoratori nel pubblico impiego è infatti una condizione necessaria per la piena realizzazione degli obiettivi positivi di semplificazione, qualità e maggiore efficacia della pubblica amministrazione, che sono stati avviati con questo Governo.
Nel quadro del rinnovo della contrattazione collettiva un'attenzione particolare, come è stato sottolineato anche dei colleghi, va certamente riconosciuta al personale dei vigili del fuoco delle Forze armate e delle forze di polizia, in considerazione non solo della particolare delicatezza del lavoro svolto dagli appartenenti al comparto sicurezza e soccorso, ma anche in considerazione del fatto che il loro lavoro incide direttamente su quei bisogni di sicurezza particolarmente sentiti da una collettività già duramente colpita dal perdurare della crisi economica. Non possiamo inoltre non riconoscere la particolare specificità del nostro Paese che ci vede particolarmente fragili, sia in materia di emergenza e calamità ambientali, che in materia di prevenzione e di contrasto della criminalità organizzata. 
L'attuazione della legge delega n.124 del 2015, la cosiddetta «riforma Madia», grazie alle preannunciate risorse finanziarie previste va in questa direzione. Finalmente si potrà mettere mano al riordino delle carriere dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle Forze armate, di cui da anni si parla senza esserne mai arrivati a capo. Non dovremmo concepire l'idea dello sblocco economico solo in funzione della sentenza, ma anche in virtù di risultati economici che si stanno tenendo. Gli aumenti retributivi a 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici vanno inseriti nelle misure sia di un atto di giustizia per i lavoratori stessi, che di una fase di ripresa che porta ad un aumento dei consumi, specialmente nelle grandi città, innescando un ciclo virtuoso che non può che far bene alla nostra economia. Per questo anche il Partito Democratico chiede al Governo di adottare ogni iniziativa utile, anche attraverso lo stanziamento di risorse finanziarie nel disegno di legge di bilancio che è in corso di presentazione, per proseguire e rafforzare le iniziative già messe in campo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego e delle Forze armate e delle forze dell'ordine, con specifica appunto attenzione al comparto sicurezza, alla luce della delicatezza e dell'impatto di questo settore nei bisogni dell'intera collettività. Noi crediamo infatti che se il Governo realizzerà gli obiettivi esposti in questa mozione verrà aperta una nuova pagina per la pubblica amministrazione del nostro Paese e si darebbe più forza alle riforme, iniziando anche a riparare a un'ingiustizia, quella che ha privato così tante lavoratrici e così tanti lavoratori dei diritti fondamentali. Il Governo, va ribadito, ha ereditato una situazione difficile e il Parlamento si è assunto delle responsabilità. I risultati ottenuti vanno ora messi a disposizione anche di chi, in questo momento, ha dato una mano appunto attraverso un sacrificio personale e salariale, anche ai lavoratori della pubblica amministrazione.