Data: 
Lunedì, 15 Febbraio, 2016
Nome: 
Michele Pelillo

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Grazie, Presidente, sottosegretario, colleghi, stavo riflettendo, ascoltando tutti gli interventi che ci sono stati stasera, e pensavo tra me che il termine bail-in, soltanto nell'ottobre dell'anno scorso, era un termine conosciuto davvero da pochi, forse solo dagli addetti ai lavori, e anche qui dentro, anche in quest'Aula, era un termine pressoché sconosciuto. Oggi questo argomento è salito agli onori della cronaca, oggi questo argomento è diventato quasi un argomento da bar, e, comunque, da discussione quotidiana. 
In soli tre mesi abbiamo potuto constatare questa particolare diversità, che, in campo finanziario, sinceramente, difficilmente abbiamo potuto constatare in altre circostanze. Non vorrei che questa dinamica di grande discussione portasse questo argomento fuori dai binari del buonsenso e dell'oggettività; per cui, nel mio intervento mi sforzerò di riprenderlo molto brevemente e, soprattutto, di ricondurlo in un alveo che, in qualche modo, può essere condiviso, se non da tutti, ma dalla grande parte di quest'Aula e del Parlamento. È evidente che la volatilità che ha colpito i mercati globali, e in modo particolare il settore bancario europeo e italiano negli ultimi tempi, dimostra ancora una volta la necessità di rafforzare il sistema bancario e rafforzarlo su due livelli. 
Un primo livello è quello nazionale, un secondo livello è quello europeo. Allora, verifichiamo un po’ cos’è stato fatto, cosa si sta facendo, per raggiungere questi obiettivi. Penso che su questa semplice considerazione non ci possano essere difformità di pensiero in quest'Aula. A livello nazionale, negli ultimi tempi, con questo Governo sono stati realizzati davvero tanti interventi diretti e indiretti. Ne cito soltanto qualcuno, i più rappresentativi, i più importanti: la riforma delle banche popolari, le norme tese a rendere più rapido il recupero dei crediti, la revisione del trattamento fiscale delle svalutazioni dei crediti. 
Soltanto questi tre negli ultimi tempi, che avevano un solo obiettivo, quello di rafforzare e consolidare il nostro sistema bancario. A questi interventi e ad altri di minore rilievo in questi giorni si sta aggiungendo la tanto attesa riforma delle BCC e anche la garanzia dello Stato nella cartolarizzazione degli NPL. Quindi, tanti interventi, interventi che sono già stati realizzati, interventi che stanno per dare risposte importanti al sistema. Considerando tutto quello che è accaduto a livello domestico, c’è una considerazione che mi piace esprimere: i recenti avvenimenti, tutto quello di cui stiamo parlando negli ultimi mesi, tutta l'attualità delle difficoltà del sistema bancario, hanno ridato memoria a chi si era distratto a contestare gli interventi legislativi che tendevano a rafforzare il sistema. Quante volte, in quest'Aula, durante queste importanti leggi di riforma del sistema bancario e finanziario, abbiamo ascoltato l'accusa di regalare qualcosa alle banche. 
Quante volte è successo questo fatto ? Ci siamo improvvisamente accorti, o meglio noi non c'eravamo distratti su questo, alcuni si sono improvvisamente accorti che le banche nella modernità, le banche oggi, non appartengono a banchieri avidi e trinariciuti, ma appartengono alla gente, alla gente in carne ed ossa, che affida alle banche i propri risparmi che saranno poi allocati negli impieghi. 
Allora, l'altro livello sul quale, ovviamente, ci dobbiamo misurare, e che è un po’ l'argomento anche della nostra mozione, è quello del livello europeo. Su questo ci possiamo muovere, ci stiamo muovendo da tempo su due piani. Il primo, sono le iniziative di politica monetaria della BCE, sappiamo che le ultime iniziative sono state sufficientemente efficaci e altre ne sono previste nell'immediato. Poi vi è il completamento dell'architettura dell'Unione bancaria europea. Sappiamo che questa architettura è fondata su tre pilastri. Il primo pilastro e stato già eretto ed è quello della vigilanza unica. Il secondo pilastro è stato anche questo costruito attraverso il recepimento di tutti gli Stati membri della direttiva di cui trattiamo in questa mozione, della direttiva cosiddetta BRRD, che è stata accolta anche nella nostra legislazione l'autunno dello scorso anno. E poi manca il terzo pilastro, il pilastro della costituzione del Fondo per la tutela dei depositi. Ora, sull'argomento in questione, sulla nuova disciplina del bail-in, con onestà intellettuale, possiamo senza dubbio condividere qualche considerazione. Certamente, si tratta di un cambio epocale, certamente si tratta di una grande rivoluzione alla quale probabilmente i risparmiatori italiani non erano ancora particolarmente pronti. Improvvisamente, dopo la crisi degli anni scorsi, ci rendiamo conto che dobbiamo far assurgere a principio generale il fatto che i rischi della insolvenza delle banche, il rischio di default delle banche, non possono più gravare sulla sfera pubblica, ma devono essere trasferiti sulla sfera privata. Al Partito Democratico questo sembra un fatto molto importante, sembra un valore da sottolineare e da valorizzare, il fatto che non si mettano le mani in tasca dei contribuenti quando una o più banche del nostro sistema bancario vanno in difficoltà. Questo non solo per una questione di equità. Se l'Italia, come hanno fatto le altre nazioni, fosse intervenuta negli anni della crisi in rapporto al suo PIL, la Banca d'Italia ci dice, che avrebbe dovuto sborsare 130 miliardi, appesantendo in un modo straordinario il suo debito pubblico. Non solo è una questione di equità, dicevo, ma anche una questione di responsabilizzazione del management delle nostre banche. Finché si sapeva che c'era sempre Pantalone pronto a pagare, certamente il livello di attenzione nella gestione delle nostre banche non poteva essere il massimo possibile. Oggi le cose sono cambiate e deve cambiare necessariamente anche l'atteggiamento di chi gestisce le banche italiane, di qualsiasi dimensione. Ora, certamente, lo ricorda Banca d'Italia, ma voglio dire che su questo possiamo convenire facilmente, sarebbe stato auspicabile un periodo transitorio per applicare una normativa così nuova e così di grande impatto sulla vita di tutti i risparmiatori. 
La retroattività della disciplina, l'avere più tempo per una corretta e capillare informazione della clientela retail ? Certamente sì, però nonostante questo, a noi sembra come è già stato ricordato dai miei colleghi che chiedere la sospensione dell'applicazione della direttiva, già in vigore dal 1ogennaio non possa produrre nulla di buono, potrebbe disorientare ulteriormente i mercati. Allora utilizziamo, Presidente, l'occasione che ci è data dalla stessa direttiva di revisione, già contemplata. Abbiamo una scadenza, abbiamo i primi mesi del 2018, possiamo anche immaginare di anticipare questa scadenza, per un'appendice di riflessione su un argomento così importante e ormai così conosciuto anche dei cittadini italiani.