Data: 
Giovedì, 4 Settembre, 2014
Nome: 
Paolo Cova

Signor Presidente, onorevoli colleghi, il benessere animale è un tema molto importante, perché va a cogliere i rapporti che ci sono quotidianamente tra uomini e animali, e come gli uomini si rapportano con essi, con questi animali. La stessa UE ha posto a base della propria Costituzione la presenza degli animali in quanto esseri senzienti e chiede che si tenga pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali; per cui, è un punto importante. 
È importante che questo principio di «esseri senzienti» e gli interventi per promuovere il benessere degli animali siano un patrimonio comune della popolazione europea. Credo che sia importante svilupparlo nei ragazzi e nei giovani, in particolare perché si deve diffondere e accrescere questa attenzione al concetto di proprietà responsabile degli animali; un concetto che, poi, se non capito completamente, porta spesso ai fenomeni di randagismo. È importante proprio tenere presente come il fenomeno del randagismo sia ancora ampiamente presente in Italia e in moltissimi Paesi dell'Unione europea proprio perché l'identificazione degli animali, l'uso dei microchip, il commercio, il traffico degli animali, dei cani e dei gatti, è ancora diffuso e non è ancora normato. 
Credo che sia anche importante tenere conto di quello che è stato fatto in tutti questi anni anche nell'ambito del benessere degli animali da reddito, degli animali da produzione di carne e di altro, di quanto è stato fatto, anche in termini di investimento, da parte degli allevatori, perché, secondo me, è importante sottolineare gli aspetti che hanno contribuito a portare ad un benessere negli animali, ma quanto anche gli allevatori hanno fatto in tutti questi anni. 
È chiaro, però, che queste buone pratiche e queste norme di benessere si sono scontrate anche con diversità di allevamenti nei Paesi europei, condizioni, anche climatiche, diverse, condizioni del suolo e della natura diverse nei vari Stati, anche con una difficoltà di applicazione di queste buone pratiche o norme. Faccio questo riferimento alle buone pratiche e parlo anche di benessere perché, tante volte, non abbiamo necessità di benessere, ma di buone pratiche da attuare negli allevamenti da reddito, che poi portano, effettivamente, a un benessere, proprio perché l'attenzione a definire e a caratterizzare queste buone pratiche, poi, effettivamente, porta a un benessere. 
Mi soffermo anche, come è già stato fatto da altri colleghi, sul tema della sperimentazione, sul fatto che sia effettivamente necessario cercare delle forme diverse e alternative di ricerca, che abbandonino la ricerca sugli animali, e quindi investimenti e un'attenzione particolare alla ricerca con metodi alternativi. Mi permetto anche di sottolineare un capitolo, che è quello degli animali da pelliccia, che deve essere affrontato con serietà anche da questo Parlamento: ci sono già delle proposte di legge che devono essere affrontate perché siano valutati bene quali sono il benessere di questi animali e lo sviluppo di questo settore.
Quello che chiediamo è un po’ un impegno da parte del Governo perché vi sia un quadro legislativo veramente riveduto a livello europeo, perché si dia al consumatore uno strumento trasparente di quello che è avvenuto. L'etichettatura, in questo caso, serve ed è importante perché il consumatore sappia come è stato prodotto e da dove arriva quel prodotto alimentare che sta consumando. Infatti, come ho detto prima, tanti allevatori e tante aziende agricole hanno investito sul benessere, senza avere, poi, un tornaconto economico. 
Però, questa è una norma importante. Questo investimento, fatto da parte di questi allevatori, deve essere anche percepito dai consumatori, perché sappiano quale prodotto stanno consumando e sappiano poi discernere qual è il prodotto alimentare che stanno consumando. 
Mi sembra anche importante sottolineare l'attenzione sui centri di riferimento del benessere animale, che devono essere sviluppati in ogni Stato membro di quest'Unione europea, proprio perché servono, mai come adesso e sempre di più, delle informazioni certe e che vi sia un supporto e un sostegno di dati tecnici corretti, coerenti, scientificamente supportati. Infatti, se vogliamo parlare di benessere, dobbiamo capire poi effettivamente quali ricadute ci siano sugli animali. 
Mi permetto di soffermarmi in questa fase anche su una riflessione che ho fatto anche in altri contesti e in altre riunioni. Spesso si parla del trattamento e del benessere degli animali e delle vacche a terra, considerando che queste vacche a terra, come prevede la normativa europea con il regolamento (CE) n. 1/2005, debbano essere abbattute. Spesso io dico che non so se bisogna confondere il benessere con le buone pratiche. A ognuno di noi capita di potersi fare male, di rompersi una gamba: viene trasportato in un ospedale. Un cane, un gatto, che subisce un incidente viene trasportato in una clinica veterinaria, in un ospedale veterinario. Per le vacche o per gli animali da reddito questo no, perché per il loro benessere non avviene. 
Forse è necessario pensare a delle buone pratiche, perché a nessuno di noi viene chiesto di uccidere un cane o un gatto perché si è rotto una gamba e non possiamo trasportarlo in una clinica veterinaria oppure anche a una persona. Ognuno di noi viene curato e portato all'ospedale. La stessa cosa deve essere fatta anche per gli animali da reddito. Per cui credo che sia importante tenere presente quest'aspetto. 
Vorremmo anche che si facesse chiarezza su tutte le norme del commercio degli animali di affezione, cani e gatti. È stato detto più volte di questo traffico degli animali tra una nazione e l'altra; il traffico dei cuccioli che avviene in età forse troppo prematura, quando sono ancora piccolissimi e ciò ne comporta un alto tasso di mortalità. Questo però va a interagire anche con una formazione, come ho detto prima, e una corretta informazione ai giovani, ai ragazzi e a ogni cittadino europeo perché sappiano a cosa vanno incontro. Il desiderio di un proprietario, di un futuro proprietario di cani e di gatti di avere un cucciolo sempre più piccolo porta a questo meccanismo. Allora è corretto anche fare un'informazione, perché più si richiedono cuccioli piccoli, più alto è il tasso di mortalità nel trasporto di questi animali. 
Accanto a questo bisogna anche fare un intervento e una normativa seria sull'adozione degli animali. In particolare, penso a quelle adozioni internazionali che stanno avvenendo di animali ammalati. Il caso più classico è quello della leishmaniosi. Abbiamo la trasmissione di malattie da un Paese all'altro. Viene presentato spesso come una norma di benessere nei confronti degli animali, di questi cani, di accoglienza. Interveniamo per accogliere questi animali, ma ci troviamo di fronte a degli animali ammalati che trasferiamo da uno Stato e da un Paese membro all'altro. 
Credo che sia anche importante tenere presente tutto l'aspetto dell'affidamento dei cani e degli animali che vengono posti sotto sequestro. Spesso gli animali vengono posti sotto sequestro o in frontiera per casi di maltrattamento. Questo caso apre uno scenario importante. Alcune volte, ad esempio, in Italia il costo di mantenimento di questi animali fa sì che gli animali maltrattati vengano affidati magari allo stesso proprietario. Questo non è corretto. Allora bisogna pensare a dei centri e ci sono. Anche in questo caso il Ministero di giustizia deve intervenire e provvedere a fare sì che questi sequestri abbiano un buon fine. 
Credo che sia poi importante intervenire veramente sulla riduzione del numero delle cucciolate. Il fenomeno del randagismo si combatte veramente con una riduzione di quei cuccioli che vengono poi abbandonati da proprietari che non hanno presente che cosa vuol dire avere dei cani nella propria casa. Spesso ci lamentiamo che abbiamo un numero esorbitante di cani randagi. 
È stato detto prima che alcune nazioni hanno anche concesso e autorizzato l'uccisione di questi cani randagi. La prevenzione è meglio della cura. Allora, conviene intervenire: chi vuole detenere un cane lo deve sterilizzare (questo lasciando fuori gli allevatori professionali, giustamente). Però chi è proprietario di un cane deve intervenire e deve sterilizzare il proprio animale, perché abbiamo troppi animali che vengono abbandonati, soprattutto dopo il periodo di Natale, che è il periodo in cui si ha il più alto tasso di abbandono. Come ho detto prima, c’è la necessità veramente di intervenire per svuotare questi canili, proprio perché c’è la necessità di creare anche uno stato di benessere per questi animali. 
Vado a chiudere proprio sul tema della ricerca, come ho accennato in precedenza, c’è la necessità veramente di incentivare, come la UE si deve preoccupare a fare, una ricerca che porti alla riduzione dell'uso degli animali per ogni sperimentazione.