Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 18 Maggio, 2016
Nome: 
Paolo Beni

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Presidente, colleghi, il tema oggetto delle mozioni che ci apprestiamo a votare è per la verità da tempo al centro dell'attività parlamentare, in particolare mi riferisco al provvedimento, che è stato già citato, approvato nei mesi scorsi dal Senato, attualmente all'esame della Camera e già programmato in Aula per il prossimo mese. Questa attenzione del Parlamento penso sia quanto mai opportuna, nei confronti di un fenomeno in crescita, è stato ricordato che sta diventando un rilevante problema sociale. Nelle scuole e in altri ambienti frequentati da giovani adolescenti sono all'ordine del giorno ripetuti episodi di violenza, intimidazioni, derisioni, oppressioni psicologiche o fisiche da parte di gruppi di coetanei al solo scopo di terrorizzare un compagno o una compagna, incutergli ansia, vergogna, senso di isolamento e di emarginazione. 
La vittima prescelta, di solito, è una figura vulnerabile, su cui gravano pregiudizi purtroppo ancora diffusi fra gli adolescenti sulla base dell'orientamento sessuale, o del modo di vestire, o dell'aspetto fisico, o della condizione di disabilità. Non stiamo certo parlando di un problema inedito, il bullismo fra adolescenti è una tipica manifestazione di disagio delle relazioni sociali che coinvolge ugualmente sia il persecutore, che la sua vittima, che anche lo stesso gruppo che assiste ai soprusi e, talvolta, ne diventa complice. 
Il fatto nuovo è un altro, è che questa dinamica si sta spostando dal piano delle relazioni reali a quello virtuale. Il cyberbullismo è un fenomeno relativamente recente, favorito dalla diffusione anche fra i giovanissimi di apparecchi che consentono la navigazione in rete e l'accesso ai social network, mezzi grazie ai quali il bullo può compiere la sua aggressione anche tramite sms, messaggi in chat, diffondere immagini, video e altri contenuti offensivi per ferire qualcuno, può violare i dati personali, operare sostituzioni di persona. Recenti ricerche, anche dell'Istat, citate in precedenza dagli interventi che mi hanno preceduto, danno un quadro allarmante della diffusione del fenomeno. I danni causati dalla variabile on line del bullismo sono particolarmente gravi, perché l'assenza di dimensione spazio-temporale tipica della rete consente al bullo di insinuarsi nella vita della sua vittima dovunque si trovi, a ogni ora del giorno e della notte. Inoltre, la rete amplifica enormemente il pubblico che assiste all'umiliazione della vittima e la protrae senza limiti nel tempo. Il cyberbullo, coperto dall'anonimato, non ha inibizioni o regole morali, a differenza del bullo tradizionale, non avendo un contatto diretto con la sua vittima, non ha nemmeno la percezione immediata delle conseguenze delle sue azioni. L'adolescente vittima del cyberbullo si sente senza scampo e quindi il calo di autostima, il senso di isolamento, la depressione, possono spingerlo ad assumere comportamenti autolesionistici, perfino al suicidio, come purtroppo dimostrano recenti fatti di cronaca. 
Siamo, quindi, di fronte a una dimensione inedita, pervasiva e letale, che è ben altra cosa dei tradizionali comportamenti di bullismo e che impone quindi una verifica anche degli strumenti sanzionatori, probabilmente anche una rivalutazione della rilevanza penale di atti persecutori perpetrati attraverso Internet. Ma al tempo stesso, questa nuova dimensione del bullismo richiama un tema prettamente culturale ed educativo: i nostri ragazzi, connessi per gran parte della giornata, si muovono in rete con abilità, ma ne sottovalutano i rischi. Trovano nei nuovi media un'opportunità per la loro crescita, ma hanno bisogno di essere educati a usarli in modo responsabile. Per contrastare il bullismo sia nelle forme tradizionali, che nella dimensione on line, occorre muoversi a trecentosessanta gradi, affrontando il problema anche sul piano delle necessarie sanzioni, ma anzitutto, e voglio dirlo al collega Baroni, su quello della dimensione educativa, di questo stiamo parlando con tutte le mozioni presentate oggi, che è finalizzata alla prevenzione. La scuola è senza dubbio l'ambito privilegiato per la prevenzione, con progetti mirati a smontare i pregiudizi discriminatori che alimentano il bullismo, per coinvolgere attivamente i ragazzi ed educarli al rispetto, all'accettazione reciproca, a riconoscere la diversità come ricchezza, alla responsabilità collettiva. Per questo proponiamo che ogni istituto programmi specifiche attività finalizzate al contrasto del bullismo, nonché all'acquisizione di competenze digitali e di una capacità critica nell'uso della rese da parte dei ragazzi. Proponiamo appositi percorsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti e gli operatori socioeducativi e poi iniziative per informare e sensibilizzare le famiglie, interagire coi soggetti sociali, con i centri di aggregazione giovanile, le associazioni sportive, facendo della scuola il fulcro di una rete territoriale vigile e attiva sul tema. Proponiamo che per coordinare queste attività ogni istituto scolastico individui un referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, e ancora che si definiscano criteri condivisi sulle modalità con cui, all'occorrenza, il dirigente scolastico convoca le famiglie, si relaziona con i giudici minorili e si relaziona coi servizi sociali.
Proponiamo che la scuola e i servizi del territorio cooperino in progetti specifici di assistenza e sostegno alle vittime e nella pianificazione di percorsi rieducativi personalizzati per i bulli, anche attraverso programmi di attività riparatorie da svolgere nella scuola. 
Serve, quindi, un approccio complessivo, una strategia che integri funzione di monitoraggio, contrasto e prevenzione attraverso l'azione coordinata di tutti gli attori istituzionali coinvolti, di esperti, associazioni e degli stessi operatori del mercato che sono interlocutori non certo marginali, se vogliamo affrontare seriamente il tema. A tale proposito, noi riteniamo che i gestori di siti Internet, social network, altre piattaforme telematiche, debbano adottare appositi codici di regolamentazione, dotarsi di adeguati strumenti e procedure per garantire, su istanza delle vittime, il blocco, la rimozione, l'oscuramento dei contenuti violenti, offensivi o minacciosi. Sono tutte proposte concrete, che sono contenute nella nostra e, con diverse sottolineature, anche in altre mozioni, devo dire, ma sono anche questi i punti essenziali nei quali si articola la legge che oggi è in procinto di essere licenziata dalle Commissioni affari sociali e giustizia della Camera e arriverà presto in Aula. Per questo, mentre annuncio il voto del Partito Democratico a favore della nostra e anche delle altre mozioni che vanno in tale direzione, voglio rinnovare il mio invito a tutta l'Aula affinché nei prossimi giorni si realizzi la massima unità di intenti dei gruppi politici per concludere rapidamente l'iter della legge e offrire così una risposta complessiva, finalmente organica ed efficace, all'esigenza di contrastare il bullismo e il cyberbullismo. Io penso che questo sia un obiettivo da non sottovalutare, un obiettivo non di poco conto, perché riguarda la qualità delle relazioni sociali e riguarda anche il benessere, soprattutto il benessere, di tanti nostri ragazzi e ragazze.