Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 23 Giugno, 2014
Nome: 
Ettore Rosato

 Signor Presidente, stiamo discutendo di un documento che fa riferimento ad una vicenda molto lunga e molto complessa, questa del MUOS, che è partita negli anni Novanta con un accordo sottoscritto tra il nostro Governo, il Governo italiano, e quello americano, un accordo che è stato sottoscritto nel 2001, ratificato nel 2006, a cui è seguito un complesso iter – che è stato ricordato anche da alcuni colleghi – di permessi, di ricorsi, di Commissioni, di scontri, di riferimenti ai tribunali, di autorizzazioni date e tolte. 
  È una vicenda che ha a che fare comunque con la realizzazione di un centro di comunicazione importante per il Governo americano, importante per il nostro Paese ed importante per le forze della NATO, che si è deciso di realizzare in un luogo strategico, perché al centro del Mediterraneo: strategico per la difesa del nostro Paese e strategico per gli interessi della NATO. Su questo iter non ritengo di soffermarmi, perché – ripeto – è stato già segnalato e poi verrà riepilogato anche nel documento che presenteremo. 
  Concludo dicendo che su questo iter l'ultimo punto fa riferimento al 2013, quando un incontro fissato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ha affidato all'Istituto superiore di sanità il compito di redigere una relazione che tenesse conto degli studi epidemiologici e delle ricadute che comunque le onde elettromagnetiche potevano avere sulla popolazione residente nell'area, un'area peraltro anche di pregio ambientale. 
  Questa relazione ha prodotto un risultato e, cioè, che la regione Sicilia ha annullato la revoca all'autorizzazione che aveva predisposto con un avvio di un percorso partecipato, attenzionato dalle autorità e indirizzato a tener conto dei due interessi che sono in ballo: da una parte, l'interesse a realizzare un impianto che serve alla difesa complessiva della NATO e degli interessi americani e italiani e, dall'altra parte, quello di attenzionare e considerare sempre come primario il diritto alla salute dei cittadini che risiedono in quell'area. È un tema che riguarda questo impianto – che è un impianto importante, grande anche come inquinamento elettromagnetico potenziale che può essere prodotto – ma che riguarda, nel nostro territorio italiano, centinaia di siti dove antenne per la telefonia, antenne per la trasmissione, ripetitori, insistono sul nostro territorio. È un tema, quello dell'inquinamento elettromagnetico, su cui ci deve essere sicuramente maggiore attenzione da parte del legislatore. Ma su questo si sono fatti passi avanti importanti. Io ricordo che su questo punto specifico e su questo sito, l'Organizzazione mondiale della sanità, l'ISPRA e l'Istituto superiore di sanità hanno costruito una relazione che conclude raccomandando alcune cose, che poi sono state riprese nel documento approvato dal Senato, come un monitoraggio continuo sulle emissioni, un monitoraggio che deve essere effettuato dalle autorità italiane a verifica e a controllo che le emissioni non superino la soglia di tolleranza fissata dalla nostra normativa, con un'attenzione speciale sulle categorie più sensibili e, in particolare, sui bambini. Io credo che la strada che è stata tracciata nel documento che è stato approvato al Senato con il concorso del Governo e dei gruppi di maggioranza sia una strada importante, utile, che tiene insieme le esigenze del Paese, che sono anche quelle dei cittadini, non è che le esigenze del Paese sono diverse da quelle dei cittadini. Io penso che questa strada sia quella giusta, altrimenti c’è la strada della demagogia, quella che urla sempre di no: qualsiasi cosa si vuole realizzare, non si deve fare, salvo poi il saper trasformare le parole anche in fatti. Mi veniva in mente, ascoltando anche alcuni degli ultimi interventi, che le stesse parole erano usate sull'inceneritore di Parma, erano le stesse identiche parole. Dopodiché, quando alla prova dei fatti, ci si trova di fronte alle esigenze di mettere insieme gli interessi generali del Paese, alla fine gli interessi generali del Paese sono stati appunto quelli di proseguire su una decisione che era stata già assunta.