Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 18 Gennaio, 2017
Nome: 
Paolo Beni

Grazie, Presidente. Oggi, affrontiamo un tema importante, forse, come nessun altro, il paradigma delle contraddizioni di questa fase, il banco di prova della nostra capacità di convivere coi processi epocali di trasformazione che sono in atto. Un tema che merita, che meriterebbe un confronto serio, invece, abbiamo sentito ancora che spesso viene piegato a forzature ideologiche o svilito in polemiche strumentali. Bisognerebbe pensare di più le parole, colleghi, evitare di dire falsità, dire le cose come stanno, per esempio, bisognerebbe dire al collega Simonetti che non c’è nessuna invasione nel nostro Paese (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), è inutile insistere. Al contrario, la presenza degli immigrati, in Italia, è ormai una realtà consolidata, parlo dei 5 milioni di regolari, l'8 per cento della popolazione, il 10 per cento degli iscritti alle scuole dell'obbligo, una componente importante che produce il 9 per cento del PIL. Poi, c’è il fenomeno delle migliaia di rifugiati che arrivano sulle nostre coste; sì, un problema che ci tocca in minima parte, tra l'altro, se è vero che nel mondo sono 60 milioni le persone in fuga da guerre e persecuzioni, si tratta di un dramma enorme che chiama la responsabilità dell'intera comunità internazionale, degli Stati, dei Governi. L'Europa ne è pienamente investita e l'Italia che è la porta d'Europa nel Mediterraneo è in prima linea, è evidente, questo è il problema che produce nel Paese disagi, paure, certo, ma un conto è limitarsi ad assecondare queste paure, magari perché ciò crea consenso, altro è cercare di gestire il problema, conciliando la solidarietà, il rispetto dei diritti e della dignità dei migranti con la sicurezza del territorio e dei cittadini italiani. Questo è l'approccio equilibrato, lungimirante con cui il nostro Governo ha affrontato l'aumento esponenziale dei flussi che c’è stato in questi tre anni, lasciandosi alle spalle la logica che solo nel 2011, questo va detto, di fronte a flussi ben più modesti, aveva indotto il Ministro Maroni a decretare lo stato di emergenza, producendo obbrobri come quello del CARA di Mineo che è l'esempio di cosa non dovrebbe essere un centro d'accoglienza. Allora, non accettiamo lezioni, colleghi della Lega, da chi non ha saputo gestire quando aveva responsabilità di governo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...  E ha prodotto la sanatoria che c’è stata nel nostro Paese (Commenti di deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...Ci siamo detti una cosa molto semplice: mai più ammassare i migranti in grandi centri da migliaia di posti, che sono invivibili e lesivi della dignità, che creano allarme sociale e problemi di sicurezza, che si prestano a opacità di gestione e anche a vere e proprie infiltrazioni malavitose. Con l'intesa del 2014, in Conferenza Stato-regioni, abbiamo scelto di andare verso un sistema di accoglienza diffuso nel Paese, piccoli nuclei di immigrati ospitati nelle comunità locali. Scelta confermata oggi dal recente accordo fra il Ministro dell'interno e l'ANCI per una ripartizione dei migranti fra i comuni proporzionata al numero di abitanti. 
Il decreto 142 del 2015 individua come modalità ordinaria di accoglienza il sistema SPRAR, gestito dall'ANCI e dal Ministero dell'interno, una rete di progetti, promossi dai comuni con gli enti del terzo settore, che offre evidenti garanzie di qualità, per il coinvolgimento attivo delle comunità locali, per i servizi utili all'integrazione; un modello virtuoso che noi rivendichiamo con orgoglio, pur consapevoli che siamo ancora lontani da una gestione ottimale del problema, per vari motivi. Ne indico quattro. 
Il primo è che, di fronte all'intensificarsi degli arrivi, i progetti SPRAR non riescono a far fronte all'esigenza di sempre nuovi posti. Lo Stato li garantisce, allora, ricorrendo a centri straordinari, che però spesso presentano criticità, sul piano delle caratteristiche degli spazi, della qualità dei servizi, della stessa affidabilità di alcuni enti gestori. 
Un elemento di criticità è anche l'eccessiva lunghezza dell'iter di esame delle domande di protezione internazionale da parte delle Commissioni e, soprattutto nei casi di diniego, per il successivo protrarsi del ricorso giurisdizionale. È chiaro che tutto questo, stante l'incremento degli arrivi, finisce per ingolfare il sistema. C’è poi la difficoltà a garantire l'effettivo rimpatrio di quanti hanno avuto un provvedimento di espulsione o diniego, a causa della mancata collaborazione di molti Paesi di origine, l'assenza di accordi bilaterali di riammissione. 
Infine, la scarsa collaborazione dell'Europa. Nonostante i significativi riconoscimenti ottenuti dal nostro Governo per un'assunzione di responsabilità dell'UE nella crisi migratoria, sul piano operativo la procedura di relocation è sostanzialmente ferma, la trattativa sulle modifiche del Regolamento di Dublino langue, mentre altri Stati sospendono gli accordi di libera circolazione di Schengen. 
Ecco, questo in estrema sintesi è il quadro realistico. Noi non ci nascondiamo i problemi, ma rivendichiamo i meriti di quanto si è fatto. Il Governo ha scelto la strada giusta per gestire con buon senso l'emergenza migratoria, con umanità, nel rispetto dei diritti, e su quella strada deve continuare. Questa sfida, guardate, sarà vinta solo se ciascuno farà la propria parte. 
Per questo, con la nostra mozione, noi chiediamo al Governo di perseverare nel lavoro in seno alle istituzioni europee, per affermare politiche comuni di asilo e modificare il Regolamento di Dublino. Auspichiamo l'ampliamento del sistema diffuso di accoglienza in Italia con una più forte collaborazione fra tutti i livelli istituzionali. Chiediamo al Governo di varare strumenti utili a incentivare l'impegno dei comuni in tal senso, in particolare negli SPRAR, nonché per favorire l'impiego dei richiedenti asilo in attività positive per le comunità – non c'entrano nulla i lavori socialmente utili – che li accolgono e funzionali alla loro integrazione. Chiediamo che il Governo intervenga anche con misure d'urgenza, per snellire le procedure dell'asilo, potenziando le Commissioni, le sedi giudiziarie coinvolte, anche semplificando l'iter del ricorso giurisdizionale. Chiediamo iniziative tese ad assicurare, nel rispetto delle garanzie costituzionali, la reale esecuzione dei rimpatri, valutando il superamento del reato di ingresso irregolare, rendendo gli attuali sistemi di trattenimento più efficaci ai fini delle procedure di espulsione. Chiediamo al Governo di estendere e rafforzare gli accordi bilaterali di riammissione, i partenariati di cooperazione internazionale, allo scopo di ridurre i flussi migratori e creare opportunità di crescita e di sviluppo nei Paesi di origine dei migranti. Chiediamo di definire, infine, standard uniformi per la gestione dei centri, le modalità di affidamento, la tipologia dei servizi da offrire, la trasparenza delle procedure di verifica e di controllo. Sono tutte cose che si possono fare, che miglioreranno l'efficacia e la sostenibilità dell'accoglienza. 
Ciò che invece non si può fare è arretrare di fronte alle difficoltà, è venir meno al dovere di solidarietà che abbiamo nei confronti di chi arriva e ci chiede aiuto, un venir meno e tradire l'aspettativa di legalità e di sicurezza dei nostri concittadini. Ciò che non si può fare è soffiare su paure che sono legittime per istigare spinte xenofobe che legittime non sono, anzi sono veleno per la convivenza e per la nostra democrazia. 
Vorrei tranquillizzare i colleghi della Lega. Non ci avete convertito alle vostre teorie, non abbiamo cambiato idea, non preoccupatevi, non abbiamo sposato le vostre politiche, perché per noi l'orizzonte in cui continuare a lavorare resta quello che tiene insieme legalità e sicurezza, ma solidarietà e accoglienza, che guarda alla costruzione di una società aperta e coesa in cui diritti e doveri si fondano sulla pari dignità di tutti i suoi componenti. 
Questo è l'orizzonte in cui vogliamo continuare a lavorare, per questo, e sulla base di questi intendimenti, noi voteremo la nostra mozione, ma voteremo favorevolmente anche a tutti gli impegni contenuti nelle altre mozioni che fossero coerenti con questa impostazione. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).