Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 24 Luglio, 2017
Nome: 
Antonino Moscatt

Grazie, Presidente. Illustri colleghi, sottosegretario, come ben sappiamo, il tema del nucleare è tornato di grande attualità, dopo una fase in cui sembrava si stesse determinando una nuova sensibilità, una reale necessità mondiale di riduzione degli armamenti nucleari. Il controllo e la non proliferazione delle armi nucleari, biologiche, chimiche e di altre armi e di materiali pericolosi resta, invece, ancora, ahimè, uno fra i più importanti elementi di instabilità dell'ordine internazionale - internazionale, appunto -, dell'ordine globale ed in maniera globale va affrontato il tema, con politiche internazionali.

Le regole esistono e le regole per l'attuazione dei controlli sulle armi nucleari, biologiche e chimiche sono contenute in larga parte, ma non esclusivamente, proprio nei Trattati internazionali e multilaterali. Tra gli Accordi internazionali che regolano l'uso, possesso e circolazione di armi nucleari e di prodotti correlati, il più importante, è stato ricordato, è di gran lunga il Trattato di non proliferazione nucleare, che prevede tre obiettivi fondamentali: la non proliferazione nucleare, ovvero la limitazione dei Paesi militarmente nucleari a quelli previsti dal Trattato, che coincidono con i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza; il disarmo nucleare, in una cornice di sicurezza bilanciata con il relativo impegno dei cinque Paesi in questione; lo sviluppo degli usi pacifici delle tecnologie nucleari. In cambio alla rinuncia a sviluppare un programma nucleare militare le potenze atomiche sono tenute a fornire assistenza nel campo della tecnologia nucleare civile, nonché ad adoperarsi per frenare la corsa agli armamenti e ridurre le proprie dotazioni.

Il Trattato è in vigore dal 5 marzo 1970 e la sua implementazione prevede una Conferenza di riesame ogni cinque anni; ad oggi sono 189 i Paesi firmatari. Si tratta di un accordo che l'Italia ha ratificato fin dal 1975 e, quindi, di un impegno di lungo periodo per il nostro Paese, che, soprattutto per quanto riguarda le politiche di difesa e sicurezza, ha sempre fatto del consolidamento delle istituzioni e dei rapporti istituzionali e degli strumenti multilaterali una delle proprie scelte di fondo irrinunciabili per la tutela della stabilità.

Il rischio della proliferazione nucleare e di uso di armi nucleari, anche su scala regionale, è ancora oggi una minaccia presente nel contesto internazionale, forse ancora più di prima, non solo in considerazione della condotta di alcuni Stati, come, ad esempio, il comportamento scellerato della Corea del Nord che continua a condurre test nucleari e lanci di missili balistici in violazione degli obblighi internazionali, ma anche alla luce di nuove minacce, come quella rappresentata dal terrorismo internazionale.

Nel corso degli ultimi anni, proprio la consapevolezza di questo scenario ha prodotto numerose iniziative assunte per incoraggiare a procedere concretamente verso l'obiettivo di un mondo più libero da armi nucleari, superando progressivamente la logica della loro deterrenza, anche come simbolo, attraverso i Trattati internazionali per la riduzione degli armamenti, dichiarazioni, revisioni delle concezioni strategiche e della dottrina nucleare dei singoli Paesi e di alleanze militari internazionali.

Dico convintamente che proprio per questo il disarmo nucleare costituisce uno degli obiettivi principali della politica del Governo e solo - solo - attraverso un approccio inclusivo che coinvolga nel percorso dei Trattati di non proliferazione nucleare anche gli Stati nucleari si potrà conseguire un disarmo nucleare. Non c'è condizione diversa: questa è la condizione necessaria ad assicurare la stabilità e la sicurezza internazionale per tutti. Altre strade non porterebbero all'obiettivo condiviso, all'obiettivo comune. Dobbiamo muovere come comunità internazionale un ulteriore passo verso l'arresto delle produzioni di materiale fissile destinato ad armi nucleari o ad altri ordigni esplosivi nucleari, dunque verso la finalizzazione del relativo Trattato sulla messa al bando del materiale fissile idoneo alla fabbricazione di armi nucleari nonché la conferma e l'universalizzazione in termini giuridici vincolanti della moratoria sugli esperimenti nucleari. Infine, come fatto dalla Presidenza italiana della riunione dei Ministri degli esteri del G7 tenutosi a Lucca il 10 e l'11 aprile scorsi, il cui comunicato congiunto menziona i principali elementi dell'approccio progressivo e ricorda, compatibilmente con le varie sensibilità rappresentate dai partner, l'obiettivo di un mondo senza armi, il nostro Governo deve continuare ad operarsi a promuovere ulteriori passi in tema di disarmo nel contesto del ciclo di riesame attualmente in corso in vista della conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione nucleare del 2020. Presidente, per suo tramite, il PD su questi temi non va alla caccia di voti perché su questi temi il PD è nato; perché fanno parte del proprio DNA, della propria cultura. Proprio per questo continuiamo a chiedere al Governo di proseguire nel lavoro che sta facendo e di svolgere un ruolo ancora più forte a sostegno delle misure di disarmo e di non proliferazione nucleare in tutte le sedi internazionali e di essere ancora con più forza presenti nelle sedi internazionali perché, sempre per il suo tramite Presidente, nelle missioni internazionali noi non ci andiamo con le bombe, ci andiamo con le tende della Croce Rossa, ci andiamo con uomini e donne competenti che lì rischiano la propria vita per mettere in sicurezza altri uomini e donne a cui viene sparato addosso, che rischiano la propria vita per formare uomini e donne per garantire sicurezza in quegli Stati, per garantire la pace in quegli Stati. Certo avranno la baionetta sulla spalla ma non sono lì per sparare, non vanno lì per sparare vanno per creare sistemi di crescita in quei territori e di difesa delle persone più bisognose e di difesa delle persone che in quel momento rischiano la vita. E chiediamo anche al Governo di monitorare rispetto alle misure di trasparenza e di sicurezza delle istallazioni militari alleate. Noi siamo un grande Paese che ha fatto della battaglia contro il nucleare una propria bandiera; che ha fatto dell'idea di condivisione dei grandi obiettivi della pace una propria bandiera; noi siamo un grande Paese e come grande Paese ci viene riconosciuto nella comunità internazionale il ruolo che stiamo svolgendo: facciamolo con ancora più forza; facciamolo con la consapevolezza che questo nostro grande Paese può contribuire in tempi bui a portare un po' di luce e a cambiare quel mondo che è l'obiettivo per cui quelli del PD hanno iniziato a fare politica.